Ci sono quasi due milioni di euro destinati al sociale e all’impiantistica sportiva che il Comune dell’Aquila non riesce a spendere perché bloccati da anni dalla burocrazia.
Si tratta dei fondi della famosa legge regionale 41 del 2011, meglio nota anche come “legge De Matteis”, perché a volerla fu l’allora consigliere e vice presidente del consiglio regionale Giorgio De Matteis.
Un breve riassunto.
Dopo il terremoto, la Regione stanziò in favore del Comune dell’Aquila 4,4 milioni di euro, con i quali si sarebbero dovuti realizzare infrastrutture, iniziative e progetti finalizzati a favorire l’aggregazione sociale. Il Comune, nel 2013, stilò una lista di interventi da finanziare che però rimase chiusa in un cassetto perché la giunta, tra le altre cose, non trasmise la delibera alla Regione.
Nel 2018, l’amministrazione ha scoperto che, del vecchio plafond, erano rimasti 1 milione e 775 mila euro (i restanti, essendo nel frattempo mutato il contesto cittadino, erano stati destinati ad altri interventi) e ha redatto una nuova lista di progetti da finanziare. Sono passati altri due anni ma quei soldi non sono ancora stati spesi.
L’assessore comunale allo Sport e alle Opere pubbliche, Vittorio Fabrizi, rispondendo, venerdì, in consiglio comunale, a un’interrogazione del capogruppo di Italia Viva Paolo Romano – che aveva chiesto che fine avessero fatto quelle risorse – ha spiegato che la Regione ha approvato la nuova rimodulazione e che nel 2021 potranno finalmente partire gli appalti e, si spera, anche i lavori.
Nel nuovo elenco (vedi foto qui sotto) figurano opere da localizzare soprattutto nelle frazioni - campi di calcetto a Onna e Camarda (per un totale di 100mila euro), interventi migliorativi ai campi da calcio di Preturo e Arischia (80mila euro), un centro polifunzionale e sportivo a Sassa (340mila euro) - ma anche fondi per promuovere attività sociali (200mila euro).
Restando in tema di impianti sportivi, venerdì, in consiglio, sempre su interrogazione di Paolo Romano, Fabrizi ha dovuto mestamente ammettere il flop del bando sul credito d’imposta emanato un anno fa – dunque ben prima della crisi pandemica - dal Comune.
Recependo lo strumento governativo dello “Sport bonus”, il bando prevedeva che persone fisiche, enti non commerciali e soggetti titolari di reddito d’impresa potessero devolvere un contributo in denaro al Comune per sostenere interventi di manutenzione, restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia di impianti sportivi, avendo la possibilità, la possibilità di ottenere un credito di imposta del 65%.
“Devo dire con un po’ di rammarico, anche se non sono affatto sorpreso, che al bando non ha risposto nessuno” ha detto Fabrizi.