Venerdì, 11 Dicembre 2020 19:55

Il Tar dell'Aquila sospende l'ordinanza di Marsilio. L'Abruzzo torna in zona rossa ma solo per un giorno: da domenica sarà di nuovo in fascia arancione

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Che pasticcio! 

Il Tar dell'Aquila ha accolto la richiesta di sospensiva avanzata dal Governo dell'ordinanza 106 firmata dal presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio.

Di fatto, l'Abruzzo era passato da un regime di zona rossa ad arancione contro la volontà dell'esecutivo; ora, alla luce del pronunciamento del Tar dovrà tornare in fascia rossa, ma soltanto fino a domenica considerato che il Governo, prendendo atto dei dati epidemiologici degli ultimi 14 giorni, riporterà la regione in zona arancione con ordinanza che entrerà in vigore, appunto, dal 13 dicembre.

Tuttavia, per 24 ore i negozi al dettaglio, che erano stati forzatamente riaperti da Marsilio per l'8 dicembre, dovranno chiudere di nuovo, e così le scuole medie, o almeno le classi seconde e terze (per quelle che solitamente sono aperte di sabato).

D'altra parte, non poteva andare diversamente se è vero che, norme alla mano, la Regione avrebbe potuto adottare un'ordinanza più restrittiva ma non poteva andare in deroga a quanto stabilito dal ministero della Salute e dal Governo, secondo i quali l'Abruzzo, alla luce degli indicatori di rischio, doveva rimanere ancora in zona rossa.

Il Governo aveva persino concesso il fatto che se la zona arancione fosse scattata da mercoledì 9 e non da lunedì 7 dicembre non avrebbe impugnato l’ordinanza. La scelta di procedere comunque ha costretto l'esecutivo ad agire, una scelta più che prevedibile, e comprensibile verrebbe da aggiungere: se il Governo avesse chiuso un occhio sulla forzatura del presidente della Giunta regionale, avrebbe creato un pericoloso precedente per la tenuta del paese in un momento così delicato. Ogni Regione, infatti, si sarebbe sentita autorizzata a derogare alle decisioni del Governo centrale.

Purtroppo, la Regione è rimasta 'vittima' di una bega politica, delle tensioni che stavano spaccando il fronte della maggiornanza di centrodestra, con gli esponenti politici delle aree costiere che rimproverano a Marsilio di avere autonomamente 'portato' l'Abruzzo in zona rossa per la situazione, fuori controllo, della provincia dell'Aquila, lasciando chiusi i negozi al dettaglio in quelle zone dove, al contrario, il diffondersi del contagio era sotto controllo. E se non si fosse riusciti a far alzare le saracinesche per l'8 dicembre, il primo vero giorno di shopping natalizio, le ripercussioni politiche sarebbero state imprevedibili, viste le proteste di commercianti, associazioni di categoria e sindacati. 

Marsilio sperava che i tempi potessero giocare a suo favore, e se, come era trapelato, il Tar Abruzzo si fosse espresso domani, il rischio di un ritorno in zona rossa sarebbe stato sventato. E' andata diversamente. Una forzatura che la Regione pagherà, ora, con l'ennesima giornata di confusione e rabbia, comprensibile, dei cittadini abruzzesi.

"Con la sentenza del Tar Abruzzo che ha sospeso l'ordinanza del Presidente Marsilio, che aveva autonomamente portato la Regione da zona rossa ad arancione, è stato rispristinato il principio della tutela prioritaria della salute", il commento del ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Francesco Boccia. "È necessario sempre lavorare insieme, soprattutto quando si devono prendere decisioni che impattano sulla tutela della salute dei cittadini; è necessario sempre rispettare le regole comuni che insieme ci siamo dati, praticando il principio costituzionale di leale collaborazione tra livelli istituzionali. Il governo è sempre stato, e continuerà ad essere, al fianco dei cittadini abruzzesi per rafforzare le reti sanitarie e ristorare tutti i comparti economici costretti a fare duri, ma necessari, sacrifici per proteggere la vita difendendo la salute di tutti. Non è tempo di polemiche ma di riprendere con il Presidente Marsilio un lavoro comune". 

Rabbiosa la reazione del presidente della Giunta regionale Marco Marsilio. "La pervicace azione del governo produce come risultato l’insensato e schizofrenico ritorno in zona rossa, per un giorno, di una regione che da due settimane mostra valori stabilmente arancioni, ormai persino tendenti al giallo. Dopo che il Tar ha negato per due giorni l’esistenza di un 'pericolo' così grave da giustificare un provvedimento d’urgenza, era chiaro che oggi il governo avrebbe potuto provocare solo il risultato di vedere una regione cambiare colore tre volte in tre giorni. Incuranti delle conseguenze pratiche nella vita delle persone, pur di poter esibire lo scalpo del reprobo Abruzzo", il commento del presidente della Giunta regionale. "Mi sento con la coscienza a posto: ho tutelato la salute dei cittadini adottando senza indugio le misure restrittive necessarie, e ho agito di conseguenza quando i dati mostrano un numero di guariti doppio o triplo dei nuovi contagiati da una settimana, tenendo conto della tenuta economica del territorio. A un atteggiamento pragmatico e aderente alla realtà dei fatti, il governo preferisce una rigida e tetragona applicazione burocratica delle norme. Rifiutandosi, come ha fatto sin dal 2 dicembre scorso, di applicare un potere di deroga che è previsto dalle norme stesse, senza dare nessuna spiegazione di questo rifiuto". 

"Pochi minuti dopo la pubblicazione della sentenza del Tar" ha poi aggiunto Marsilio "ho ricevuto la telefonata del ministro Speranza che mi trasmette il testo dell’ordinanza, alla sua firma questa sera, che riconosce l’Abruzzo in zona arancione. A partire da domenica. Si consuma così uno di quei capolavori di burocrazia amministrativa che rende le istituzioni incomprensibili ai cittadini".

Di seguito, i punti salienti del provvedimento (scaricabile QUI):

Si deve concordare con la prospettazione delle amministrazioni ricorrenti per cui l’articolo 1, comma 16, del decreto-legge n. 33 del 2020 (come modificato dall’articolo 1, comma 2, lettera a), del decreto-legge n. 125 del 2020) stabilisce:

-- la competenza esclusiva del Ministro della salute a provvedere alla classificazione delle Regioni e Province autonome sulla base di scenari differenti e diversi livelli di rischio previsti dal D.P.C.M. 3 dicembre 2020 che sono basati su un complesso sistema di ben 21 indicatori che misurano non solo l’indice Rt, ma anche, ad esempio, la capacità di risposta del sistema sanitario regionale.

-- che “nelle more dell’adozione dei decreti del Presidente del Consiglio dei ministri di cui all’articolo 2 del decreto-legge n. 19 del 2020, la Regione, informando contestualmente il Ministro della salute, può introdurre misure derogatorie restrittive rispetto a quelle disposte ai sensi del medesimo articolo 2, ovvero, nei soli casi e nel rispetto dei criteri previsti dai citati decreti e d’intesa con il Ministro della salute, anche ampliative”.:

In sostanza, in presenza di specifiche situazioni sopravvenute di aggravamento del rischio sanitario, le Regioni possono autonomamente adottare provvedimenti derogatori solo in senso più restrittivo mentre gli eventuali ampliamenti migliorativi avrebbero presupposto il formale atto d’intesa con il Ministero della Salute.

Nel caso in esame, in assenza dei presupposti di legge, è stato adottato un provvedimento ampliativo delle possibilità di interazioni fisiche tra le persone senza che fosse conseguito il prescritto atto d’intesa con il Ministero della Salute.

In linea di principio il giudice amministrativo deve garantite i diversi livelli di governo quando vengono in rilievo lesioni dirette delle rispettive prerogative, ossia della sfera di autonomia istituzionale che, nello Stato pluricentrico, viene specificamente riconosciuto dall'ordinamento a ciascun ente ed a ciascun livello.

In definitiva sussiste un preciso interesse giuridicamente tutelato delle Amministrazioni statali ricorrenti alla sospensione di un provvedimento che lede direttamente una prerogativa esclusivamente spettanti alle Amministrazioni statali in base a inequivocabili norme di legge.

Conclusivamente deve dunque disporsi la sospensione del provvedimento impugnato.

Pezzopane (Pd): "Da domenica l'Abruzzo in zona arancione con ordinanza del Governo. Marsilio ha preso in giro gli abruzzesi con ordinanza illegittima"

"Marsilio chieda scusa per quello che ha combinato. Nessuno dei 14 presidenti di regione appartenenti alla destra ha mai fatto una cosa del genere. Un atto di grave arroganza che danneggia l’Abruzzo, crea confusione, ha gettato nell’incertezza cittadini ed attività economiche e commerciali. Questa sera il ministro Speranza ha firmato la vera ordinanza per collocare l’Abruzzo in zona arancione da domenica".

Così la deputata dem Stefania Pezzopane.

"Sono rammaricata per quanto accaduto, mi dispiace per le tutte le attività che per responsabilità di Marsilio domani saranno chiuse e per i bambini che non potranno andare a scuola. Ma purtroppo il Presidente della regione usa gli abruzzesi come manganelli per colpire il governo. Non sa lavorare in squadra, si scontra con tutti e litiga con tutti. In emergenza non si apre uno scontro contro il governo per far contenta la Meloni. Una figuraccia orrenda.”

I Cinque Stelle: "Un pasticcio a danno di tutti gli abruzzesi"

"Il Tar dell'Aquila ha accolto la richiesta di sospensiva avanzata dal Governo dell'ordinanza del presidente della Regione Abruzzo Marsilio. L’Abruzzo torna in zona Rossa. Un pasticcio a danno di tutti gli abruzzesi che ancora una volta sono in balia di scelte irragionevoli basate probabilmente più sulle logiche di consenso che sulle reali esigenze degli abruzzesi. Ora che il Tar si è espresso è ancora più evidente che il presidente Marsilio ha commesso un grave errore: le norme vanno rispettate altrimenti si creano danni enormi a tutto il territorio. Ci auguriamo che dopo questa ennesima bastonata il centrodestra abruzzese inizi davvero a smetterla con l’opposizione a tutti i costi alle scelte del governo e inizi a dimostrare quella collaborazione istituzionale che fino a ora da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia abbiamo visto solo a parole”.

Così i consiglieri regionali del M5S Sara Marcozzi, Domenico Pettinari, Pietro Smargiassi, Francesco Taglieri , Barbara Stella e Giorgio Fedele.

D'Alessandro (IV): "Sentenza scontata"

"Se uno passa con il rosso al semaforo non è che può giustificarsi dicendo che avevi fretta. La decisione di Marsilio era fuori legge,  un giudice lo ha certificato, più che altro ha certtificato l'incapacità del Presidente Marsilio. Le Istituzioni sono una cosa seria, la caciara da osteria romana è altra cosa. Se non si fosse mosso fuori le regole ed i corretti rapporti istituzionali ora i nostri commercianti,  sabato e domenica,  avrebbero potuto lavorare . Quetso succede quando a governare siede sciatteria ed improvvisazione".

A dichiararlo è il deputato di Italia Viva Camillo D'Alessandro.

Paolucci su ordinanza Tar: “Marsilio smetta di fare a braccio di ferro, gli abruzzesi non possono pagare il prezzo della sua propaganda"

"Al posto di continuare ad alimentare lo scontro istituzionale, Marsilio riparta dall'accordo che ha poi violato, affinché l’Abruzzo esca prima di Natale dalle restrizioni, facendo scattare i 14 giorni previsti della zona arancione da mercoledì 9 dicembre".

Così il capogruppo PD Silvio Paolucci sulla sospensione da parte del Tar dell’Aquila dell’ordinanza regionale sulla zona arancione. 

"Quando Marsilio ha interloquito con il Governo, sapeva bene che l’Abruzzo sarebbe potuto uscire mercoledì dalla zona rossa, perché doveva fare i 21 giorni previsti, come avevano fatto tutte le altre regioni, anche le 14 di centrodestra – illustra Paolucci – Quando ha scelto di infilare l'Abruzzo in zona rossa sapeva benissimo che, come per tutte le altre regioni italiane, il periodo di restrizioni collegato sarebbe stato di 21 giorni e non 19. Tanto è vero che il governo aveva riconosciuto i 4 giorni di anticipo dell'ordinanza di Marsilio rispetto a quelle del Ministro della Salute. Così come oggi siamo tutti a conoscenza che ne occorrono altri 14 di zona arancione per tornare alla zona gialla. La sua ordinanza, che di fatto accorciava la zona rossa da 21 giorni a 19 era chiaramente illegittima, anche perché in nessuna regione d'Italia si è verificato, né si poteva verificare, un trattamento diverso".

Di questo passo sta imprigionando l’Abruzzo nelle restrizioni fino al 27 dicembre, "giorno in cui dovrebbe finire la permanenza in area arancione che, a seguito dell’ordinanza cassata dal Tar, scatterebbe da domenica. Per questo è importante che Marsilio torni all'interlocuzione con il Governo e la smetta di trasformare l'Abruzzo in una comunità da strumentalizzare politicamente. Se lo farà, sono certo che troverà una possibilità, ma deve percorrerla per non relegare l’Abruzzo in un confino che non merita. È il minimo, visto che le leggi che promulga vengono impugnate perché illegittime e dannose per il territorio, così l’ultima in ordine di tempo la n. 29/2020. Le ordinanze che firma per anticipare provvedimenti governativi vengono bocciate dal TAR. L’Abruzzo che lui governa aspetta ancora i fondi per le zone rosse del primo lockdown, i ristori per imprese e partite iva, i vaccini contro l’influenza e grazie alle bravate di Marsilio oggi torna l’unica regione in zona rossa d’Italia. A due settimane da Natale. Lasci perdere la propaganda e faccia l’amministratore”.

Ultima modifica il Venerdì, 11 Dicembre 2020 22:15

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