I sindacati confederali e le rispettive federazioni di categoria regionali hanno chiesto stamane, nel corso di una videoconferenza stampa, l'attuazione del protocollo per la prevenzione e la sicurezza dei lavoratori della sanità e dei servizi socio sanitari e socio assistenziali.
FP CGIL - FP Medici, CISL FP - CISL Medici, UIL FPL - UIL Medici hanno ricordato al presidente Marco Marsilio, all'assessore alla sanità Nicoletta Verì e ai direttori generali delle Asl abruzzesi come sia stato firmato, lo scorso 24 marzo, un importante protocollo fra il Ministero della Salute e la 'triplice' sindacale "che si pone l’obbiettivo di attuare misure tese a garantire la prevenzione e la sicurezza dei lavoratori della sanità, sia pubblica che privata, che operano nei servizi sanitari, socio sanitari e socio assistenziali, integrando i contenuti del protocollo generale firmato dalle parti sociali lo scorso 14 marzo".
Pertanto, i sindacati hanno chiesto un incontro urgente "per insediare il Comitato previsto in tale protocollo"; intanto, "vista l’impellente necessità di approntare idonee misure a tutela della salute degli operatori sanitari e per evitare la diffusione del contagio nei servizi stessi e all’interno del nucleo familiare degli addetti", la 'triplice' ha ribadito la necessità di definire alcune modalità operative: "Continua a mancare in ogni realtà qualsiasi occasione di confronto ed informazione, con le nostre categorie, sulle misure individuate, rinunciando così, tra l’altro, ad acquisire, stante la complicatissima situazione, anche preziosi suggerimenti da chi, lavorando sul campo, può contribuire ad individuare soluzioni più rispettose delle norme poste a salvaguardia della salute di operatori e pazienti", hanno constatato amaramente i sindacati.
"A oggi, infatti, rileviamo che non esiste, o non è reso disponibile alle scriventi, lo schema coordinato degli interventi disposti, né un dettagliato censimento del personale sanitario e non sanitario colpito dall’infezione da SARS-CoV. Manca altresì un quadro chiaro delle misure di riorganizzazione dei reparti ospedalieri, di potenziamento delle terapie intensive e d’istituzione di Covid-Unit, adottate in Regione".
Anche riguardo al delicatissimo tema delle carenze nella dotazione dei DPI, "chiediamo di fornirci e mettere a pubblica evidenza i dati relativi ai numeri del personale sanitario sottoposto a tampone, quello risultato positivo, quello posto in isolamento domiciliare e quello ricoverato. Riteniamo altrettanto indispensabile avere a disposizione i dati della reale distribuzione dei pazienti nelle diverse aree di ricovero delle strutture ospedaliere. Chiediamo detti dati non solo nel rispetto delle prerogative sindacali, ma soprattutto nell’ottica di dare evidenza pubblica e difendere il diritto di ogni singolo cittadino di fruire del massimo delle cure possibili, nonché al fine di agevolare e permettere la piena esplicazione del diritto di ogni singolo medico e operatore sanitario di svolgere nella pienezza delle loro competenze e conoscenze il massimo dello sforzo di diagnosi, terapia e cura degli ammalati".
Per concludere Cgil, Cisl e Uil hanno colto l'occasione per "ribadire le posizioni già precedentemente esplicitate e mai riscontrate che trovano oggi puntuale definizione nel richiamato Protocollo e che il costituendo Comitato dovrà affrontare unitamente al tema del fabbisogno del personale, le materie contrattuali, la situazione regionale in ordine alle strutture residenziali".