Mercoledì, 15 Luglio 2020 18:06

Rischio chiusura traforo Gran Sasso, Marsilio: "Sarebbe colpo mortale"

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Rischio chiusura per il traforo del Gran Sasso.

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, infatti, ha intimato a Strada dei Parchi, la società concessionaria di A24 e A25, di effettuare le verifiche di vulnerabilità sismica all’interno delle gallerie. Un lavoro lungo e complesso che, stando al dirigente del Mit Placido Migliorino, dovrebbe concludersi entro il prossimo 20 novembre. Tuttavia, preliminarmente i tunnel dovrebbero essere sottoposti ad una sorta di ‘lavaggio’ per verificare la presenza di eventuali criticità statiche; ciò comporterebbe il rischio di inquinamento della falda acquifera: in sostanza, si dovrebbe interrompere l’erogazione idrica.

E la Asl di Teramo, dunque, si è messa di traverso, chiedendo di procrastinare i lavori alla fine della stagione estiva per evitare problemi di approvvigionamento idrico lungo la costa abruzzese.

Lo scorso 6 luglio si è tenuto un incontro convocato dall’Asl di Teramo alla presenza di tutti i soggetti interessati, tecnici, funzionari, amministratori e anche del commissario per la messa in sicurezza dell’acquifero, Corrado Gisonni; non si è arrivati, però, ad una soluzione.

Intanto, il Ministero continua a pressare Strada dei Parchi e c’è addirittura chi paventa la possibilità che possa giungere in Prefettura una richiesta di chiusura del tunnel per l’esecuzione dei lavori, una sorta di imposizione unilaterale. D’altra parte, anche rinviando i lavori alla prima settimana di settembre, come ipotizza l’azienda sanitaria di Teramo, sarebbe impossibile completarli entro il termine del 20 novembre.

"E' una cosa molto grave; ieri sera ho chiamato il Ministro delle Infrastrutture che non aveva nessuna informazione su questa brutta novità", il commento a newstown del presidente della Giunta regionale Marco Marsilio. "Dobbiamo registrare che c'è un conflitto tra strutture dello Stato: da una parte, il dirigente del Ministero intima a Strada dei Parchi di svolgere una serie di accertamenti sulle volte delle gallerie, dall'altra la Asl, altra struttura pubblica, vieta di fare il 'lavaggio' propedeutico perché comporterebbe l'interruzione della erogazione dell'acqua potabile".

L'acquifero del Gran Sasso - ha proseguito Marsilio - "è un sistema complesso e l'abbiamo sempre detto e saputo, tanto è vero che abbiamo sollecitato e ottenuto la nomina di un commissario; tuttavia, il governo ci sta mettendo un anno per mettere in condizione la struttura di missione di esistere e lavorare e, dunque, si ritarda la soluzione strutturale del problema che non può essere affrontata con le normative ordinarie. Come dimostra questo ultimo caso, diverse normative entrano l'una in conflitto con l'altra: o si interviene agendo con poteri speciali e mettendo in pratica quanto stabilito dalla legge, o rischiamo davvero la chiusura dell'infrastruttura. Sarebbe un colpo mortale per la nostra economia".

Infrastrutture e ricostruzione, Marsilio attacca Conte

Marsilio, nel corso di una conferenza stampa tenuta all’Aquila insieme al vice presidente e assessore regionale all’Ambiente Emanuele Imprudente e al sottosegretario con delega ai Trasporti Umberto D’Annuntiis, ha incalzato il governo anche su altri temi, inerenti non solo le  infrastrutture ma anche la ricostruzione.

Per quanto riguarda la A14, Marsilio ha dichiarato di aver rilanciato, tempo fa, alla società concessionaria Autostrade per l’Italia la proposta di realizzare una terza corsia  “perché non è possibile che da Porto S. Elpidio in giù si viaggi ancora su due corsie. Ma la società” ha spoiegato Marsilio “mi ha risposto che il progetto non era fattibile perché non conveniente dal punto di vista del rapporto costi/benefici. Mi auguro che, con la nuova gestione (quella che seguirà all’accordo trovato ieri tra governo e famiglia Benetton, ndc), si possa cambiare registro. Anche questa vicenda, del resto, è durata troppo. La cosa migliore, secondo me, sarebbe stata la revoca della concessione e l’indizione di una nuova gara”.

Marsilio ha parlato anche del progetto dell’alta velocità ferroviaria tra Roma e Pescara. “In realtà” ha osservato Marsilio “quello proposto da Conte è a mala pena un potenziamento, da realizzare peraltro con fondi già programmati. Non c’è nulla di nuovo e aggiuntivo. Con il tavolo inter-istituzionale partecipato anche dalla Regione Lazio e dal ministero dei Trasporti, abbiamo elaborato un progetto che, se venisse realizzato, garantirebbe tempi di percorrenza tra Roma e Pescara di due ore. A spanne, abbiamo calcolato un costo che si aggira sui 5 miliardi di euro, risorse che la Regione in questo momento non ha e che dovrebbe mettere il governo”. Per quanto riguarda i collegamenti su ferro con Roma, Marsilio ha precisato che la Regione ha trasmesso al governo anche la proposta di costruire la tratta Scoppito-Passo Corese per connettere direttamente la ferrovia Rieti-L’Aquila-Sulmona alla Capitale.

Infine, Marsilio ha richiamato l’attenzione del governo sulla ricostruzione: “Non è possibile che gli interventi siano sempre rinviati al ‘prossimo decreto’. Ci era stato detto che le nostre richieste, note da tempo e elaborate direttamente dagli uffici speciali, sarebbero state accolte nel decreto Semplificazioni ma so già che non sarà così. Il tempo è scaduto, l’Abruzzo non può più attendere”.

Marcozzi: “Conte votò decreto salva-Benetton, ora se ne assuma le responsabilità”

“Se le autostrade italiane e abruzzesi versano in condizioni di fatiscenza e le relative tariffe sono tra le più alte d’Europa, Marsilio dovrebbe assumersene personalmente la responsabilità e chiedere scusa ai cittadini, per averlo votato e consentito nel 2008” dice, rispondendo a Marsilio, la capogruppo dei Cinque Stelle in consiglio regionale Sara Marcozzi.

Ultima modifica il Mercoledì, 15 Luglio 2020 21:17

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