Venerdì, 11 Aprile 2014 13:16

Bussi, processo a rischio: ricusato il presidente della Corte d'Assise, difesa presenta istanza di rimessione

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Bussi, a rischio il processo per disastro ambientale e avvelenamento delle acque destinate al consumo umano istruito dal Tribunale di Pescara contro diciannove ex amministratori della Montedison, società che è stata proprietaria del polo industriale.

Nel 2007, il Corpo Forestale dello Stato aveva scoperto una megadiscarica di rifiuti tossici, la più grande d'Italia se non d'Europa. Nel terreno, sono state intombate negli anni sostanze altamente tossiche per quasi 250mila tonnellate. Una quantità immensa di veleni che - stando agli inquirenti - sarebbero il risultato di decenni di sversamenti operati almeno fino agli anni '90.

La falda aquifera - superficiale e profonda - è stata inquinata con sostanze tossiche e cancerogene, a livelli che superavano i limiti di legge di centinaia di migliaia di volte. Inoltre, nel terreno è stata riscontrata la presenza di diossina e contaminanti.

Una vera e propria bomba ecologica. I veleni a ridosso del fiume Pescara, si scoprirà, avevano contaminato pesantemente anche l'acqua potabile distribuita ai Pescaresi e documenti confermano che gli enti pubblici sapevano ma hanno taciuto.

Il processo è in Corte d'Assise a Chieti. I legali della Montedison - in febbraio - hanno presentato istanza di ricusazione del presidente del Tribunale, Geremia Spiniello. Il magistrato - a margine dell'udienza del 9 febbraio, nel corso della quale aveva accettato il rito abbreviato in modo da impedire la prescrizione dei reati - aveva dichiarato alla stampa: "Faremo giustizia per il territorio". I legali della Montedison si sono detti convinti che la dichiarazione di Spiniello farebbe supporre una volontà precostituita di colpevolezza.

Di qui, l'istanza di ricusazione accolta ieri dalla Corte d'Appello dell'Aquila.

Non è finita. Forti della ricusazione di Spiniello, infatti, i legali della Montedison hanno chiesto stamane - nel corso dell'udienza che ha visto l'insediamento del giudice Camilla Romandini - la rimessione del processo per legittimo sospetto.

Secondo i legali dei 19 imputati, i giudici popolari potrebbero essere condizionati dalle notizie di stampa di questi mesi. In altre parole, non ci sarebbe la giusta serenità per esaminare con terzietà le prove visto il possibile coinvolgimento ambientale del collegio giudicante. Dunque, il processo dovrebbe essere trasferito altrove-

L'udienza è stata sospesa per consentire alle parti civili di esaminare la richiesta. Si rafforzano, così, le possibilità di non arrivare a sentenza. Con ogni probabilità, infatti, l'istanza verrà inviata alla Cassazione: la decisione potrebbe arrivare in 3-5 mesi. Inoltre, nel caso di accoglimento, il processo dovrà necessariamente riprendere da capo.

Intanto, proseguono le indagini coordinate dai pm Giuseppe Bellelli e Annarita Mantini sui rappresentanti della Solvey Chimica Bussi spa, subentrata proprio alla Montedisono. Le accuse: mancata messa in sicurezza, disastro ambientale continuato e inquinamento delle acque.

La società si è detta completamente estranea ai fatti imputati. "Come attuale proprietaria del sito - si legge in una nota - Solvay ha iniziato e sta implementando, in accordo con le autorità, un progetto di Messa in Sicurezza Permanente che è stato richiesto dal ministero dell'Ambiente. Alcune azioni sono già state intraprese, ed altre sono in fase di attuazione, con un progressivo miglioramento dell'impatto ambientale. Solvay non è minimamente responsabile dell'inquinamento pregresso, e da quando è partita l'emergenza ambientale nel 2007 nell'area di Bussi sul Tirino, ha da subito collaborato con gli Enti e le forze di investigazione".

L'azienda ha poi ricordato come sia stata riconosciuta parte civile proprio nel processo in corso presso la Corte di Assise di Chieti.

Qui, l'approfondimento di NewsTown del 11 febbraio 2014. 

 

 

Ultima modifica il Venerdì, 11 Aprile 2014 13:14

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