Mercoledì, 05 Febbraio 2020 01:59

Capitale italiana della cultura, sono 43 le città candidate. Sacco, curatore del dossier: "L'Aquila può farcela: conta il progetto, non il blasone". I dubbi dell'opposizione

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"Abbiamo ricevuto molte proposte, tutte di qualità. Nonostante il poco tempo a disposizione, siamo riusciti a coinvolgere un pezzo importante di città. Sono sicuro che ce la giocheremo fino alla fine".

Pier Luigi Sacco è ottimista.

Economista, professore ordinario di Economia della cultura allo Iulm di Milano, è colui al quale il Comune dell'Aquila ha affidato il compito di coordinare la squadra che sta costruendo il dossier della candidatura a capitale italiana della cultura 2021.

Di origini abruzzesi (è nato a Pescara), già direttore della candidatura di Siena a capitale europea della cultura 2019 (la città toscana fu una delle sei finaliste), Sacco è convinto che questa volta L'Aquila possa farcela, nonostante una concorrenza numerosa e agguerrita (tra le altre 42 città candidate ci sono anche Genova, Catania, Ferrara, Bari e Verona): "Ma in questa competizione conta il progetto, non il blasone. Sono convinto che saremo presi molto sul serio".

I tempi sono molto stretti: le 43 pretedenti dovranno presentare entro il 2 marzo i propri dossier di candidatura, che verranno esaminati da una giuria di sette esperti di chiara fama per arrivare, entro il 30 aprile, alla selezione di un massimo di 10 progetti finalisti. La capitale della cultura 2021 verrà scelta dalla giuria entro il 10 giugno. La città vincitrice riceverà un finanziamento di un milione di euro per la realizzazione del programma presentato.

"Purtroppo la pubblicazione tardiva del bando, avvenuta solo a dicembre, ha compresso di molto i tempi e non ha permesso di costruire un percorso ampio e partecipato con tutta la città" osserva Sacco "Per la capitale europea della cultura, tanto per fare un confronto, la scelta viene fatta quattro anni prima e si ha tutto il tempo si impostare il lavoro. Qui invece dobbiamo fare tutto in due mesi e dovremo peraltro concentrare il progetto in un dossier di appena 60 cartelle. E' chiaro che nel documento non potremo mettere tutto il programma artistico, che andrà definito nei dettagli solo dopo il due marzo. E' lì che inizierà il vero lavoro".

Nei giorni scorsi, Sacco è stato all'Aquila due volte per incontrare istituzioni e associazioni culturali (sia quelle che rientrano nel Fus che le tante realtà appartenenti all'associazionismo diffuso), ciascuna delle quali ha presentato una propria proposta attenendosi alle linee guida illustrate da Biondi, ispirate alla Nuova Agenda Europea della Cultura e articolate in quattro assi tematici (cultura e qualità della vita; cultura e coesione sociale; cultura e innovazione; cultura e sostenibilità): "La risposta è stata molto positiva, siamo molto soddisfatti. I progetti che ci sono arrivati sono tutti di qualità. Il lavoro che stiamo facendo ora è quello di montare questi contenuti in una bozza di programma artistico concentrandoci anche su tutta la parte della programmazione economica e del fundraising. Nelle prossime settimane coinvolgeremo anche esperti non locali di riconosciuta competenza che però conoscono bene L'Aquila. Un'eventuale vittoria sarebbe un'opportunità straordinaria per la città, le garantirebbe un'esposizione mediatica grazie alla quale si potrebbe raccontare, a un'opinione pubblica con una percezione ancora distorta di quel che è avvenuto qui negli ultimi dieci anni, tutto il lavoro fatto finora".

Il potenziale, secondo Sacco, c'è. Ma bisognerà fare i conti con i non pochi problemi logistici, in primis quelli legati alla carenza di spazi al coperto adeguati e adatti a ospitare eventi e spettacoli destinati a un pubblico ampio e alla mancanza di veloci infrastrutture di collegamento: "Non credo che quest'ultimo punto possa essere un handicap" spiega però Sacco "Basti guardare il caso di Matera, che ha vinto la candidatura a capitale europea della cultura nonostante i deficit infrastrutturali, a iniziare dall'assenza di una linea ferroviaria moderna. Quanto agli spazi, dovremo essere bravi a valorizzare quelli che ci sono, tenendo comunque conto del fatto che, poiché gli eventi saranno spalmati su tutto l'anno, dunque anche nei mesi estivi, potremo sfruttare anche quelli all'aperto. Sono comunque fiducioso che un'eventuale vittoria funzionerà da stimolo per velocizzare il recupero degli edifici ancora inagibili".

Chissà se basterà la spinta della canidatura ad accelerare i lavori al Teatro Comunale o a recuperare l'agibilità per l'auditorium della Guardia di Finanza. A sollevare queste e altre criticità è stata l'opposizione in una seduta della commissione Politiche sociali svoltasi ieri.

"Alla luce del poco che si è visto finora, viene da chiedersi se il sindaco e l'amministrazione credano veramente in questa candidatura oppure se stiano solo facendo ammuina" ha affermato Giustino Masciocco (Articolo 1). "Le linee guida sono fumose, mancano ancora un programma e un regolamento ma soprattutto mancano una strategia e un reale coinvolgimento dei cittadini e degli altri enti".

"Biondi ha inserito la candidatura nei progetti speciali per la rinascita, per la cui gestione è stato bandito un avviso per il reperimento di una figura dirigenziale che guadagnerà oltre 100mila euro l'anno" ha osservato Paolo Romano (Italia Viva) "La selezione, però, non è ancora terminata. Se tutto va bene, l'iter si concluderà a fine febbraio, a ridosso cioè della scadenza della presentazione del dossier. Mi chiedo, a questo punto, perché l'amministrazione abbia prima emanato l'avviso per il nuovo dirigente, che dovrebbe occuparsi anche della candidatura, e poi abbia affidato l'incarico di coordinatore del dossier a Sacco".

Alla commissione di ieri era presente anche Alessandra Lucantonio, del Servizio Beni e Attività culturali della Regione. Nel suo intervento, Lucantonio ha affermato come l'amministrazione regionale, finora, non sia stata ancora coinvolta.

Ultima modifica il Mercoledì, 05 Febbraio 2020 16:37

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