"L'indice Rt sta crescendo più lentamente. Quasi tutte le Regioni sono a rischio alto o moderato. Violare le regole, individualmente e socialmente, comporta la difficoltà di modellare la curva e la necessità di adottare provvedimenti più restrittivi a livello sociale".
Lo ha sintetizzato il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, in conferenza stampa al ministero della Salute sull'analisi dei dati del monitoraggio regionale della cabina di regia in relazione all'emergenza coronavirus.
"Ci troviamo oggi in una fase di mitigazione, ovvero una situazione in cui sono necessarie misure sociali per rallentare i contatti tra le persone e, quindi, la diffusione del virus" Sars-CoV-2. "In tutto il paese la crescita del contagio è molto significativa. La battaglia per interrompere la circolazione del virus e riportare i numeri ad una dimensione sostenibile per i nostri servizi sanitari passa soprattutto attraverso le scelte e i comportamenti quotidiani di ognuno di noi" ha sottolineato Brusaferro.
"La triade distanziamento, mascherina e igiene delle mani è la chiave di lettura che a marzo ci ha consentito di riportare pidamente la curva ad una dimensione contenuta e in decrescita per mesi. Violare le regole, individualmente e socialmente, comporta la difficoltà di modellare la curva e la necessità di adottare provvedimenti più restrittivi a livello sociale" ha dichiarato ancora Brusaferro.
"L'Rt sta crescendo più lentamente: a livello nazionale siamo a 1,7, con un intervallo di confidenza di 1,5. Questo ci dice che complessivamente il Paese è in uno scenario 3. Per il controllo della situazione Covid, l'indice Rt deve essere sotto 1" a livello nazionale. "Tutte le regioni sono puntualmente sopra l'1, in alcuni casi sfiorano il 2: la circolazione è molto significativa e merita attenzione particolare. La situazione sta diventando più complessa, i servizi sanitari sono messi più a dura prova e in alcune situazioni la soglia del 30-40% dei posti letto è stata superata. Tutte le regioni sono classificate a rischio alto o a rischio moderato con alta probabilità di progressione verso il rischio alto. Tecnicamente ci troviamo in una fase di mitigazione, sono necessarie misure sociali per rallentare la diffusione del virus. A partire dalla settimana 28 settembre-4 ottobre abbiamo segnalato un'accelerazione e il dato di oggi censisce questa accelerazione".
In questo scenario, con il report settimanale dal 26 ottobre al 1° novembre del ministero della salute-Iss a confermare che l'epidemia in Italia "è in rapido peggioramento", continua il pressing dei medici per chiudere tutta l'Italia nel caso in cui i dati epidemiologici non dovessero migliorare nei prossimi giorni.
La scelta di collocare altre cinque regioni, tra cui l'Abruzzo, nella zona arancione viene pertanto letta come un ultimo tentativo per scongiurare lo scenario peggiore, quello di un paese tutto in zona rossa. Il lockdown totale, che avrebbe ricadute pesanti sul sistema economico, rimane un'opzione sul tavolo, che si sta prendendo in considerazione nel caso in cui nei prossimi 7-10 giorni la curva dei contagi non invertisse la rotta. Secondo altre fonti i tempi per una decisione di questa portata sarebbero più stretti, con l'esecutivo che punterebbe ad arrivare almeno al 15 novembre.