Martedì, 14 Aprile 2020 16:14

Riapertura aziende, Fiom scrive ai presidenti di Abruzzo e Molise: "Garantire sicurezza dei lavoratori, servono progetti specifici per le due regioni"

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"La riapertura delle attività produttive, prevista per il 4 di maggio 2020, deve essere accompagnata da un progetto specifico che la Regione Abruzzo e la Regione Molise devono mettere in atto in tempi rapidi. Il Governo, secondo noi in maniera affrettata, potrebbe decidere di avviare alcune attività produttive anche prima della data del 4 di maggio 2020, proprio per questi motivi non si può perdere tempo e deve essere fatta una valutazione dello stato delle nostre Regioni e dei nostri territori".

Così il segretario della Fiom Abruzzo Molise, Alfredo Fegatelli, in una lettera indirizzata ai presidenti delle regioni Abruzzo e Molise, rispettivamente Marco Marsilio e Donato Toma.

"Una sanità uscita da un lungo periodo commissariale per la regione Abruzzo e il permanere del commissariamento per il Molise, oltre ad una geografia delle nostre bellissime regioni fatta di tanti piccoli centri da dove ogni giorno partono e tornano migliaia di lavoratori - scrive la Fiom nella missiva - deve vederVI dialogare con il Governo per capire se esistono le reali condizioni di ripartenza, garantendo la massima sicurezza dei lavoratori e più in generale dei cittadini".

"Fermo restando le prerogative del Governo sulla decisione della ripartenza, è responsabilità di chi guida le regioni coordinarsi con lo stesso per far capire quali sono le nostre reali condizioni. Se il lockdown dovesse essere rispettato anche per le nostre regioni - evidenzia la Fiom - esistono i tempi necessari per organizzarsi. Tutte le nostre province saranno coinvolte".

"Solo per fare un esempio, immaginate che la riapertura della sola Sevel, nel territorio della Val di Sangro vedrà il coinvolgimento di circa 12.000 lavoratori di cui circa il 60% utilizza i mezzi di trasporto pubblico. È inimmaginabile pensare che ognuno utilizzi il proprio mezzo di trasporto per andare al lavoro, sempre nella sola Sevel sarebbero coinvolte per ogni turno circa 2500 auto con grosse difficoltà di parcheggio. Molti di questi Lavoratori vengono dal vicino Molise ma anche dalla Puglia e contribuiscono al Pil e all'economia delle due Regioni".

Situazione analoga per l'area industriale della FCA di Termoli.

"Proprio queste caratteristiche devono vedere le Regioni avere un ruolo centrale in questa ripartenza dialogando tra di loro per garantire che tutti i Lavoratori possano tornare a lavorare in sicurezza".

"Certo - si legge ancora nella lettera - nella Regione Abruzzo le dichiarazioni del presidente di TUA hanno evidenziato delle difficoltà, difficoltà che credo siano comuni anche per il Molise. Queste difficoltà stanno creando forti preoccupazioni per i lavoratori. Se anche le aziende fossero in grado di garantire la sicurezza, cosa di cui non siamo certi per tutte, molti lavoratori saranno obbligati ad utilizzare mezzi pubblici e affrontare un viaggio che può durare anche un'ora e mezza. In questo contesto va garantito il rispetto delle norme sia per i tanti lavoratori del trasporto pubblico e privato che dovranno svolgere il servizio, sia per i pendolari. Non solo vanno assicurate le distanze ma vanno programmate attività di sanificazione dei mezzi di trasporto".

Per la Fiom questa situazione richiede uno "sforzo organizzativo che va messo in campo da subito e non può solo riguardare il sistema dei trasporti, infatti deve essere messo in campo anche un progetto sanitario che consenta di prevenire un aumento dei contagi vista la quantità di lavoratori che saranno coinvolti. È essenziale aprire un dialogo con le aziende per sapere come intendono organizzarsi e con le Organizzazioni Sindacali per conoscere il punto di vista dei lavoratori".

"Va tenuto presente - ribadisce la Fiom - che oggi ci sono ancora i tempi per avviare tutti i confronti necessari se la ripartenza rimane il 4 maggio 2020. Decidere di chiudere un sistema produttivo da un giorno all'altro è facile, farlo ripartire dall'oggi al domani è irresponsabile".

Una ripartenza che non tenga conto di tutte le variabili rischia, sotolinea il sindacato, di "vanificare tutti gli sforzi e i sacrifici fatti dalle nostre popolazioni a partire da chi in prima linea, nella sanità, sta combattendo per contrastare il virus".

"Se a seguito del mancato coordinamento e della mancata programmazione saranno resi vani tutti gli sforzi messi in campo - conclude la Fiom - sarà evidente una responsabilità politica, morale e non solo".

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