Giovedì, 23 Aprile 2020 13:38

Bonus spesa, il Comune dell'Aquila sospende l'erogazione

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"Da ieri pomeriggio, il Comune dell'Aquila è stato costretto a sospendere la consegna dei buoni spesa a seguito di un decreto d'urgenza adottato dal presidente del Tar che ha congelato l'avviso istruito dall'Ente che prevedeva, tra i requisiti d'accesso, la residenza nel comune dell'Aquila, scelta condivisa con la stragrande maggioranza dei comuni italiani di ogni parte politica, da Roma a Firenze, da Milano a Teramo, anche in virtù del fatto che i parametri di assegnazione delle risorse agli Enti sono stati commisurati al numero di residenti".

Lo ha comunicato, poco fa, il sindaco Pierluigi Biondi sottolineando come "il ricorso di alcuni domiciliati [qui, l'approfondimento] - si contano sulle dita di una mano - costringerà circa 3 mila cittadini aquilani a restare in attesa dell'erogazione del buono" fino al 20 maggio prossimo, allorquando è stata fissata l'udienza cautelare. "Mi rendo conto del disagio, ma non dipende da noi", la presa di posizione di Biondi: "il Comune ha lavorato in modo chiaro, utilizzando la logica e il buon senso. Evidentemente non è piaciuto a qualcuno, a persone che avrebbero potuto tranquillamente fare domanda nei comuni di residenza, considerato che la misura è nazionale, e che invece hanno ritenuto più utile creare un possibile allarme sociale visto che molte famiglie aquilane stanno aspettando il buono con ansia". 

Una presa di posizione incomprensibile. 

Un passo indietro.

Il ricorso è stato presentato da una famiglia composta da tre persone domiciliate all'Aquila, ed è facilmente dimostrabile considerato che un membro del nucleo familiare è stato impiegato nella ricostruzione post-sisma fino all'inizio di febbraio, restando poi disoccupato, e un altro membro era regolarmente iscritto ad una scuola media cittadina. Di fatto, la famiglia non ha potuto presentare domanda per il bonus alimentare essendo formalmente residente in un comune pugliese: il bando istruito dal comune dell'Aquila prevedeva, come detto, che l'accesso fosse riservato ai soli residenti. 

Nel decreto cautelare il giudice del Tar Umberto Realfonzo ha citato il parere qualificato del Dipartimento Politiche sociali della Presidenza del Consiglio dei ministri che, nei giorni scorsi, aveva suggerito ai comuni di non adottare criteri discriminatori per la distruzione dei buoni spesa a sostegno dell'emergenza Covid. In particolare, era stato ribadito l'invito ad estendere l'accesso ai bandi "a coloro che non sono iscritti all'anagrafe purché domiciliati di fatto nel Comune, anche temporaneamente in quanto costretti sul territorio a causa del blocco della mobilità imposto dall'emergenza". Altrimenti, si sarebbe potuto generare "una discrimazione verso chi non possieda tali requisiti e tuttavia verta nella condizione di 'stato di bisogno' per richiedere i buoni alimentari". 

Piuttosto intuitivo, in effetti: d'altra parte, i buoni spesa sono utilizzabili - è stato specificato - presso gli esercizi commerciali contenuti negli elenchi pubblicati da ciascun comune sul proprio sito istituzionale e, guarda caso, la stragrande maggioranza degli Enti ha indicato attività del territorio, compreso il comune di residenza della famiglia ricorrente che, dunque, pur potendo fare domanda non avrebbe potuto utilizzare il buono stante l'impossibilità a muoversi.

Sebbene si fosse alzato un coro di proteste a seguito della pubblicazione dei criteri d'accesso al bando, il Comune dell'Aquila ha deciso di tirare dritto e il Tar, come prevedibile, ha emesso un decreto cautelare. Ma sia chiaro: non ha sospeso il bando, ha semplicemente disposto l'ammissione con riserva della famiglia ricorrente: a farla breve, il solo adempimento che il Comune sarebbe tenuto a eseguire è di consentire al nucleo familiare di presentare la domanda e procedere alla sua valutazione. 

Biondi, invece, ha annunciato la sospensione della consegna dei buoni.

Sollecitato sul punto da alcuni giornalisti, il sindaco ha risposto piuttosto piccato, parlando di "esegeti del diritto", ribadendo come il decreto cautelare del Tar sia stato "verificato dall'avvocatura del Comune e dal dirigente del settore Politiche sociali che hanno deciso in questo senso a titolo precauzionale: è vero che il provvedimento sospende gli atti nella sola parte in cui riserva l'accesso alla misura di sostegno ai soli nuclei familiari residenti nel comune, ma se non ci fosse la riserva - ha sottolineato Biondi - bisognerebbe rifare il bando, accogliere di nuovo le domande ed istruire una nuova graduatoria; così, la graduatoria in essere non sarebbe da considerarsi valida, e si potrebbe correre il rischio di assegnare buoni a famiglie che, all'esito della nuova valutazione, potrebbero restare tagliati fuori".

Di qui, la decisione assunta dall'amministrazione che, comunque, ha già consegnato i buoni ai primi 100 nuclei familiari in graduatoria. E viene da chiedersi di quale gradutoria, tra l'altro, considerato che non è stata ancora pubblicata.

"Non vi era alcuna necessità di bloccare la erogazione dei buoni - ha replicato l'avvocato Fausto Corti, uno dei legali che ha assistito la famiglia ricorrente - anche perché il contributo massimo a cui i nostri assistiti potrebbero aspirare è pari a 300 euro, un importo che il Comune potrebbe facilmente accantonare in attesa di valutare la domanda dei nostri assistiti e, nel contempo, procedere alla erogazione della restante somma. Non vi sono, perciò, ragioni giuridiche per negare una misura di soccorso alle migliaia di bisognosi che hanno già presentato la loro domanda e che Biondi ha deciso di prendere in ostaggio per motivi che sono solo ed esclusivamente di riprovevole natura politica", l'affondo del legale.

Insomma, il Comune avrebbe potuto tranquillamente far scorrere la graduatoria per 299 mila e 700 euro, riservandosi di assegnare i 300 euro restanti alla famiglia ricorrente, qualora il Tar ne riconoscesse le ragioni, o all'ultimo degli aventi diritto. Oppure, l'Ente avrebbe potuto eventualmente stanziare i 300 euro ulteriori a valere sul proprio bilancio, come risulta piuttosto evidente. Al contrario, se il timore è che si possa creare un precedente col riconoscimento dei diritti dei ricorrenti e che, dunque, sulla scorta del pronunciamento del Tar altri nuclei familiari domiciliati ma non residenti in città possano istruire ricorso per essere stati esclusi dal bando, allora si dovrebbero attendere i canonici 120 giorni dalla pubblicazione del bando - il tempo concesso per presentare ricorso - e non si dovrebbe procedere con la consegna di alcun buono, neanche ai primi 100, considerato che, come ribadito dal sindaco, la graduatoria in essere potrebbe non essere valida.

La verità è che il Comune ha sbagliato, e bisognerebbe semplicemente riconoscerlo: d'altra parte, decidere di sospendere il bando, sebbene l'Ente non fosse obbligato a farlo, significa che almeno il dubbio è insorto anche tra i dirigenti; la verità è che stiamo parlando di piccole somme, per le necessità contigenti, e dunque l'amministrazione dovrebbe erogare i buoni seguendo la graduatoria istruita, preparandosi, nel caso, ad un debito fuori bilancio di qualche migliaio di euro - una inerzia per le casse dell'Ente, considerato pure che comuni più virtuosi hanno aggiunto somme proprie a quelle stanziate dal Governo - per dare risposta alle ragioni di chi eventualmente dovesse ricorrere e trovare l'accoglimento delle sue ragioni. Di questo, stiamo parlando.

Almeno di non voler strumentalizzare la situazione, creata dall'Ente, per fini squisitamente politici, scatenando una guerra tra poveri di cui la città non ha davvero bisogno.

La nota del Comune

"In merito ad alcune notizie riportate dagli organi di stampa in ordine alla questione della momentanea sospensione dei buoni spesa" si legge in una nota del Comune "si precisa chetale determinazione è suffragata da un parere tecnico-legale sottoscritto dal settore Avvocatura del Comune dell’Aquila, che ha fornito un invito alla prudenza in ordine alla distribuzione dei tagliandi alla luce del ricorso presentato presso il Tribunale amministrativo del capoluogo d’Abruzzo".

"Contestualmente i legali dell’ente intraprenderanno un tentativo per ottenere urgentemente maggiori chiarimenti in ordine alla decisione assunta dal presidente del Tar al fine di attuare azioni utili a garantire il rispetto della legalità e assicurare agli aventi diritto del contribuito di poterne usufruire in tempi rapidi".

Pezzopane: "Intervenga il prefetto"

"Ho chiesto al Prefetto di intervenire ed ora interesserò anche il Ministero degli Interni. Ma si vuole indurre alla protesta la povera gente? Si vuol far diventare una questione di ordine pubblico un’occasione straordinaria di fare del bene a chi ha bisogno? I Comuni di Avezzano, Pescara, e tutti i piccoli comuni hanno già completato la distribuzione. E qui a L’Aquila? 360.000 euro fermi. Una inadeguatezza sconcertante. Il comune su questa vicenda, fin dall’inizio, ha creato turbamento. Il sindaco Biondi gioca sulla pelle della povera gente, ha sbagliato il bando e lo avevamo avvertito, gli abbiamo chiesto di modificarlo ed invece no, sempre muro contro muro ed ora ha perso vergognosamente al TAR contro i ricorsi di associazioni di cittadini. Così decide di bloccare senza motivo, e fino al 20 maggio, la erogazione dei Buoni spesa che gli altri comuni hanno già distribuito e di cui le famiglie hanno estremo bisogno. Ho chiesto alla Signora Prefetta Cinzia Torraco di intervenire immediatamente. Un ennesimo atto di inciviltà. È una gravissima ingiustizia! Una cosa tristissima ed insopportabile. Può diventare una questione di ordine pubblico. Abbraccio tutte le persone e famiglie bisognose. Non siete sole“

A dichiararloo è la deputata del Pd Stefania Pezzopane.

Coalizione sociale: "Subito buoni spesa alimentari per tutte le persone in difficoltà"

"Se l’Amministrazione intende sospendere la distribuzione dei buoni alimentari messi a disposizione dal Governo è solo colpa delle scelte politiche e amministrative sconsiderate alla base dell’avviso pubblicato! Nonostante le richieste e le diffide formalizzate immediatamente, per scongiurare misure totalmente fuori contesto rispetto alla crisi generata dall’emergenza in corso, la destra al governo della città ha voluto utilizzare criteri basati sulla residenza e, per i cittadini stranieri, sui permessi di soggiorno di lunga durata. Criteri escludenti proprio delle fasce che più patiscono questa crisi e in contrasto non solo con il dovere etico di non lasciare indietro nessuno, ma persino con le norme nazionali, come hanno denunciato da subito tante realtà che si occupano di fragilità sociali nel nostro territorio".

A denunciarlo è la Coalizione sociale che richiama le parole dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri: "non solo è necessario estendere i buoni a tutti i cittadini stranieri regolarmente soggiornanti, ma anche a tutti gli stranieri privi di titolo di soggiorno e a tutti coloro che, italiani o stranieri, non siano iscritti all’anagrafe, purché domiciliati di fatto nel comune, anche temporaneamente, in quanto costretti sul territorio a causa del blocco della mobilità imposto dall’emergenza. E proprio sulle Linee guida dell’UNAR si fonda la sospensiva del TAR dopo il ricorso di una famiglia non residente esclusa dalla possibilità di partecipare al bando. Vergognoso che il Sindaco attacchi una famiglia in difficoltà che ha semplicemente ritenuto di far valere i propri diritti! Vergognoso che provi ad alimentare la “guerra tra poveri”! Vergognoso che si giustifichi snocciolando l’entità delle risorse erogate a favore di cittadine e cittadini di origine straniera che vivono nella nostra città! Semmai quei dati dimostrano proprio che una gran parte delle fasce più disagiate destinatarie di quelle sacrosante risorse è costituita da popolazione di origine straniera, un fatto che dovrebbe interrogare tutti su come si innescano le disuguaglianze sociali invece di essere utilizzato per soffiare sul fuoco dell’intolleranza!".

Che poi, aggiunge la Coalizione sociale, "è proprio il chiamare in causa le risorse erogate a cittadine e cittadini stranieri a denotare l’approccio discriminatorio. Come se le persone di origine straniera dovessero giustificarsi di meritare più degli italiani quelle risorse. Ne hanno diritto. Punto. Non è un favore né un’elargizione, né più né meno come per gli italiani da sette generazioni che versano in situazioni di difficoltà! Ora il Comune dia immediatamente la possibilità di fare domanda per i buoni pasto a tutti gli aventi diritto, in linea con i criteri evidenziati dalle Linee guida attraverso autocertificazioni dello stato di necessità prodotto dall’emergenza, come suggeriva l’ANCI già il 30 marzo. E la smetta di cavalcare la crisi sociale ed economica per fare propaganda becera. Non si permetta questa Amministrazione di sospendere l’erogazione dei buoni che è già iniziata con notevole ritardo, pensando di addossare la responsabilità proprio a chi fin da subito ha evidenziato criticità e discriminazioni. Pensi piuttosto a individuare responsabilità politiche e amministrative di chi ha combinato questo disastro e a chiederne conto".

PD L'Aquila: "Il Prefetto nomini subito un commissario ad acta per l'erogazione dei buoni"

"Come avevamo prontamente detto già 15 giorni fa, il bando per gli aiuti alimentari partorito dall’Amministrazione Comunale sta mostrando il suo vero volto, quello di un atto discriminatorio infarcito di becera ideologia ed evidenti errori amministrativi. Dopo l’invito dell’UNAR (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) ai comuni italiani di adottare criteri non discriminatori nella costruzione dei bandi, dopo le linee guida del Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, diffuse in esecuzione dell’Ordinanza di Protezione Civile che aveva stanziato i fondi, arriva adesso anche la sentenza del TAR Abruzzo a dimostrarlo".

A dirlo sono la segretaria cittadina del Pd, Emanuela Di Giovambattista, e i consiglieri comunali Stefano Palumbo e Stefano Albano.

"Discriminazione ed esclusione dal bando non soltanto per gli stranieri presenti sul territorio - sottolineano i dem - ma anche per i cittadini italiani residenti altrove, ma domiciliati abitualmente nella nostra città, e rimasti bloccati qui dall'inizio dell'emergenza. Un pasticcio quindi che si aggiunge al già vergognoso ritardo che aveva impiegato questa giunta per partorirlo, a differenza di altri comuni, come ad esempio Pescara, città complessa e governata dal centro destra, e perfino quelli piccoli del nostro comprensorio, costretti a condividere il segretario generale e senza dirigenti a tempo pieno in organico, che hanno iniziato la distribuzione dei buoni alimentari alle famiglie bisognose prima ancora che l’avviso pubblico aquilano venisse pubblicato".

Quindi un bando pubblicato con grande ritardo e fatto anche male, "specchio di una classe dirigente concentrata molto sul fare bella figura con i propri capi romani e poco o per niente sul governare la città. D'altronde è stato piuttosto chiaro, fin dall'inizio di questa vicenda, quale fosse la strategia politica impartita dalla Meloni a tutti gli amministratori locali di Fratelli D’Italia, con l'obiettivo di una permanente propaganda contro ogni azione messa in campo dal Governo. E mentre Biondi se la prendeva con il governo per "l'insufficienza dei fondi governativi", si è ben guardato dal chiedere al Presidente Marsilio di integrare il fondo governativo con i fondi della Regione, che oggi sono oggetto di un ulteriore bando altrettanto farraginoso e per la cui istruttoria si perderà tempo prezioso che avrebbe potuto essere, invece, dedicato a completare i procedimenti per la cassa integrazione in deroga".

Non pago del disastro combinato, denuncia il Pd, "oggi il Sindaco rincara la dose dichiarando che, a seguito della sentenza del TAR, sospenderà fino al 20 Maggio l'erogazione dei buoni alimentari. Sia chiaro che il Tribunale Amministrativo non ha richiesto la sospensione dei buoni ma ha dato solo ad una famiglia, esclusa dai criteri del bando del Comune, la possibilità di formulare la domanda. Una scelta folle e incomprensibile dal sapore repressivo. Se il timore è quello di dover soddisfare un maggiore numero di domande si potrebbe tranquillamente aumentare lo stanziamento con fondi di bilancio comunale o chiedendo a Marsilio di fare quello che avrebbe dovuto fare dall'inizio, cioè trasferire i fondi della Regione per le spese alimentari ai Comuni. Il Sindaco, invece, piuttosto che ammettere di aver sbagliato e cercare di rimediare, ancora una volta per mere motivazioni politiche e ideologiche, gioca sulla pelle delle persone in difficoltà, con il rischio evidente di contribuire al crearsi di tensioni sociali. Non è un comportamento accettabile e non staremo fermi a guardare la disperazione di tante famiglie che contavano, nell'immediato, su questo piccolo aiuto. Pertanto chiediamo al Prefetto dell'Aquila di intervenire e di nominare un commissario ad acta per l'erogazione dei buoni alimentari e annunciamo che daremo battaglia in tutte le sedi istituzionali disponibili, a cominciare dal Consiglio Comunale".

Italia Viva L'Aquila: "Gravissimo"

"Come avevamo ampiamente previsto e scritto, la decisione di escludere dall’assegnazione dei buoni spesa chi non risiede nel comune dell’Aquila, difesa da tutti i capigruppo di maggioranza, ha prodotto solo danni; danni che nel periodo di estrema difficoltà in cui versa la comunità raddoppiano la loro potenza infausta. Avevamo messo in guardia il Sindaco e la Giunta Comunale che stavano procedendo nel modo sbagliato, andando contro le norme vigenti e contro le direttive nazionali nel determinare l’assegnazione dei buoni spesa escludendo dal beneficio i non residenti nel comune dell’Aquila e gli stranieri senza permesso di soggiorno di lunga durata".

Si legge in una nota firmata dai consiglieri comunali di Italia Viva Paolo Romano, Elisabetta Vicini ed Edlira Banushaj. Che aggiungono: "Non sarebbe dovuto essere un problema di residenti in città, una città che ricordiamo accoglie molti operai della ricostruzione con le loro famiglie, come non sarebbe dovuto diventare un problema riguardante gli stranieri. Era ed è un problema che riguarda chi è in difficoltà. Come era prevedibile, e come avevamo preannunciato, la delibera si sarebbe prestata ai ricorsi degli esclusi: cosi puntualmente è stato. Il TAR ha già disposto un’estensione dei criteri adottati dal Comune obbligandolo a permettere di fare domanda anche ai non residenti. Visto che sono stati presentati altri ricorsi relativi all’esclusione degli stranieri senza permesso di soggiorno di lunga durata è molto probabile che il TAR disporrà una estensione dei criteri anche su quella parte del bando. È gravissimo che a causa del provvedimento del TAR il Comune abbia decretato la sospensione dei buoni spesa alle famiglie che ne hanno diritto; certamente si complicherà ancora di più la vita quotidiana di tutte quelle persone che confidavano in questa misura per il loro sostentamento. Siamo a disposizione di chiunque voglia contribuire ad aiutare chi ha bisogno e speriamo vivamente che quanto accaduto a L’Aquila sia di monito per tutti quei comuni abruzzesi che hanno ritenuto di dover escludere tutti coloro che pur vivendo difficoltà oggettive e accertate e che si sono visti negare il diritto agli aiuti che lo Stato aveva previsto anche per loro".

Articolo 1: "La vergogna del Comune dell'Aquila: intervenga il Prefetto"

"Avevamo immediatamente segnalato che i criteri individuati dal Comune dell'Aquila per l'erogazione dei buoni spesa per i nuclei familiari in difficoltà erano discriminatori, oltre che pasticciati, iniqui e contrari allo spirito dell'intervento d'urgenza previsto dal Governo. Avevamo offerto la nostra collaborazione affinché non si arrivasse alla situazione inaccettabile in cui ora ci troviamo, con 368 mila euro trasferiti da venti giorni nelle casse del Comune e lì bloccati per l'incompetenza dell'Amministrazione, con assoluto disprezzo per le necessità di quelle famiglie che in questi giorni hanno difficoltà anche a fare la spesa".

L'affondo è di Articolo 1.

"Di fronte alla decisione del TAR, che ha giustamente permesso ad una famiglia pugliese di poter essere ammessa a questi contributi straordinari, la decisione del Sindaco di sospenderne ulteriormente la distribuzione per tutti, magari con l'intento neanche troppo nascosto di far aumentare tensioni e rabbia da scaricare contro chi ha segnalato le irregolarità, è un ulteriore schiaffo alla decenza, al buon senso e sopratutto alle famiglie più povere del nostro comune. Chiediamo un intervento immediato del Prefetto perché si ponga fine a questo scandalo inaccettabile". 

Il Passo Possibile: "Tempistica fattore determinante, mettersi una mano sulla coscienza"

"A seguito della sentenza del Tar relativa alla procedura per l'erogazione dei buoni spesa assistiamo ad un rimpallo di responsabilità da parte del Sindaco che, oltre ad apparire totalmente fuori luogo in un contesto come quello che stiamo vivendo, mina la dignità della carica con una contrapposizione infantile ad un atto, quello del Tar, che non fa altro che sancire un’illegittimità di palese evidenza. Il Tar ha ritenuto talmente fondata la questione, nel fumus boni iuris e nel danno, da esprimersi inaudita altera parte nella sospensiva. Ci eravamo già espressi, in tempi che avrebbero permesso all'amministrazione di evitare la presente impasse, sull'inopportunità di segnare confini burocratici di fronte a esigenze sociali di tale rilevanza e urgenza. Consci però che oggi, più che la soddisfazione di vedersi riconosciute le proprie ragioni, è necessario agire per il bene della cittadinanza, chiediamo al Sindaco di procedere alla riapertura del bando in autotutela modificandolo nello spirito della sospensiva del Tar e di istruire in maniera conforme alla stessa le domande già inoltrate. Si fa presente, infine, che l'esiguità dell’eventuale maggiore spesa, in un momento come questo, non rappresenterebbe un ostacolo opponibile alle ragioni di un tale agire, ancor più alla luce della necessità, già presente, di dover reperire maggiori risorse, vista l’insufficienza di quelle attuali. In questo modo si eviterebbero inutili e pretestuosi conflitti sociali riconducibili alla genesi dei richiedenti. Il momento che stiamo vivendo potrebbe approdare ad una crisi economica di portata storica e, quindi, ora più che mai, il compito di chi amministra deve essere la tutela della cittadinanza, non la trasformazione di ogni vicenda in una guerra identitaria sulla pelle di chi, non potendo difendersi da solo, viene messo al centro di battaglie di principio che hanno il sapore di schermaglie di pura appartenenza politica. Non per ultimo la soluzione proposta non solo rappresenta la più celere per soddisfare le esigenze di tutti, pochissimi giorni vista l’urgenza, ma eviterebbe il susseguirsi di numerosi ricorsi le cui spese legali sarebbero sicuramente maggiori di qualunque altro esborso in capo al Comune per soddisfare tutte le legittime esigenze. Quando si tratta di erogazione di contributi alimentari, per chi è nel bisogno, la tempistica è un fattore determinante e dovrebbe sollecitare tutti a mettersi una mano sulla coscienza".

Ad affermarlo sono i consiglieri comunali Elia Serpetti, Emanuela Iorio, Antonio Nardantonio e Americo Di Benedetto (Gruppo consiliare il Passo Possibile) e Fabrizio Ciccarelli (Presidente dell’Associazione il Passo Possibile) che intervengono nuovamente sulla vicenda degli aiuti alle persone bisognose.

De Santis: "Sindaco sceriffo blocca tutto"

"Incredibile, ma prevedibile quello che sta succedendo per la consegna dei Buoni spesa alle famiglie bisognose della città, che aspettano da 20 giorni che il Comune provveda, utilizzando le somme- 380 mila euro - trasferite dal Governo. L’intento era quello di aiutare le famiglie bisognose ed in difficoltà a seguito del Coronavirus prima di Pasqua e dunque con la massima celerità. La Giunta comunale ha approvato criteri discutibili e forse discriminatori che, come ricordato più volte, hanno innescato ricorsi da parte di cittadini, uno dei quali già accolto dal Tar ed altri ne sono stati annunciati. Insomma, il Sindaco e la Giunta si sono ficcati in una palude, accecati da una visione ideologica, e non sono in grado di uscirne. Anzi, stanno peggiorando la situazione con un’altra decisione assurda, quella assunta dal Sindaco di bloccare la consegna dei Buoni spesa ai beneficiari presenti nella graduatoria! Dopo solo 100 Buoni consegnati, tutto rinviato alle sentenze dei Tribunali: il Giudice civile si pronuncia il 6 maggio ed il Tar il 20 Maggio: chi ha fame può aspettare! Non ci sono parole per commentare un comportamento amministrativo siffatto che renderà ridicolo il Comune dell’Aquila in tutto il Paese. Mi permetto di suggerire umilmente al Sindaco, Pierluigi Biondi, di far continuare la consegna dei Buoni spesa e di attendere con serenità la pronuncia del Giudice civile: così rispetterà i diritti ed il bisogno di pane dei beneficiari del Buono spesa e, se condannato, amplierà la graduatoria, integrando le risorse con i fondi di Bilancio. Certamente non è bello questo spettacolo sulla pelle di migliaia di famiglie in difficoltà che in fondo aspettano non una cortesia dall’ Amministrazione comunale, ma solo la consegna di un Buono per fare la spesa, con i soldi dello Stato, nemmeno del Comune!  La buona politica ed il buon senso prevalgano e si chiuda subito questa brutta pagina scritta dalla Giunta comunale!".

Ad affermarlo è il consigliere di opposizione Lelio De Santis.

Corneli: "Comune faccia dietrofront"

"Ho appreso che il Sindaco dell’Aquila ha sostenuto in diretta Facebook di essere stato “costretto” a  sospendere il bando per l’assegnazione dei buoni alimentari a causa di una decisione del TAR. Si tratta, come è consuetudine per il partito di Giorgia Meloni, di una menzogna colossale: difatti il TAR non ha sospeso la procedura, ma ha solo disposto l’ammissione con riserva di una famiglia che sembra essere stata illegittimamente esclusa. Il Comune, quindi, deve solo eseguire il decreto e consentire alla famiglia di presentare la domanda. Peraltro parliamo di un eventuale contributo di appena 300€ complessivi, che nulla sposterebbe sui circa 370 mila euro che lo Stato ha stanziato per i cittadini aquilani in difficoltà. Il Sindaco quindi sta solo vergognosamente strumentalizzando la vicenda per salvare la faccia visto che questo era un disastro annunciato. Io già lo scorso 7 aprile avevo fatto presente che il bando presentava dei profili altamente discriminatori. Forse Biondi non si rende conto che sta inutilmente togliendo il pane di bocca a centinaia di persone che ne hanno bisogno? Non si rende conto della delicatezza del momento storico che stiamo vivendo? Auspico che faccia immediatamente dietrofront rispetto a questa scelta scellerata che potrebbe comportare l’insorgenza di ulteriori responsabilità in capo al Comune, al di là dei giudizi politici e morali che tutti potremmo dare sul suo operato ma che al momento, per carità di patria, ci teniamo per noi".

Ad affermarlo è l'onorevole del Movimento 5 Stelle Valentina Corneli.

Ultima modifica il Giovedì, 23 Aprile 2020 22:57

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