Si è riunita stamane - nella Sala Commissioni "Eude Cicerone" - la prima Commissione consiliare, Programmazione e Bilancio, presieduta da Giustino Masciocco che - di settimana in settimana - sta tentando di analizzare la difficile situazione delle ex municipalizzate del Comune dell'Aquila. All'ordine del giorno, l'audizione dei vertici Afm (Azienda Farmaceutica Municipalizzata) in merito al bilancio 2013 e al bilancio di previsione 2014.
Innanzitutto, i dati macro-economici. Confortanti, hanno sottolineato il presidente Giorgio Masciocchi e il direttore amministrativo, Roberto Fontana. Il bilancio 2013 si chiuderà con una perdita di 160mila euro: "C'è però una netta ripresa del settore farmacie", ha spiegato Masciocchi. "Se nel 2011 avevamo registrato una perdita di 253mila euro nel reddito operativo, nel 2013 si andrà in positivo. E nel 2014 è previsto un ulteriore aumento di 150mila euro".
A sentire Masciocchi, la perdita che si registrerà nel bilancio 2013 è dovuta alla avviata mobilità - con esito positivo - per i cinque lavoratori impegnati fino al 31 dicembre 2012 nei servizi cimiteriali, poi esternalizzati per decisione dell'amministrazione attiva, e ai maggiori costi previsti dalle normative di legge per il settore pedagogico. "E' stato fatto un grande lavoro", ha rivendicato il presidente della Afm. "L'apertura a 12 ore su 6 giorni delle farmacie di Pettino e del Torrione ha generato un impatto economico molto positivo. Stiamo pensando dunque all'estensione dell'apertura a 6 giorni per un'altra farmacia. Inoltre, attiveremo un'apertura a 24 ore al Torrione, che diventerà punto di riferimento per tutta la città. Si è decisa poi la chiusura della farmacia di Castel di Ieri". Ha spiegato ancora Masciocchi: "Stiamo tentanto di ampliare la vendita dei parafarmaci che genera profitti più alti. Infine, abbiamo razionalizzato la gestione del magazzino con l'eliminazione di tutti gli scaduti e individuando delle categorie di farmaci generici che assicurino un margine più ampio".
Dunque, anche se gli sviluppi informatici permetterebbero una gestione ben più sofisticata e - senza dubbio - efficace, per ora non è in programma una riqualificazione in tal senso. Una scelta che non ha mancato di generare qualche perplessità nei commissari consiglieri che hanno partecipato all'audizione. Così come il decreto ingiuntivo per crediti non riconosciuti - parliamo di 1milione e 800mila euro - presentato da Afm avverso il Comune dell'Aquila che ha deciso per l'opposizione: "I vincoli normativi obbligano al riallineamento del bilancio", ha chiarito Masciocchi. "Siamo in attesa del pronunciamento del giudice che si è riservato di decidere sulla immediata esecutività del decreto". Evidentemente, si tratta dell'ennesima brutta pagina nella gestione delle ex municipalizzate. L'Azienda Farmaceutica si è trovata costretta a presentare decreto ingiuntivo avverso il socio unico, il Comune dell'Aquila, non avendo trovato altro modo per stabilire a quanto ammontano i crediti dovuti. E il Comune dell'Aquila ha presentato opposizione. "Con ulteriore esborso di soldi pubblici", ha sottolineato il consigliere di opposizione Daniele Ferella.
Si è passati poi a discutere del destino dei lavoratori in mobilità. Altra vicenda esemplare della cattiva gestione delle aziende. Al 31 dicembre 2012, come detto, il servizio è stato esternalizzato. Fino ad allora, vi avevano lavorato sette dipendenti Afm per un importo complessivo di 230mila euro. Poi, l'affidamento per concorso alla cooperativa "Il Focolare di Celestino", per 195mila euro. Un bel risparmio, senza dubbio. Se non fosse che i lavoratori Afm - che nel frattempo erano diventati cinque, uno si era licenziato e l'altro aveva chiesto trasferimento ad Ama - hanno continuato a percepire lo stipendio senza avere una mansione specifica, fino al giorno della messa in mobilità, il 13 agosto del 2013. Per fortuna, la questione si è risolta positivamente: "La procedura di mobilità è stata avviata con successo", ha sottolineato Masciocchi. "Tre lavoratori sono impegnati nel servizio affissione che ci è stato nel frattempo affidato dal Comune. Un amministrativo si occupa della tariffazione delle farmacie che abbiamo unificato e l'altro, invece, è stato trasferito al servizio pedagogico didattico".
Altri mugugni. I 150mila euro previsti per il servizio affissione, infatti, non sono stati ancora assicurati ad Afm. E lascia qualche dubbio anche il trasferimento di un amministrativo al servizio pedagogico didattico. Servizio gestito da Afm, tra mille difficoltà: "Abbiamo avanzato tutti i passi necessari per allineare i contratti dei nostri insegnanti di asilo nido a quelli del Comune dell'Aquila. Servono, però, maggiori finanziamenti: 25mila euro per arrivare ad avere insegnanti a 24 ore settimanali su 10 mesi. 55mila euro, invece, per arrivare a 24 ore sui 12 mesi". Ad oggi, sono dieci gli insegnanti contrattualizzati da Afm con part-time verticali, a 18 ore settimanali per 10 mesi. Basterebbero 55mila euro per permettere agli insegnanti di svolgere un lavoro ben più proficuo per i nostri bambini. Evidentemente, non si trovano. "Già nel bilancio del 2012", ha ricordato il consigliere d'opposizione Emanuele Imprudente, "avevamo presentato un emendamento a mia firma per chiudere questa pagina vergognosa. La maggioranza bocciò la proposta di modifica, promettendo che avrebbe trovato i fondi per allineare i contratti delle insegnanti dell'Afm a quello delle insegnanti del Comune. Siamo nel 2014 e non si è dato alcun seguito alle promesse".
Infine, la questione della farmacia di Santanza che - a oramai cinque anni dal terrremoto - è ospitata in un container nel parcheggio di palazzo Del Tosto, in condizioni igienico-sanitarie nient'affatto idonee. Masciocchi conferma che è in dirittura di arrivo la procedura amministrativa per l'individuazione di un edificio da affittare. I tempi per la realizzazione della nuova sede di proprietà che - nelle intenzioni dell'amministrazione - andrà a riqualificare Piazza Italia, sono infatti incompatibili con le condizioni del container di via Vicentini. Dunque, in attesa dell'approvazione del progetto e della fine dei lavori, si andrà in affitto. La nuova sede costerà 350mila euro, più o meno 3mila euro a metro quadro. Poco più del progetto Case, per intenderci.
All'audizione, ha partecipato anche la sindacalista Rita Innocenzi, della Cgil. "Si chiede ai sindacati di fare dei ragionamenti per verificare la possibilità di una profonda riorganizzazione delle ex municipalizzate", ha sottolineato. "Il nostro obiettivo - evidentemente - è di mantenere le aziende pubbliche tutelando gli attuali livelli occupazionali. Ci troviamo dinanzi, però, a moltissimi problemi: parlando di Afm, in che condizioni versano i dipendenti? Innanzitutto, non sono stati erogati gli aumenti previsti dai rinnovi dei Contratti collettivi nazionali, pur essendo stati sottoscritti prima delle disposizioni comunali contenute nella delibera 480 del 23 ottobre 2013. Gli accordi di secondo livello - inoltre - sono stati tutti disdettati".
Una critica avanzata già dal sindacato dell'Ugl che aveva proclamato lo stato di agitazione chiedendo l'immediata rimozione di Masciocchi. "Sono stati siglati degli accordi - ha ricordato Innocenzi - che non vengono rispettati. E ora, si chiede ai sindacati di collaborare alla razionalizzazione dei costi delle aziende. Si pretendono dai lavoratori ulteriori sacrifici: è arrivato il momento però che i dirigenti e gli apicali delle aziende diano per primi l'esempio. Altrimenti, si continuerà a chiedere ai dipendenti di rinunciare a diritti acquisiti con i soliti disservizi che vanificheranno comunque tutti gli sforzi".
Appello accolto dal primo cittadino, Massimo Cialente, che sta da tempo conducendo la sua personale battaglia contro gli sprechi delle ex municipalizzate. "Deve cambiare l'approccio", ha tuonato. "Se vogliamo - ed io lo voglio - che i servizi restino in mano pubblica, dobbiamo garantire una gestione efficate ed efficiente. Le aziende pubbliche sono tutte destinate al fallimento? Credo proprio di no. Ne è un esempio la Gran Sasso Acque, perfettamente in salute nonostante i disastri delle altre società abruzzesi che gestiscono il servizio idrico integrato. A meno di nuovi interventi normativi, la situazione ad oggi non lascia altre possibilità: vogliamo mantenere le aziende pubbliche? O le facciamo funzionare o mettiamo in bilancio le coperture. E' possibile chiedere agli aquilani di tirare fuori dei soldi per tenere in vita aziende inefficaci ed inefficienti?".
C'è bisogno di una profonda ristrutturazione, incalza il sindaco dell'Aquila: "In un momento di crisi, abbiamo una variabile indipendente che è pesantissima: un oggettivo surplus di personale. Dunque, per evitare licenziamenti, è necessario chiedere ai lavoratori qualche anno di sacrificio per salvare il posto di lavoro. Questa è la nostra mission: non si scappa. Dobbiamo intervenire su errori, privilegi e non curanze del passato. Ho chiesto spesso una commissione d'indagine: se non iniziamo ad affrontare il problema alla radice, mi assumerò personalmente la responsabilità di aprire una procedura avverso le passate dirigenze. Sono infatti responsabile di quanto accaduto dal maggio 2007 ad oggi. Se non si lavorerà ad una ristrutturazione seria delle aziende, andremo a studiare le carte delle gestioni passate. Non vorrei farlo, per non avvelenare ulteriormente il clima. Non intendo, però, assumere responsabilità non imputabili alla mia amministrazione. Dunque, chiedo almeno una verifica seria con una commissione conoscitiva: poi, capiremo cosa fare. Di certo, non ho intenzione di portare i libri in Tribunale come proponeva - a qualche mese dalle elezioni del 2007 - l'allora assessore al bilancio della giunta Tempesta, Silveri. Diamoci da fare, però".
Cialente torna anche sul decreto ingiuntivo: "Sono stato io a spingere il presidente Masciocchi a presentarlo. Non riusciamo a trovare una quadratura. Dunque, solo con l'intervento della magistratura si potrà fare chiarezza. Studiamo e capiamo cosa è successo negli anni, cosa ha portato alle differenze tra quanto si aspetta l'azienda e quanto propone il Comune dell'Aquila". Poi, le regole del nuovo corso: "I Presidenti diverranno amministratori unici e avranno responsabilità contabile. Cambierà il ruolo dei direttori generali e degli apicali: dovranno assumersi responsabilità per obiettivi. Per quel che riguarda Afm, sono sicuro che possiamo recuperare: non è più accettabile, però, che 8 farmacie in un anno generino un guadagno di 8mila euro. Giro a voi la questione dei 55mila euro per le insegnanti: possibile che una azienda che ha la gestione di 8 farmacie non riesca a mettere a bilancio 55mila euro? E ancora: perché non è stata chiusa prima la farmacia di Castel di Ieri? Chi ha deciso di aprirla? Come mai nessuno si è accorto dell'ammanco di 37mila euro riscontrato dagli inquirenti nella gestione della farmacia di Avezzano? Di chi sono le responsabilità?".