Venerdì, 09 Ottobre 2020 11:47

Univaq, la rabbia degli studenti: "Sbagliato tornare alle lezioni in presenza"

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Il giorno dopo la registrazione dei primi casi di positività al Covid all'interno dell'Università dell'Aquila, nonostante le rassicurazioni del rettore Edoardo Alesse, tra gli studenti dell'ateneo si scatena il malcontento.

A finire sotto accusa è sia la decisione dei vertici dell'università di tornare alle lezioni in presenza, senza prevedere lezioni a distanza (se non per i soggetti fragili) o almeno un modello di didattica mista, sia, più in generale, il modo in cui, in questi mesi, è stata gestita l'emergenza, soprattutto nella comunicazione, giudicata da molti iscritti lacunosa e a volte contraddittoria.

La nota dell'Università

Riportiamo, di seguito, la nota pubblicata dall'Università dell'Aquila sul proprio profilo Facebook.

"Monitorare l’andamento dei focolai, rinforzare le classi virtuali, proseguire lo stretto rapporto con le autorità preposte, dall’Asl al Comune. Questa è la risposta che UnivAQ sta dando alle prime avvisaglie di Covid-19 nell’ateneo. La risposta è rapida e ragionata: le situazioni di fragilità sono già gestite attraverso la didattica a distanza e seguendo le condizioni che si presenteranno, la modalità verrà estesa a tutte le attività che si riterrà necessario trasferire sulle piattaforme on-line. Nel frattempo, aumenteranno gli scanner all’ingresso delle strutture, l’unità di crisi si riunirà con cadenze ravvicinate, le informazioni verranno fatte circolare nel modo più rapido e corretto possibile. È stata ribadita anche l’importanza di scaricare e usare l’app che UnivAQ ha dedicato a studenti e personale: tramite di questa il tracciamento sarà più efficace e selettivo. Tramite queste misure si conseguirà quella presenza sicura che è l’obiettivo della didattica al tempo del Covid".

Gli studenti: "Sbagliato tornare solo alle lezioni in presenza"

"State aspettando che tutte le classi universitarie vengano contagiate?" si chiede una studentessa, Marica Alonzi "L'università è fatta da studenti e studentesse fuori sede, con la necessità di tornare a casa dalle proprie famiglie, molte con soggetti fragili proprio nel loro nucleo familiare. Ma non si poteva cercare di sfruttare la facoltà solo per laboratori?".

"Dall'inizio della pandemia l'Università degli Studi dell'Aquila sta facendo le cose senza cognizione di causa" attacca Lorenzo Rotellini, studente di ingegneria e rappresentante studentesco "Abbiamo ricevuto le informazioni su come si dovessero svolgere le lezioni, la sessione, le lauree sempre all'ultimo, nessuno all'interno dell'ateneo sapeva mai nulla, per non parlare delle segreterie studenti che non avevano alcuna informazione. Vogliamo parlare delle lauree nella prima fase? Nessuno sapeva niente, abbiamo dovuto organizzare gruppi Whatsapp per reperire le informazioni e fare un quadro completo. Inizio lezioni. Dall'inizio si sapeva che si sarebbe iniziato in presenza, mentre tutti gli atenei italiani vanno in un'altra direzione, ovvero la didattica mista, che garantisce tracciamento, distanziamento e sicurezza sui mezzi pubblici. L'app rilasciata una settimana prima non funziona al 100% , non sono presenti tutte le lezioni e le aule, quindi non è garantito il tracciamento. Parlo perché ne ho la certezza, capita che molte persone entrino senza autocertificazione perché l'app non funziona oppure finisce la carta per quelle cartacce. Sui mezzi pubblici la sicurezza dove sta? Qualcuno potrebbe dire che non è colpa dell'università, invece ha una bella responsabilità. L'esempio è ingegneria, che ha inviato gli orari al mobility manager di Univaq una settimana prima dell'inizio lezioni, che a sua volta li ha girati all'Ama. Questa sarebbe l'organizzazione?".

"Io ero convintissima che la didattica quest’anno sarebbe stata sia in presenza che online" scrive Antonella Giannasca "Poi all’improvviso decidono che per noi matricole della magistrale e triennale la didattica debba avvenire in presenza, quindi ho preso casa e fatto il trasloco in 4 giorni senza avere la possibilità di scegliere meglio , ed ora se ne vengono che c’è la possibilità di farla online?".

"La didattica on line" osserva Pia Le Donne "dovrebbe essere messa a disposizione a prescindere a ogni studente. Ci sono troppe problematiche ancora... Ci sono persone pendolari che dovrebbero viaggiare da molto lontano e esporsi, persone con familiari a rischio a casa, chi non se la sente di rischiare a prescidere, chi purtroppo deve anche lavorare perché questa crisi ha cambiato molte condizioni personali. All'università va gente comunque adulta e bisogna garantire loro un diritto in questo periodo purtroppo unico nel suo genere sotto un aspetto negativo. Abbiamo il palese esempio delle scuole. Per l'incolumità di tutti bisognerebbe avere almeno per ora, almeno finché la situazione non si stabilizza la didattica on line".

Udu L'Aquila in mobilitazione: "Lasciare studenti liberi di scegliere tra lezioni in presenza e didattica a distanza. Pronti allo sciopero"

In data 8 ottobre 2020, l’UDU L’Aquila ha organizzato una assemblea studentesca serale in modalità telematica per discutere alla luce dell’accertamento dei primi casi positivi a Roio e a Coppito.

"L’assemblea ha verificato che sussistono una serie di criticità nel sistema di sicurezza dell’università ma anche di sovraffollamento dei mezzi di trasporto. Si è inoltre espressa contrariamente alla decisione di UNIVAQ, praticamente unica nel panorama nazionale, di non garantire comunque, anche per i corsi in presenza, l’opzione della didattica a distanza. Ritenuto che bisognerebbe invece lasciare la libertà allo studente di scegliere, in base alla propria contingente situazione economica e di contesto familiare/lavorativo/relazionale, di seguire la didattica a distanza o in presenza, gli studenti riuniti in assemblea hanno deciso di iniziare la mobilitazione per chiedere che le proprie rivendicazioni siano ascoltate".

Infatti queste posizioni, espresse in due documenti che l’UDUAQ aveva inviato al Rettore e Senato accademico nei mesi di luglio e settembre, avevano trovato accoglimento solo in un primissimo momento da parte di UNIVAQ, "salvo poi venire disattese e ignorate nonostante i continui solleciti. Gli studenti chiedono quindi la risoluzione dei problemi emersi nel sistema di gestione spazi dell'Univaq, dai pochi punti di ingresso per rilevazione della temperatura (in particolare a Roio), alla non presenza di tutte le aule nel sistema di prenotazione della app e quindi assenza di tracciamento, all'assenza di prenotabilità delle aule studio, al rischio di lasciare all'aperto gli studenti per ore, derivante da alcune disposizioni e modalità organizzative degli orari e dell'uso degli spazi delle sedi".

A sostegno di queste richieste, relative alla dad e alle modalità organizzative, richieste previste già dai contributi di luglio e settembre, gli studenti avviano la mobilitazione che, se inascoltata, porterà anche a forme di sciopero. Nel frattempo gli studenti invitano chiunque a non recarsi a lezione laddove non sussistano le condizioni di sicurezza (mezzi o spazi sovraffollati, assenza di aule nella app e assenza di tracciamento).

Ultima modifica il Venerdì, 09 Ottobre 2020 12:56

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