I carabinieri sventano una truffa di oltre un milione di euro consistente in contributi post sisma che un aquilano di 73 anni aveva chiesto per l'abbattimento e la ricostruzione di un proprio fabbricato. Con l'anziano è stato denunciato per tentata truffa in concorso per il conseguimento di erogazioni publiche e falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico, anche un ingegnere 43enne, anch'egli dell'Aquila.
In particolare, i militari del Nucleo operativo e Radiomobile diretti dal capitano Federica De Leonardis, a conclusione di una minuziosa attività di indagine scaturita dalla segnalazione pervenuta dall'Avvocatura del Comune dell'Aquila in merito all'assegnazione dei contributi statali post sisma, hanno accertato che l'uomo, nella domanda per la concessione del contributo per la riparazione dell'abitazione principale, attestava falsamente che il proprio nucleo familiare aveva stabile dimora in un'abitazione della città, omettendo di indicare il subalterno catastale, al fine di trarre in inganno la struttura tecnica comunale preposta all'analisi delle istanze, che ammetteva quindi un contributo per la copertura degli oneri relativi alla demolizione e ricostruzione del fabbricato colpito dal sisma, ubicato però sempre all'Aquila, nello stesso indirizzo ma ad un civico diverso, per un importo complessivo di 1.009.094,55, abitazione che invece era locata a studenti.
L'ingegnere incaricato dalla parte, nella propria relazione tecnica, attestava falsamente la consistenza dell'abitazione principale di 73enne, omettendo di indicare il subalterno che contraddistingueva l'abitazione stessa, al fine di trarre in errore i competenti organi di verifica. Inoltre rappresentava falsamente lo stato dei luoghi, raffigurando l'intero immobile come unica abitazione con vani comunicanti, omettendo di indicare la presenza di altri due appartamenti.
Sempre secondo le indagini avrebbe anche omesso nella sua relazione integrativa al permesso a costruire, di indicare i subalterni che distinguono le unita' di fabbricato, al fine di trarre in inganno gli organi preposti al controllo.