Il Presidente Marsilio ha presieduto l'Unità di crisi per l'emergenza Covid.
Sono stati analizzati i dati dell'ultimo report che ha confermato l'Abruzzo in zona arancione.
Il monitoraggio settimanale mostra segnali di miglioramento su alcuni fronti, come l'indice Rt sceso da 1,51 a 1,34, e segnali di tendenze al peggioramento su altri, come la progressiva occupazione dei posti letti. Sia i posti di terapia intensiva che i posti letti complessivi dedicati al Covid 'ballano' intorno alla soglia di allarme: 29% di occupazione sul 30% fissato come soglia di rischio per le Terapie intesive, 41% di occupazione contro il 40% di soglia per i complessivi.
Si tratta di dati sostanzialmente in linea con le tendenze nazionali, abbassamento dell'indice Rt e progressiva saturazione dei posti letto, che impongono l'adozione di misure ulteriori rispetto a quelle previste dal Governo per mezzo dei DPCM.
Domani pomeriggio, il Comitato Tecnico Scientifico regionale si riunirà per esaminare analiticamente i dati, compresi quelli numericamente molto importanti della giornata di oggi, per fornire all'Assessore alla Salute e al Presidente della Giunta proposte motivate e puntuali sulla base delle quali emanare le conseguenti ordinanze.
In sostanza, si va verso l'istituzione di 'zone rosse' mirate nelle città dell'Aquilano e del Teramano - capoluoghi compresi, evidentemente - più colpite dalla diffusione del contagio. Significa chiusura dei negozi ad eccezione di alimentari, farmacie, tabaccai ed edicole; resterebbero aperti parrucchieri, barbieri e lavanderie. Gli spostamenti sarebbero consentiti 24 ore su 24 ma solo per motivi di lavoro, salute, necessità e studio e per accompagnare i figli a scuola e con autocertificazione.
In più, il governatore si appresta a sospendere i mercati settimanali in tutta la Regione dopo che diversi sindaci hanno già emanato ordinanze in tal senso. E' sul tavolo, infine, la possibilità di estendere la didattica a distanza anche alle seconde e terze medie; per le medie incide molto il problema delle mense dove si mangia senza mascherine, un problema che con la didattica a distanza verrebbe risolto.