Venerdì, 17 Luglio 2020 12:23

Velino Sirente, Ocre comune fuori dal coro: "Estendiamo i confini del Parco"

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"Estendere il territorio comunale ricadente all'interno del Parco Velino Sirente rappresenta una risorsa per turismo ed economia, una opportunità per valorizzare le tradizioni, le tipicità e l'economia di questo territorio".

Ne è convinto Fausto Fracassi, sindaco del Comune di Ocre, unica amministrazione, tra quelle interessate alla proposta di riperimetrazione dei confini del Parco recentemente approvata dalla giunta regionale, a remare in senso contrario, chiedendo l'estensione e non il taglio dei confini.

Attualmente il 49% del territorio del Comune sparso di Ocre è occupato da aree protette: il sito SIC "Doline di Ocre" e la ZPS Parco Regionale Velino Sirente che ricomprende al proprio interno l'intera porzione del SIC "M. Cagno - M. Ocre" e rappresenta, sottolinea Fracassi, "un piccolissimo lembo di terra". Nel 2018, ricorda il primo cittadino "il Consiglio comunale ha deliberato una revisione in senso estensivo dei confini del Parco fino alla riserva delle Doline. Siamo un comune di montagna e se l'istituzione Parco Velino Sirente, nei suoi uffici centrali, riuscisse ad operare in maniera più rapida e più a contatto con le varie amministrazioni, come auspichiamo, ampliare il territorio protetto comporterebbe senz'altro innumerevoli vantaggi. Si tratta di una scelta di buon senso peraltro condivisa dalla cittadinanza".

Una posizione decisamente in controtendenza se si pensa che a sollecitare la riperimetrazione, avviata dalla passata legislatura di centrosinistra, sono stati per lo più i sindaci della Valle Subequana. "Il senso di frustrazione di tanti cittadini nei confronti delle aree protette sono comprensibili. Va però affermato con forza che il problema non è il Parco in sè ma le tante disfunzioni che hanno caratterizzato la gestione dell'Ente che negli ultimi 30 anni è stato per molti strumento di visibilità politica in vista delle elezioni amministrative" ammette Fracassi, anche lui membro della comunità del Parco da 29 anni.

Tuttavia precisa come "i sindaci, per anni, non abbiano avuto alcun potere decisionale reale. In 25 anni saremo stati convocati a 3, 4 riunioni. Dall'altra parte abbiamo sempre subìto l'enorme pressione della cittadinanza che, a fronte di questo immmobilismo, ha finito per intedere il Parco come un vincolo non discutibile, un ostacolo più che una risorsa. Ricordo che alcuni sindaci contrari alla riperimetrazione si sono arresi davanti all'esito delle consultazioni referendarie sempre favorevoli alla riduzione dell'area protetta. C'è tuttavia da precisare che da un paio di anni, a mio avviso, si nota un cambiamento nella gestione dell'Ente che risulta più presente e più in grado di dialogare con i territori. Ritengo che questa sia la direzione giusta da percorrere".  

Se da un lato è evidente il tentativo di conciliare la doppia posizione di primo cittadino e membro dell'Ente Parco, non c'è dubbio che un'eventuale riperimetrazione sarebbe dannosa oltre che immotivata. Le aree protette sono un ottimo strumento per coniugare benessere sociale, tutela ambientale e sostegno del Pil territoriale.

"E' stato ampiamente dimostrato che fare impresa all'interno delle aree naturali conviene. Pensiamo alla opportunità di crescita che il marchio di qualità territoriale offrirebbe a tanti produttori locali o alla maggiore opportunità per le comunità di interloquire con l'Unione europea. Nei territori a vocazione naturalistica, inoltre, si è visto un rifiorire delle strutture ricettive, della ristorazione e i vincoli imposti dal Parco costituiscono dei filtri che aiutano le amministrazioni locali a svilupare un'economia legata al turismo nel pieno rispetto dell'ambiente e dei centri storici, è una sorta di assitenza tecnica di cui gli Enti locali possono avvalersi".

Come da più parti evidenziato, inoltre, le motivazioni addotte per la riperimetrazione (emergenza dei danni da fauna selvatica, soprattutto cinghiali, e le difficoltà connesse alla ricostruzione post terremoto) appaiono poco convincenti. "I vincoli imposti dell'Ente Parco, esattamente come quelli della Soprintendenza, sono garanzia di tutela dei nostri centro storici", precisa Fracassi. Inoltre se è innegabile una altissima presenza di cinghiali in zona "negli ultimi due anni - sottolinea il primo cittadino - gli indennizzi ci sono stati. Siamo un comune di montagna con moltissime specie animali da tutelare, la caccia non può essere la soluzione".

"I giochi non sono ancora chiusi - conclude Fracassi - nei prossimi giorni farò in modo di parlare con questi miei colleghi e attivare tutte le consultazioni comunali e confronti a livello popolare per far comprendere a tutti i cittadini di questa area i vantaggi di vivere nel Parco".

Ultima modifica il Venerdì, 17 Luglio 2020 12:37

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