Dovrebbe arrivare in serata la ridefinizione delle aree in cui sono suddivise le regioni italiane, gialle, arancioni o rosse a seconda delle misure restrittive da mettere in campo per fermare la diffusione dei contagi da covid-19.
A quanto si apprende l'Abruzzo, con Liguria e Umbria, rischia di passare da zona gialla ad arancione; addirittura la Campania potrebbe diventare zona rossa.
La decisione, attesa per ieri pomeriggio, arriverà soltanto dopo che nel report dell’Istituto superiore di sanità saranno confluiti tutti i dati in arrivo dalle Regioni, così che gli scienziati possano analizzarli e affidare le loro deduzioni al ministro della Salute, Roberto Speranza. I governatori hanno chiesto più tempo per raccogliere e comunicare i dati e il ministero, per non esasperare le tensioni, ha concesso qualche ora.
Intanto, il direttore del Dipartimento della Salute Claudio D'Amario, sulle pagine del Centro, si dice convinto che l'Abruzzo possa restare in zona gialla. "La regione ha un indice Rt (rischio di trasmissibilità del virus) che potremmo definire medio. Siamo in attesa dei nuovi dati e della classificazione da parte del ministero della Salute, che sposterà qualche pedina, nello scenario nazionale. Non credo che, per noi, ci saranno novità: l'Abruzzo non dovrebbe slittare in fascia arancione. I numeri analizzati sono quelli relativi alla 25esima settimana, nel periodo che va dal 26 ottobre al primo novembre".
Ma "dipende da tutti noi e dalle misure di prevenzione che saremo in grado di attuare", aggiunge D'Amario. Che poi chiarisce: "la Regione ha attivato nuovi bandi per assumere infermieri e operatori socio-sanitari così da incrementare il personale, nella corsie degli ospedali e sul territorio. A giorni ne verranno emanati altri riservati ai medici e agli assistenti sanitari, per potenziare la rete di tracciamento dei contatti e frenare l'avanzata del virus".
Assai meno ottimista il presidente della Giunta regionale Marco Marsilio. "Noi giochiamo con i colori e intanto la situazione peggiora: la seconda ondata di covid mi sembra più forte della prima, i pazienti sono meno gravi ma aumentano a dismisura. In Abruzzo, adesso, contiamo circa 500 positivi e 30 ricoveri al giorno. Quando arriverà pure l'influenza sarà un'iradiddio", le parole affidate al Corriere della Sera.
Marsilio si è detto poco interessato alla classificazione della regione: "Il mio problema ora è creare il più possibile posti letto". E non ha mancato una stoccata, l'ennesima, al Governo: "La delega del commissario Arcuri è arrivata soltanto 30 giorni fa. Mentre tutto si poteva fare questa estate, quando le terapie intensive erano vuote e negli ospedali si poteva lavorare in pace".
Fina: "Marsilio fa propaganda con la vita degli abruzzesi"
"Spiace e amareggia, ma soprattutto preoccupa, leggere le dichiarazioni che il presidente della Regione rilascia alla stampa nazionale, dove ancora una volta manifesta la linea che ha contraddistinto il suo operato da quando è stato eletto, e in particolar modo a partire dall'emergenza Covid: fare propaganda, al servizio del suo partito, con l'amministrazione della nostra regione. Solo che adesso è in ballo la vita degli abruzzesi".
A dirlo è il segretario del Partito Democratico abruzzese, Michele Fina, commentando l'intervista rilasciata da Marsilio al Corriere della Sera.
Per Fina, "Marsilio è totalmente incosciente, non appare consapevole delle sue responsabilità, le vuole solo scansare. Ma la sanità, in questo momento storico, e c'è da dire purtroppo, è di competenza regionale, e si sta pericolosamente piegando sotto i colpi della seconda ondata. Ciò che sta accadendo in tutta la regione ma soprattutto nella provincia dell'Aquila, drammaticamente ribadito dai casi di cronaca, rivela una tragica impreparazione: nel tracciamento, nella prevenzione, nel contenimento. Specialmente laddove ora è più colpito, nelle aree interne, l'Abruzzo vacilla. Ma non è il momento delle polemiche: ribadiamo da parte nostra la piena volontà di collaborare per il bene degli abruzzesi, e la proposta di costituire una cabina di regia, aperta oltre che a tutte le forze politiche anche alle associazioni e alle parti sociali, per gestire e contrastare gli effetti della pandemia".