Domenica, 05 Luglio 2020 01:40

L'Aquila: Comune alla ricerca dei 150 appartamenti del collegio universitario D'Aragona. Tempi stretti per la nascita della fondazione

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Inizia a prendere forma il collegio universitario “Ferrante D’Aragona”, il progetto finanziato con i fondi Restart che farà nascere all’Aquila una residenza studentesca diffusa sfruttando gli appartamenti entrati a far parte del patrimonio immobiliare del Comune tramite le sostituzioni equivalenti.

L’amministrazione è al lavoro per compiere una ricognizione delle abitazioni disponibili e per redigere l’atto fondativo e lo statuto del soggetto giuridico che si occuperà della gestione degli alloggi. Questi ultimi, infatti, saranno messi a disposizione di una fondazione senza scopo di lucro – qualificata, ai fini del Codice degli appalti, come organismo di diritto pubblico - di cui faranno parte lo stesso Comune, l’Università dell’Aquila e il Gran Sasso Science Institute.

I tempi sono abbastanza stretti: il finanziamento da 4,3 milioni di euro accordato dal Comitato di indirizzo della Struttura di missione coordinata da Fabrizio Curcio è condizionato all’effettiva costituzione della fondazione entro sei mesi dall’approvazione del progetto, avvenuta lo scorso marzo.

Il collegio universitario diffuso, si legge nella scheda progettuale approvata dalla Struttura di missione, “mira a rafforzare e sostenere la residenzialità studentesca nella città dell’Aquila, a promuovere e diffondere la cultura della formazione specialistica e interdisciplinare, l’internazionalizzazione del sistema universitario e dell’alta formazione del territorio”.

Tra le finalità c’è anche quella di “accelerare la rinascita del centro storico, aumentando l’attrattività della città”, visto che la maggior parte degli alloggi dovrebbe, da progetto, essere localizzata proprio in centro.

I collegi universitari - disciplinati, in Italia, da una serie di decreti del ministero dell’Istruzione – non sono semplici studentati.

Oltre alle funzioni residenziali, oltre, cioè, al vitto e all’alloggio, devono garantire una serie di servizi aggiuntivi: culturali, didattici (come aule, biblioteche, sale studio ecc), ricreativi e anche sportivi. Devono offrire agli studenti assistenza tutoriale personalizzata, corsi integrativi a quelli accademici e scambi con l’estero.  

Nell’ambito dei collegi universitari riconosciuti dal Miur, ci sono poi i collegi di merito, che devono soddisfare requisiti ancor più stringenti. In Italia ce ne sono, al momento, 55 e vengono finanziati con un apposito capitolo di spesa nel bilancio dello Stato. Il collegio D’Aragona mira a entrare, dopo la fase di startup inziale, proprio in questa speciale élite.

Sono 150 gli alloggi di cui disporrà il collegio, corrispondenti a 600 posti letto. Di questi, 400 saranno totalmente coperti da borse di studio (assegnate a studenti selezionati in base al merito) mentre per i restanti 200 i beneficiari dovranno pagare un canone mensile calmierato. “L’effetto sul mercato degli affitti sarà minimo” si legge nel progetto “perché 200 posti letto corrispondono a meno del 2% degli studenti non residenti”, che all’Aquila sono circa 13 mila.

Ad accedere al collegio saranno studenti di Univaq e GSSI ma anche dell’Accademia delle Belle Arti e del Conservatorio Casella. In questi giorni è in corso un confronto tra Comune, Univaq e GSSI per individuare gli alloggi che possiedono i requisiti richiesti dal Miur. Le abitazioni equivalenti di proprietà del Comune sono oltre 600 ma non tutte sarebbero idonee. Inoltre solo una minima parte si trova in centro, se con questo termine si intende tutto che ciò che si trova tra la Villa Comunale e la Fontana Luminosa. Resta ancora da capire anche come verranno ripartiti i posti letto tra Univaq, GSSI, Abaq e Conservatorio.

Una volta esauriti i fondi Restart, la sostenibilità finanziaria del collegio – per la cui gestione è previsto che la fondazione abbia una dotazione organica di 10 dipendenti con vari profili amministrativi – verrà assicurata, si legge ancora, “dal mercato degli alloggi per i 13 mila studenti fuori sede che frequentano le università aquilane. “Nell’improbabile eventualità in cui non si riscontri domanda di mercato per i 200 posti a pagamento, l’Università dell’Aquila e il Gran Sasso Science Institute si faranno garanti, rispettivamente per il 70% e 30%, dei costi”.

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