Lunedì, 30 Dicembre 2019 14:35

Ricostruzione: 4 miliardi per concludere i processi. Ecco lo stato dell'arte

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Fine anno, tempo di bilanci.

Stamane il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, l’assessore delegato Vittorio Fabrizi e il titolare dell’Usra Salvo Provenzano hanno inteso fare il punto sullo stato della ricostruzione privata. “Si sono conseguiti risultati importanti – ha rivendicato il primo cittadino – pur nelle difficoltà che ancora scontiamo nell'istruttoria delle pratiche. E poi, un conto è lavorare la pratica di ricostruzione di un palazzo del centro storico da 20 milioni, altro conto è istruirne venti da 1 milione l’una come accade inevitabilmente con la coda della ricostruzione: a parità di valore economico, si sta facendo un lavoro più denso, voluminoso. Vogliamo lanciare un messaggio chiaro”, ha proseguito Biondi: “allorquando vengono garantite le condizioni minime operative, la città è in grado di agire tempestivamente, con un senso di responsabilità che restituiamo all’Italia intera come esempio di un modello, quello dell’Aquila, che funziona”.

Biondi ha sottolineato come sia migliorata l’attività istruttoria delle pratiche, come si siano tagliati i tempi di liquidazione degli stati d’avanzamento lavori, come siano state avviate le procedure per i commissariamenti: “è stato fatto un lavoro importante, che dobbiamo raccontare non per enfatizzare l’attività dell’amministrazione ma per ribadire che esiste un modello L’Aquila replicabile e che non può essere bloccato”.

Il riferimento è chiaro: il 2020 sarà l’anno della battaglia col Governo per il rifinanziamento nella finanziaria che andrà approvata entro la fine dell’anno dei processi di ricostruzione, così da consentire agli uffici di poter programmare compiutamente gli interventi che mancano per concludere i lavori.

Ad oggi, in cassa residuano 1 miliardo e 300 milioni dei 5 miliardi e 100 milioni programmati dall’allora governo Renzi con la Legge di Stabilità 2015; risorse che copriranno il fabbisogno stimato per il 2020 e per parte del 2021. Poi, serviranno ulteriori 4 miliardi per l’intero cratere: “stimiamo un fabbisogno di 5 miliardi e mezzo per concludere i processi di ricostruzione dell’Aquila e dei comuni colpiti dagli eventi del 2009”, ha chiarito Salvo Provenzano; “1 miliardo e 300 milioni residuano, dunque vanno programmati 4 miliardi e 200 milioni circa che dovranno essere inseriti nella finanziaria 2021 così da consentirci di poter programmare gli interventi. Di questi, 1 miliardo e mezzo - al massimo 2 – serviranno per concludere la ricostruzione dell’Aquila, i restanti per i comuni del cratere”.

A proposito di stime, Provenzano si è detto certo che, entro la fine del 2020, saranno istruite tutte le pratiche del centro storico dell’Aquila: “attendiamo ancora vengano presentate una decina di pratiche, e andranno istruite circa 80 schede parametriche parte seconda per concludere i processi che attengono al centro storico del capoluogo”; per ciò che attiene le frazioni, invece, “se le pratiche verranno presentate nei tempi stabiliti, o con ritardi accettabili, siamo convinti di poter concludere l’attività istruttoria entro la fine del 2021, al massimo nei primi mesi del 2022”.

“Ho assunto la delega alla ricostruzione privata da 9 mesi”, è intervenuto l’assessore Vittorio Fabrizi che, fino a qualche mese prima, era dirigente del settore; “venivamo da un periodo un poco complicato: c’era da rimettere la macchina sui binari dell’efficienza e della produttività consoni all’importanza dei processi. Ebbene, attraverso tre provvedimenti dirigenziali abbiamo riorganizzato il flusso documentale nonché quello dei controlli per la liquidazione dei sal: ricorderete che le criticità si presentavano, in particolare, al momento di saldare lo stato d’avanzamento lavori finale. A seguito dei correttivi che abbiamo apportato, nel 2019 siamo riusciti a liquidare 567 sal a fronte dei 185 presentati: significa che siamo stati in grado di recuperare l’arretrato e di metterci in pari con le richieste che nel frattempo erano state presentate agli uffici”.

Non solo. “Abbiamo avviato i commissariamenti, è di qualche giorno fa il primo incarico: nelle prossime settimane ne seguiranno altri; così, andremo ad “aggredire” processi che si sono fermati per una serie di ragioni, per l’inerzia degli organi costituiti o addirittura per la mancata costituzione degli organi stessi”. E poi, “di concerto con l’Usra abbiamo messo mano ai progetti unitari, disciplinando questa fattispecie per i centri storici delle frazioni e c’è già un progetto, Poppletum a Coppito, in fase di istruttoria”.

Più in generale, “abbiamo sanato lo scollamento tra il cronoprogramma che era stato deliberato nel 2014 e le pratiche effettivamente lavorate, delineando nuove priorità, modificando i criteri dando precedenza, in particolare, agli aggregati con abitazioni principali, anche nelle frazioni, ed oggi stiamo rispettando il nuovo cronoprogramma in modo preciso”.

Ha aggiunto Fabrizi: “lavoriamo un maggior numero di pratiche rispetto agli anni passati, liquidiamo i sal più velocemente, abbiamo dato regole certe per ciò che attiene la standardizzazione delle procedure: insomma, si è rimessa in carreggiata una macchina che stava sbandando. Ora, abbiamo bisogno che il governo ci dia certezza sui finanziamenti per gli anni a venire”.

Il titolare dell’Ufficio speciale per la ricostruzione, Salvo Provenzano, è entrato, dunque, nel dettaglio delle attività svolte nell’anno che ci lasciamo alle spalle, mettendo in fila alcuni numeri: nel 2019, l'Ufficio speciale per la ricostruzione dell'Aquila ha emesso complessivamente 660 pareri, che hanno portato alla concessione di circa 290 milioni di euro di contributi per la ricostruzione; il monte complessivo dei contributi pertanto è arrivato a circa 5 miliardi e 700 mila euro, con poco più del 77% dei contributi già concessi rispetto alle quasi 30mila domande presentate da quando la ricostruzione è stata formalmente avviata.

“Delle 65 unità di personale in forza all’ufficio - ha aggiunto Provenzano - 10 sono state utilizzate per sbrigare le pratiche ereditate dalla vecchia procedura, quella della filiera per intendersi: è stata una coda faticosissima, si è messo in campo uno sforzo notevole per mettere ordine. Ebbene, abbiamo archiviato un centinaio di pratiche che non avevano diritto al contributo, istruendone una 70ina per circa 40 milioni di euro di lavori. Ora, con l’anno nuovo potremmo utilizzare il personale che avevamo dedicato alle vecchie pratiche ad evadere le schede parametriche parte prima e seconda”.

Così, si potrà aumentare il numero di pratiche istruite: d’altra parte, ha rivendicato il titolare dell'Usra, “l’anno passato erano state evase 120 schede parametriche parte seconda, quest’anno 152; si tratta di un risultato assolutamente soddisfacente, se è vero che l’ufficio è rimasto fermo a gennaio e che mi sono insediato soltanto a febbraio. Se si sommano le sp1 e le sp2 istruite nel 2019, contiamo il risultato migliore degli ultimi anni”.

Tra l’altro, negli ultimi mesi si è registrata una netta inversione di tendenza sulle frazioni: “delle 208 schede parametriche parte prima istruite, soltanto 9 riguardano il capoluogo. Anche guardando alle sp2, che per me significano cantieri, nel 2019 il 66% delle pratiche ha riguardato le frazioni”. E nel 2020, si spera di dare ulteriore slancio ai processi, per recuperare il tempo perduto fuori dai confini del centro storico cittadino.

Evidentemente, non dipende soltanto dagli uffici: sebbene sia prevista la dilazione dei pagamenti per i tecnici che presentino le pratiche oltre i termini indicati, si registrano ancora dei ritardi importanti; fino a qualche mese fa, erano 480 le schede parametriche parte seconda non presentate nei tempi previsti dalle procedure: oggi sono 350, per un ammontare di lavori pari a circa 400milioni di euro. Per fare un esempio, tra gli altri: ad Arischia, su 66 sp1 istruite sono state depositate soltanto 29 sp2.

Ritardi non più accettabili.

 

Ultima modifica il Lunedì, 30 Dicembre 2019 23:32

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