Sabato, 19 Settembre 2020 09:11

Traforo Gran Sasso, rischio chiusura: scontro sui 'lavaggi' per le verifiche di vulnerabilità sismica. Il Parco chiede la VincA, il commissario Gisonni replica che i tempi sono stretti

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E' di nuovo a rischio chiusura il traforo del Gran Sasso.

Ieri, si è tenuta una riunione del tavolo tecnico sull'emergenza idrica del Gran Sasso, in videoconferenza, convocata dal vice presidente della Giunta regionale Emanuele Imprudente. Ebbene, il presidente del Parco nazionale Gran Sasso e Monti della Laga, l'avvocato Tommaso Navarra, ha ribadito l’assoluta necessità del rispetto della normativa di Valutazione di Incidenza Ambientale (VIncA) per eseguire i lavori di lavaggio del tunnel autostradale propedeutici alle verifiche di vulnerabilità sismica imposte dal Ministero delle Infrastrutture. "Si tratta di una posizione già verbalizzata sin dalla riunione del 3 novembre 2017. Il tavolo ha condiviso la natura consultoria e non autorizzatoria dello stesso, la non sostituibilità delle procedure normative e la necessità di operare la VIncA richiesta dall’Ente Parco. Esprimo quindi la più viva soddisfazione per la condivisione ad opera di tutti gli attori della necessità di procedere con l’accertamento di Valutazione Ambientale da noi richiesta sin dal 3 novembre 2017 per ogni intervento. Sono sicuro che lo strumento normativo in questione consentirà di meglio conoscere e di meglio intervenire nell’interesse unico della tutela di un sistema così complesso ma soprattutto così prezioso nel quale si prevede di intervenire".

In realtà, la presa di posizione del Parco ha infastidito, e non poco, il commissario straordinario Corrado Gisonni che, ai microfoni del Centro, ha ribadito come ci si trovi in un cul de sac, "con la possibilità concreta che, il 15 ottobre, il traforo del Gran Sasso debba chiudere".

Come noto, il Mit ha intimato mesi fa a Strada dei Parchi - la società concessionaria di A24 e A25 - di effettuare le verifiche di vulnerabilità sismica all’interno delle gallerie. Un lavoro lungo e complesso che, stando al dirigente del Mit Placido Migliorino, dovrebbe concludersi entro il prossimo 20 novembre. Tuttavia, preliminarmente i tunnel dovrebbero essere sottoposti ad una sorta di ‘lavaggio’ per verificare la presenza di eventuali criticità statiche; ciò comporterebbe il rischio di inquinamento della falda acquifera: in sostanza, si dovrebbe interrompere l’erogazione idrica. E la Asl di Teramo, dunque, si era messa di traverso chiedendo ed ottenendo di procrastinare i lavori alla fine della stagione estiva per evitare problemi di approvvigionamento idrico lungo la costa abruzzese.

Ora, però, i lavori vanno eseguiti; il Mit aveva concesso il termine del 30 settembre, poi fatto slittare al 15 ottobre. Tuttavia, se si dovesse seguire la procedura della VincA "non credo ci sarebbero i tempi per arrivare ad una definizione complessiva" ha ribadito Gisonni; "pretendere di inscatolare il sistema idrico del Gran Sasso agli standard attuali è impossibile: si tratta di un sistema unico al mondo, che già di per sé sfugge alla normativa. In questo caso la regolamentazione non è applicabile in modo rigido".

Il nodo, sostiene il commissario straordinario, è che non si può valutare preventivamente l'impatto di tecniche mai sperimentate prima; dunque, si dovrebbe procedere con una prova per valutarne gli esiti. D'altra parte, Navarra ha tenuto a chiarire che se Strada dei Parchi e la struttura commissariale volessero procedere bypassando la VincA potrebbero farlo, non avendo il Parco alcun potere impeditivo preventivo.

Sulla stessa posizione di Navarra l'Osservatorio indipendente sull'acqua del Gran Sasso: "Le polemiche di questi giorni sulle procedure da rispettare in occasione del lavaggio delle gallerie autostradali A24 non hanno ragione di esistere. Sugli interventi da effettuare lungo le gallerie autostradali, così come per quelli nei Laboratori sotterranei di Fisica Nucleare, atteso il loro potenziale impatto sull’acquifero, si devono rispettare tutte le normative poste a tutela della salute umana e dell’ambiente naturale. Trovandoci all’interno di un parco nazionale che ospita siti di interesse comunitario e zone di protezione speciale (proposti dalla Regione Abruzzo, designati dallo Stato italiano e istituiti dall’Unione Europea), gli interventi devono essere sottoposti a valutazione di incidenza ambientale come prevede la normativa europea e quella italiana di recepimento. Bene ha fatto il Parco a ribadirlo, ma non ve ne sarebbe stato neppure bisogno, atteso che tutti coloro che operano sull’acquifero del Gran Sasso ne dovrebbero essere più che consapevoli".

Rispettare le normative ambientali non causa ritardi, hanno ribadito gli attivisti: "caso mai è proprio il non rispettarle che determina allungamenti dei tempi e dispendiosi procedimenti giudiziari. Peraltro gli interventi di cui si parla erano programmati da prima della fine di maggio e vi sarebbe stato tutto il tempo di seguire le procedure di legge: sarebbe meglio non perdere ulteriore tempo. Ribadiamo per l’ennesima volta che, pur nella consapevolezza della complessità in cui ci si trova ad operare, l’interesse alla tutela della salute e dell’ambiente è prioritario: non è l’acquifero del Gran Sasso a doversi adattare all’INFN e alla Strada dei Parchi, ma viceversa".

La messa in sicurezza dell’acquifero è attesa da 20 anni. "Vanno messi da parte giochetti dilatori e soprattutto va evitato che tutto diventi terreno di scontro “politico”: si deve operare bene e si deve operare in fretta, senza tentare illusorie scorciatoie che servono solo a ritardare quanto necessario".

Una situazione non facile, e che rischia di incancrenirsi. "L'acquifero del Gran Sasso è un sistema complesso e l'abbiamo sempre detto e saputo, tanto è vero che abbiamo sollecitato e ottenuto la nomina di un commissario; tuttavia, il governo ci sta mettendo un anno per mettere in condizione la struttura di missione di esistere e lavorare e, dunque, si ritarda la soluzione strutturale del problema che non può essere affrontata con le normative ordinarie", aveva sottolineato a newstown il governatore Marco Marsilio già nel mese di luglio. "Come dimostra questo ultimo caso, diverse normative entrano l'una in conflitto con l'altra: o si interviene agendo con poteri speciali e mettendo in pratica quanto stabilito dalla legge, o rischiamo davvero la chiusura dell'infrastruttura. Sarebbe un colpo mortale per la nostra economia".

Mobilitazione per l'acqua del Gran Sasso: "Cosa nascondono le polemiche di questi giorni?"

"Il Commissario sul Gran Sasso Gisonni continua imperterrito a rilasciare dichiarazioni inaccettabili nonostante la magra figura rimediata sulla vicenda della Valutazione di Incidenza Ambientale su cui bastava consultare la norma del 1997, notissima a tutti gli addetti ai lavori, per concludere sulla sua obbligatorietà. La lettera del Parco del Gran Sasso, oggetto delle sue infondate critiche, era addirittura pleonastica. La Valutazione di Incidenza non è un orpello burocratico ma una procedura utilissima, se realizzata con tutti i crismi, per prevenire e non inseguire i problemi, mettendo nero su bianco le fasi da attuare e i possibili impatti sull'acqua e capire come mitigarli".

Così la Mobilitazione per l'acqua del Gran Sasso che, in realtà, riconduce la querelle al tentativo della struttura commissariale "di passare il cerino in vista di una possibile chiusura delle gallerie per le molteplici inadempienze e precise responsabilità che, invece, andrebbero opportunamente evidenziate e perseguite. Prendersela con la Valutazione di Incidenza fa sorridere. In Abruzzo sono decine le Valutazioni di Incidenza che si fanno ogni anno, per i progetti più disparati; per non dire di quelle che fanno direttamente i comuni, anche di 300 abitanti, spesso su richiesta di singoli cittadini che devono realizzare una semplice recinzione. Una tempesta nel bicchier d'acqua, se pensiamo che nel 2019 la stessa procedura è stata tranquillamente eseguita dalla Regione Abruzzo proprio per un intervento minimale come quello di realizzare la rete di trasmissione per cellulari nelle gallerie del Gran Sasso. Senza commissari, senza polemiche ma solo lavorando, la Valutazione di Incidenza è stata fatta, per un intervento mille volte meno invasivo rispetto al lavaggio di 20 km di gallerie con un acquifero attorno, progetto su cui si discute da mesi".

Peraltro la procedura di Valutazione dura 30 giorni e se avviata per tempo oggi sarebbe quindi già conclusa. "Il Commissario in nuove dichiarazioni si arrampica addirittura sugli specchi - l'affondo degli attivisti della Mobilitazione - sostenendo che è impossibile in radice valutare attività sperimentali come quella del lavaggio. Perché allora è stato sottoposto l'esperimento Luna MV dei laboratori a questa procedura? Quindi secondo lui conviene andare alla cieca? E se le attività 'sperimentali' (che poi in realtà riguardano tecnologie esistenti applicate al caso specifico) si tramutano in un disastro? Oppure non è più opportuno, proprio attraverso la Valutazione, con le conoscenze che abbiamo e consci di quelle che non abbiamo, valutare come operare per evitare il più possibile conseguenze negative, che è proprio l'obiettivo della procedura di legge?".

La Mobilitazione fa notare, tra l'altro, che proprio sul Gran Sasso sempre la regione ha assoggettato a Valutazione di Incidenza Ambientale un'attività sperimentale per la localizzazione di strutture per la conservazione all'aperto di alimenti. "Non possiamo pensare che il Commissario non conosca le leggi e questi procedimenti. O, almeno, vogliamo sperarlo. Ora però persevera dichiarando alla stampa che tutta la situazione del Gran Sasso dovrebbe 'sfuggire alle normative'. Un assist per la battuta: se non dobbiamo applicare le leggi, tanto vale risparmiare anche sul Commissario visto che ogni problema scompare magicamente assieme alle norme! Dichiarazioni comunque fuorvianti e anche inutili, visto che queste normative derivano dalla legislazione comunitaria ed è mera accademia velleitaria discutere su possibile riforme di direttive elaborate in anni e applicate in 27 stati con 450 milioni di abitanti. Tutto questo il Commissario lo sa".

Perché allora ricorrere a polemiche sterili? "Queste dichiarazioni a nostro avviso producono solo confusione che non aiuta a tracciare le responsabilità, come già avvenuto con la minaccia di chiusura delle gallerie da parte di Strada dei Parchi nel 2019. In estrema sintesi. Il Decreto 264 del 2006 prevedeva la messa in sicurezza delle gallerie stradali oltre i 1.000 metri entro il 30/04/2019. Tredici anni di tempo per il concessionario Strada dei Parchi per operare, come prescrive la norma. Tempo scaduto, apertura della procedura d'infrazione da parte della Commissione Europea per le nostre inadempienze e noi cittadini viaggiamo nelle gallerie a corsia unica. Il Commissario ritiene per caso di aprire un fronte con la Commissione Europea, quando, tra l'altro, la direttiva comunitaria del 2004 da cui derivano le norme nazionali prevede espressamente il caso delle 'gallerie speciali' come il Gran Sasso, dove logicamente i criteri di sicurezza dovrebbero essere ancora più rigidi, al contrario di quanto paradossalmente vorrebbe il Commissario? Vogliamo parlare del Ministero delle Infrastrutture che non ha approvato il Piano Economico Finanziario delle autostrade A24-A25 dando una formidabile scusa a Strada dei Parchi, che pure ha responsabilità per aver prospettato di spostare le autostrade con interventi fuori convenzione fuorviando per anni il dibattito sul PEF? Vogliamo parlare della Commissione Gallerie del Consiglio Superiore dei Lavori che in tutti questi anni si è 'dimenticata' di fare le ispezioni nelle gallerie, obbligatorie proprio per il Decreto 264/2006? Vogliamo parlare del Ministero delle Infrastrutture che dopo decenni si è accorta che sono obbligatorie queste ispezioni e ha rispolverato una circolare del 1967 (sì, del millenovecentosessantasette) che è alla base di questo delirio e degli ultimatum dell'ultimo minuto? L'ennesima paventata chiusura delle gallerie non deve diventare appunto l'ennesimo gioco allo scaricabarile senza risolvere i problemi. Il Commissario applichi semplicemente le norme, chiedendo a tutte le parti di fare lo stesso per tempo, e proceda con i lavori".

Ultima modifica il Sabato, 19 Settembre 2020 14:59

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