Domenica, 21 Giugno 2020 19:41

L'Aquila, i commercianti su fase 3: "Troppa gente non rispetta le regole"

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E’ passato più di un mese dalla riapertura di pub, negozi e ristoranti, un lasso di tempo sufficientemente lungo per fare un primo bilancio sull’efficacia delle nuove disposizioni emanate da governo e enti locali per disciplinare la ripresa del settore. All’Aquila, i commercianti del centro storico tracciano un quadro tutto sommato positivo. La maggior parte di loro sembra essersi abituata a lavorare con le nuove misure di sicurezza.

I problemi maggiori sono dovuti, semmai, al fatto che troppa gente, fuori dai locali, non rispetta le regole sul distanziamento. E se sono pochi coloro che indossano la mascherina, ancora di meno sono i controlli da parte delle forze dell’ordine. A tutto ciò si aggiungono, poi, vecchie criticità. Su tutte, il traffico selvaggio (ma la situazione dovrebbe migliorare a partire dal 26 giugno con le nuove ztl e aree pedonali individuate dal Comune) e la cronica insufficienza di cestini della spazzatura, che favorisce l'accumulo e la dispersione dei rifiuti che tanto fanno arrabbiare, insieme agli schiamazzi notturni e ai vicoli usati a mo’ di orinatoi, i residenti.

“Stiamo lavorando bene, la gente è tornata a uscire” afferma Massimiliano Di Marco, proprietario dell’Irish Pub di via Verdi “Pesa, però, la mancata pedonalizzazione del centro. Il Comune è stato di manica larga nel concederci l’uso del suolo pubblico ma continuano a passare auto a tutte le ore, anche nel week end. La movida sporca e chiassosa? E’ una questione prima di tutto culturale. Poi sta anche a noi gestori dare un servizio di qualità e portare avanti le nostre attività in un certo modo”.

Senza una vera pedonalizzazione, la delibera che ha permesso di ingrandire gli spazi per i dehors rischia di rimanere lettera morta. “Il permesso ci è stato accordato dalle 20 alle 24 ma se poi le auto passano lo stesso perché non c’è nessuno a vigilare è tutto inutile” osserva Matteo Castellani, titolare dell’osteria Pantasima su via Garibaldi, che sull'applicazione delle norme anti contagio agigunge: "E’ paradossale che mentre noi gestori dobbiamo spesso fare i poliziotti per far rispettare le regole, fuori dai locali tutti fanno come vogliono”.

“Vedo troppa gente che si comporta in maniera incosciente” concorda Ortensio Di Luzio, proprietario del caffè La Dolce Vita su piazza Regina Margherita “E’ vero, servirebbero più controlli ma anche più buon senso e non solo da parte di chi frequenta i locali. Noi, pur di garantire davvero la sicurezza di clienti e dipendenti, abbiamo deciso di limitare il servizio ai soli spazi esterni, ricorrendo a prodotti monodose e monouso. Dentro il locale non facciamo entrare nessuno perché è tecnicamente impossibile igienizzare costantemente gli spazi. Garantiamo solo l’uso del bagno”.

“Non è facile lavorare in queste condizioni ma ce la stiamo mettendo tutta e finora ce la stiamo facendo” dichiara Simone Melfa, proprietario, insieme al fratello Andrea, dello Straccale (via Garibaldi) “La gente sta rispondendo bene e tra noi commercianti ci aiutiamo e ci diamo una mano a vicenda. Inizia a dare i suoi frutti anche l’ordinanza anti botellon. Il Comune, però, dovrebbe venirci maggiormente incontro velocizzando i tempi per la concessione delle autorizzazioni per l’uso del suolo pubblico e mettendo più cassonetti per i rifiuti”.

Tra i primi a riaprire dopo il lockdown c’è Giovanni Rotili, titolare della libreria Colacchi, su corso Vittorio Emanuele: “Le prime settimane sono state complicate ma da un mese in qua le cose sono migliorate, c’è un discreto movimento e negli ultimi giorni si è rivisto anche qualche turista. Sarebbe bello se il Comune allestisse degli spazi all’aperto anche per gli eventi culturali”.

“Il lavoro è ripreso” racconta Angela D’Ancona, proprietaria del negozio d’abbigliamento Deluxe Boutique, su piazza Duomo “Certo, non basta per recuperare i tre mesi di chiusura. Avevamo fatto degli investimenti perché questa doveva essere l’estate della vera rinascita, con la ripresa del turismo. Invece è arrivata questa nuova tegola”.

In centro hanno riaperto 250 attività

Sono circa 250 le imprese che hanno riaperto nel centro storico dell’Aquila a oltre 11 anni dal terremoto, ove per centro storico si intende, più o meno, tutta la porzione di territorio che si estende all'interno del perimetro delle mura urbiche medievali.

Il conteggio aggiornato è fornito dal sito www.laquilaincentro.it, una piattaforma sviluppata dall'azienda aquilana Mister Wolf con l’obiettivo di censire e mettere ordine tra le varie tipologie di attività (negozi al dettaglio, bar, ristoranti, pub, alberghi, B&B, agenzie immobiliari ecc.) che hanno riaperto i battenti nel cuore della città.

Consultando il sito, si scopre, per esempio, che hanno riaperto 31 bar; 15 tra enoteche e birrerie; 59 tra ristoranti, pizzerie e trattorie; 34 negozi di abbigliamento, calzature e accessori; 6 agenzie immobiliari; 15 tra alberghi, ostelli e B&B; 17 tra negozi di alimentari, panetterie, gelaterie e pasticcerie; 8 negozi di arredamento e articoli per la casa; 2 negozi di gadget e oggettistica; 1 negozio di giocattoli; 5 banche; 3 fotografi; 5 gioiellerie; 12 tra librerie, negozi di dischi e cartolerie; 19 centri di bellezza e cosmesi; 8 parrucchieri; 7 tabaccai; 5 negozi di informatica e di componenti per telefoni e computer; 3 agenzie di viaggio; una bottega di artigianato.

Le strade dove sono concentrate la maggior parte delle attività sono corso Vittorio Emanuele (32), corso Federico II (28), via Garibaldi (19), corso Principe Umberto (10) e piazza Duomo (9).

Ultima modifica il Domenica, 21 Giugno 2020 20:05

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