L'avviso esplorativo era stato pubblicato sul sito internet del Comune dell'Aquila il 31 ottobre scorso: l'amministrazione comunale aveva deciso di acquisire manifestazioni d'interesse in merito alla procedura negoziata per l'affidamento dell'incarico di predisposizione di un "piano di interventi" per il rilancio e il potenziamento del polo d'attrazione turistica del Gran Sasso.
In sostanza, l'indagine di mercato era finalizzata ad individuare operatori economici da invitare nella successiva procedura negoziata. All'avviso hanno risposto 7 operatori economici del settore della promozione turistica e, giusto ieri, il Comune dell'Aquila ha affidato l'incarico alla società milanese Ptsclas spa per un importo compreso del ribasso d'asta di 74.471 euro che con l'iva arriva a 94.940.
La società dovrà predisporre un piano finalizzato "alla promozione dello sviluppo e della crescita turistica, da attuarsi attraverso la valorizzazione complessiva e integrata del territorio e delle sue risorse, naturali, culturali, enogastronomiche, materiali e immateriali, in un'ottica di rilancio turistico e culturale". Non solo. Gli esperti dovranno verificare la fattibilità tecnica ed economica degli interventi nel piano di sviluppo del Gran Sasso, "ai fini della valorizzazione dei servizi per la fruizione del patrimonio naturalistico".
A questo scopo, il sindaco Pierluigi Biondi ha chiesto e ottenuto dalla Struttura tecnica di Missione la rimodulazione, per complessivi 150mila euro, delle risorse Cipe che erano state destinate al 'Programma di sviluppo a sostegno delle attività produttive e di ricerca'.
Il piano di sviluppo del Gran Sasso era stato redatto da Invitalia nel 2014 e, per realizzarlo, erano sul tavolo 15 milioni di euro a valere sulla delibera Cipe 135 del 2012. Tuttavia, ha spiegato nei mesi scorsi il sindaco Biondi, il documento comprendeva soltanto gli interventi sul distretto della stazione sciistica gestita dal Ctgs e non contemplava "il più ampio obiettivo della valorizzazione turistica estesa al comprensorio montano". Di qui, la volontà di affidarsi ad un team di esperti che dovranno redigere il nuovo piano.
Una decisione, quella della Giunta, che non ha mancato di sollevare polemiche.
In particolare, si erano espressi con durezza gli attivisti di Progetto Montagna/Save Gran Sasso che avevano denunciato come si ricominciasse, di fatto, da capo; non solo: la delibera che aveva dato il via libera alla redazione del nuovo piano - avevano sottolineato gli attivisti - è venuta a valle di una determina dirigenziale che prevede "il contrario di quanto votato il 20 settembre 2018 dalla Giunta Comunale, approvando la petizione popolare di Save Gran Sasso e recependo i quesiti accompagnati da 11.155 firme"; si afferma, infatti, che il territorio montano della Regione Abruzzo, e in particolar modo quello della Provincia dell’Aquila, rappresenta una fondamentale risorsa ambientale, riconosciuta e valorizzata attraverso l’inclusione di vaste aree del suo territorio all’interno di Siti di Interesse Comunitario (SIC IT 7110202 – Gran Sasso) e di Zone di Protezione Speciale (ZPS IT7110128 – Parco Nazionale Gran Sasso), sulla base della direttiva “Habitat” e della direttiva “Uccelli” della Comunità Europea.
"In un solo colpo - l'affondo di Progetto Montagna - il sindaco si è rimangiato quanto promesso in campagna elettorale, disconoscendo quanto da lui sottoscritto nella ormai dimenticata Carta del Gran Sasso, e facendoci tornare indietro di almeno dieci anni nella programmazione dello sviluppo del comprensorio turistico".