Sta generando un polverone il parere del Prefetto della provincia dell'Aquila Cinzia Torraco che, di fatto, ha 'bocciato' l'ordinanza assunta dal sindaco Pierluigi Biondi per disciplinare la riapertura dei cantieri edili, con l'imposizione di sottoporre a tampone sanitario tutte le maestranze impiegate, entro al massimo 14 giorni dal riavvio delle lavorazioni, al fine della verifica della negatività al contagio.
Poco fa, la Prefettura ha tenuto a specificare che non è stata disposta alcuna 'bocciatura' dell’ordinanza sindacale emessa dal sindaco: "il Prefetto Torraco, nella sua nota - viene chiarito - ha esclusivamente rammentato, sul tema in questione, quanto contenuto nel Dpcm 26 Aprile 2020 e nell’Ordinanza n. 54 della Regione Abruzzo, ravvisando la possibilità di addivenire ad analogo risultato prefigurato dall’ordinanza sindacale mediante sottoscrizione di un’intesa tra istituzioni, enti, ordini professionali e associazioni del settore interessato, che preveda l’esercizio facoltativo della sottoposizione a tampone sanitario, nel rispetto della libertà di autodeterminazione dei lavoratori e tenuto conto della pari necessità di tutela della salute e della sicurezza all’interno dei cantieri".
Ora è chiaro che il termine 'bocciatura', usato nell'articolo, era riferito all'imposizione vincolante, così come prevista nell'ordinanza, del tampone entro 14 giorni dall'avvio dei lavori: d'altra parte, se il Prefetto avesse voluto avrebbe potuto imporre la riforma dell'atto o, addirittura, dichiararlo illegittimo e annullarlo. Al contrario, l'ordinanza resta vigente.
E dunque?
In sostanza, è accaduto questo: il Prefetto Cinzia Torraco, nel suo parere, non ha potuto far altro che rammentare come "alla luce del vigente quadro normativo non è ammessa la possibilità da parte dei sindaci di emanare ordinanze confliggenti con le disposizioni emesse in sede centrale, come sancito dall'articolo 35 del D.L. 2 marzo 2020, n. 9". E l'ordinanza del primo cittadino prescrive, in effetti, "misure maggiormente restrittive rispetto alle statuizioni del 'Protocollo condiviso di regolamentazione per il contenimento della diffusione del covid-19 nei cantieri' allegato al Dpcm del 26 aprile".
Non solo. Torraco ha messo nero su bianco che "neppure a livello regionale si ravvede l'obbligo dello screening sanitario", posto che l'ordinanza n. 54 del 3 maggio 2020 firmata dal presidente Marco Marsilio "prevede la mera segnalazione e il conseguente monitoraggio delle persone che, a qualunque titolo, facciano ingresso in Abruzzo a partire dal 4 maggio".
Più chiaro di così.
In una nota diffusa nel pomeriggio, Biondi ha voluto specificare che il parere del Prefetto è giunto in risposta alla manifestata richiesta di maggiore stretta da parte del Consiglio comunale, giunta con atto approvato da maggioranza e opposizione a termine del Consiglio comunale del 30 aprile scorso. Una richiesta, evidentemente, irricevibile.
Tuttavia, il punto della vicenda è un altro. Il Prefetto dell'Aquila ha ravvisato la possibilità di addivenire ad analogo risultato, in termini di sicurezza, "mediante la sottoscrizione di una intesa tra istituzioni, enti, ordini professionali e associazioni del settore che preveda l'esercizio facoltativo della sottoposizione a tampone sanitario, nel rispetto della libertà di autodeterminazione dei lavoratori e tenuto conto della pari necessità di tutela della salute e della sicurezza all'interno del cantiere".
Una presa di posizione non fraintendibile: di fatto, il Prefetto ha condiviso le preoccupazioni per la salute dei cittadini e la sicurezza all'interno dei cantieri, e per questo non ha proceduto con una prova di forza, tuttavia ha chiarito che non si può imporre alle imprese di avviare i cantieri a patto che le maestranze siano sottoposte a tampone entro 14 giorni, piuttosto si dovrebbe lavorare ad una intesa che, stante le disposizioni del Governo in materia di cantieri edili, preveda una assunzione di responsabilità facoltativa in capo alle aziende che non dovrebbe considerarsi, però, in alcun modo vincolante per il riavvio delle lavorazioni.
A farla breve: la Prefettura non ha annullato l'ordinanza, che resta vigente, ma se un'impresa dovesse rifiutarsi di provvedere entro 14 giorni a fare i tamponi alle maestranze non potrebbe essere sanzionata stante l'evidenza che, impugnando eventuali atti conseguenti al provvedimento del Comune, vedrebbe riconosciute le sue ragioni. Chiaro?
Insomma, ci si deve richiamare al senso di responsabilità delle imprese che, per garantire la sicurezza dei cittadini, considerata la specificità del cantiere aquilano, si auspica possano ottemperare ai dettami dell'ordinanza: si tratta, tuttavia, di un "esercizio facoltativo" che non può essere imposto con ordinanza sindacale.
Tant'è vero che già ieri sera, allorquando il parere della Prefettura era noto all'amministrazione comunale, si è tenuta una riunione a Palazzo Fibbioni; ebbene, nel comunicato diffuso dall'Ance L'Aquila in tarda serata si legge: "si è svolta questa sera la riunione promossa da ANCE L’Aquila con il sindaco Pierluigi Biondi ed i rappresentanti delle professioni tecniche per condividere chiarimenti e interpretazioni rispetto all’ordinanza sindacale numero 71 del 30 aprile scorso. Nel corso dell’incontro sono stati chiariti tutti i dubbi interpretativi relativi alla riapertura in sicurezza dei cantieri. Sono stati definiti inoltre con puntualità compiti e competenze. E’ stato manifestato l’auspicio condiviso da tutti i presenti che l’attività di riapertura dei cantieri possa avvenire attraverso un preventivo screening di tutti coloro che vi andranno ad operare. Il confronto è stato proficuo e utile a rafforzare l’unità di intenti".
E' un auspicio che "l'attività di riapertura dei cantieri possa avvenire attraverso un preventivo screening di tutti coloro che vi andranno ad operare", non più un obbligo vincolante, sebbene l'ordinanza sindacale vada in quella direzione.
Sottoscritto addendum al protocollo con ordini professionali
Sta di fatto che ieri sera il primo cittadino ha sottoscritto con i rappresentanti degli ordini professionali di ingegneri, architetti, periti industriali, e del collegio dei geometri, un addendum al protocollo contenente le buone prassi per garantire il contrasto e il contenimento alla diffusione del coronavirus. Per “maestranze”, ad esempio, è stato chiarito che dovranno essere intesi tutti coloro che lavorano all’interno delle aree interessate dalle opere, così come le imprese subappaltatrici e gli autonomi dovranno essere già in possesso di dispositivi di protezione al momento della presa in servizio.
“L’integrazione al protocollo è uno strumento per l’ulteriore definizione di quelli che saranno compiti e responsabilità delle aziende e dei soggetti impegnati a vario titolo nella ricostruzione, al fine di garantire la sicurezza di lavoratori e dell’intera comunità aquilana”, ha specificato Biondi. “In questa fase gli oneri dovranno essere a carico delle imprese ma, come ho già scritto il 20 aprile scorso, in maniera preventiva, al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e al ministro per le Infrastrutture e i Trasporti, Paola De Micheli, è necessario un intervento normativo che consenta di riconoscere un contributo aggiuntivo alle imprese impegnate nella ricostruzione dei comuni colpiti dal sisma 2009 per sostenere i maggiori oneri legati all’emergenza Covid-19. Che la questione sugli oneri per la sicurezza sanitaria nei cantieri sia aperta, peraltro, è stato ribadito oggi su Il Sole24Ore dal presidente nazionale Ance, Gabriele Buia”, ha concluso il primo cittadino.
Amministratori di condominio: "Valutiamo eventuali iniziative da intraprendere"
"Noi Amministratori di condominio, unici rappresentanti della proprietà e quindi committenti, non abbiamo sottoscritto alcun protocollo (tanto meno siamo stati invitati ad alcun tavolo) e non ci riteniamo in alcun modo rappresentati dagli ordini professionali. I nostri avvocati valuteranno quanto riguarda le nostre responsabilità e le eventuali iniziative da intraprendere".
Lo ha detto Mauro Basile (Anaci Abruzzo).
Pezzopane: "Ordinanza farlocca"
"Un’altra brutta figura del Sindaco Biondi. La Prefetta Torraco osserva, con una sua chiara nota, l’ordinanza sui cantieri firmata dal Sindaco dell’Aquila, come atto fuori dalle disposizioni già impartite con i protocolli nazionali. Lo avevamo detto, ma non siamo stati ascoltati. Ci siamo sgolati in questi giorni a dire che l’ordinanza sui cantieri era sbagliata ed inopportuna. Sbagliato lo strumento: non andava fatta una ordinanza che è strumento impositivo ed è stato emanato senza averne l’autorità, ma semmai un protocollo tra parti consenzienti. Sbagliati i tempi: infatti andava sottoscritto, semmai, un mese fa e con la partecipazione della Regione e della Asl per rendere praticabile la raccolta dei tamponi".
A dirlo è la deputata del Pd Stefania Pezzopane.
"I cantieri insomma sono rimasti chiusi per un capriccio del sindaco, che non ascolta ed esercita pieni poteri che non ha. Come con i buoni spesa ed il TAR, ora con i cantieri e la Prefettura. Si ripete uno schema perdente. L’ossessione di attaccare politicamente il governo e smantellare ogni giusta decisione, sta portando l’amministrazione ad una catastrofe dietro l’altra. Intanto i cantieri sono fermi, i lavoratori in cassa integrazione con danno economico rilevante per loro e le loro famiglie, le imprese sono in sofferenza, il governo dovrà mettere le coperture per pagare una cassa integrazione che poteva essere risparmiata, la ricostruzione fermata. Un pasticcio assurdo. Il Comune cambi metodo e affronti con equilibrio questa fase difficile, valorizzando le competenze, le organizzazioni di categoria, le associazioni ed i sindacati. Utilizzi le proposte di chi come noi dal primo giorno dell’emergenza, ci siamo affannati a dare il nostro contributo, alla luce dei fatti, molto utile ad evitare figuracce e lentezze insopportabili".
Fillea Cgil: "Ordinanza del sindaco Biondi ha generato solo confusione"
"I cantieri sarebbero potuti ripartire grazie al protocollo nazionale allegato al decreto del presidente del consiglio del 26 aprile, l’unico applicabile e che andava rispettato. L’ordinanza del sindaco Pierluigi Biondi ha generato solo confusione e alla richiesta unanime di semplificazione per una ripartenza immediata del mondo dell’edilizia ha risposto invece con un aggravio di costi inutili a carico delle ditte edili".
Emanuele Verrocchi, segretario generale della Fillea Cgil della provincia dell’Aquila, commenta così l’ordinanza emanata dal sindaco dell’Aquila lo scorso 30 aprile in cui viene stabilito che entro 14 giorni tutte le maestranze dei cantieri sono tenute a sottoporsi ai tamponi che le dichiarino negative al Covid-19. Tanto che ieri, 4 maggio, mentre in tutta Italia riaprivano i cantieri, all’Aquila, dove sono impiegati 3mila lavoratori nella ricostruzione, tutto è rimasto fermo.
"Qualora sia presente, il virus in 14 giorni avrebbe comunque tutto il tempo per diffondersi", va avanti Verrocchi, "il costo dei tamponi, cento euro ognuno, va coperto totalmente dalle ditte edili. Perché questi costi non se li assume il Comune dell’Aquila? Il sindaco ha emanato un’ordinanza assolutamente fuori tempo, senza prima avere un minimo contatto o dialogo con le parti sociali, concertando la sua azione unilateralmente solo con un’associazione datoriale, l’Ance. Il mondo delle costruzioni è ben più ampio. Troviamo questo modo di fare totalmente antidemocratico. Sia il sindaco, sia il presidente dell’Ance non hanno saputo in alcun modo rappresentare le ragioni di tutte le imprese associate della provincia, figuriamoci di tutto il vasto mondo delle costruzioni".
"Alla luce della bocciatura dell’ordinanza arrivata anche dal prefetto dell’Aquila Cinzia Teresa Torraco, che ha rilevato evidenti problemi anche di privacy da garantire ai lavoratori", conclude il segretario Verrocchi, "chiediamo al sindaco Biondi di ritirare l’insensata ordinanza e suggeriamo all'Ance aquilana di iniziare a lavorare in comune accordo con Fillea CGIL, Filca CISL e Feneal UIL, per concertare la creazione dei Comitati provinciali, così come prescritto dal protocollo nazionale. Per garantire che tutte le procedure e le prescrizioni in esso contenute siano applicate, nel rispetto di tutti, delle istituzioni ma anche e soprattutto dei lavoratori, che sono quelli che stanno ricostruendo con le proprie mani le case e gli edifici dell’Aquila".