La riapertura della scuola in presenza il prossimo 7 gennaio "provoca non poche perplessità anche a causa del clima di incertezza che sembra contraddistinguere la ripresa nella nostra provincia".
A dirlo sono Miriam Anna Del Biondi della Flc Cgil, Maria Gracia Commito della Uil scuola, Rosaria Lupi dello Snals Confsal e Claudio Di Cesare di Gilda Unams.
"Sappiamo che ad oggi, 4 gennaio 2020, non è ancora definito e chiaro il piano dei trasporti e che ai Dirigenti Scolastici viene costantemente, e oseremmo dire tardivamente, richiesto di dettagliare, oltre l’umana possibilità, la modalità con la quale le scolaresche si sposteranno sul territorio" sottolineano i referenti dei sindacati a livello provinciale.
Da norma nazionale, il 7 gennaio 2020, le scuole secondarie di II grado che, a causa del picco dei contagi della seconda ondata di coronavirus, lavoravano a distanza, torneranno ad una presenza del 50% della popolazione scolastica, destinato ad aumentare fino al 75%, qualora le misure di distanziamento intraprese avranno dato risultati adeguati. "Pensavamo che il periodo trascorso tra la decisione inevitabile e dolorosa di interrompere la didattica in presenza ed il 7 gennaio dovesse servire ad elaborare, con la collaborazione di tutti gli agenti coinvolti, un piano concertato, efficace e di sistema che potesse permettere il rientro a scuola con un minimo di serenità per l’utenza, per le famiglie e per il personale della scuola. Pensavamo ad esempio che si sarebbe parlato di presidi sanitari interni alle scuole, in modo da effettuare tracciamenti veloci e permettere soluzioni immediate. Invece, apprendiamo che, a tre giorni dalla riapertura, non è ancora chiaro come avverrà, ad esempio, il potenziamento della rete dei trasporti e che da parte delle agenzie di trasporto locali e regionali, continuano ad arrivare richieste di maggiori dettagli".
Pare che il dettaglio dovesse riguardare al millimetro la destinazione in uscita di ogni alunno o alunna che usufruisce del trasporto pubblico. "Le amministrazioni scolastiche hanno già fornito un piano di scaglionamento degli ingressi e delle uscite utile a permettere alla TUA, per esempio, di avere 120 minuti di tempo per differenziare le corse. Le amministrazioni scolastiche, sin dalla scorsa estate impegnate a rispettare protocolli e a favorire con l’esistente (perché modifiche significative all’esistente non vi sono state) ogni possibile forma di distanziamento, stanno svolgendo un lavoro enorme per limitare i danni di un sistema di contorno che continua a non funzionare", l'affondo.
E nonostante ciò, i sindacati temono che la ripresa del 7, in queste condizioni, "avverrà senza una regia efficiente e programmata e che, al solito, la responsabilità del danno gravissimo in termini sanitari e didattici che questo potrebbe provocare sarà, almeno per l’opinione pubblica, gettata su un sistema scolastico che è vergognosamente diventato oggetto di propaganda e di scontro politico. Siamo, come al solito, di fronte al nulla: a misure parziali, tardive ed autoreferenziali da parte di chi ha il compito di garantire sicurezza e serenità alla popolazione scolastica e a tutte le famiglie che, già colpite a vario livello e misura dal virus, hanno il diritto alla fruizione di sistemi pubblici efficienti".
Dunque, i sindacati chiedono maggiore chiarezza "perché non è più il momento di agire con pressapochismo e superficialità. Chiediamo che sia garantita la massima sicurezza al personale della scuola che si appresta a riprendere le attività in presenza anche attraverso la chiara diffusione dei piani di rientro elaborati dai tavoli prefettizi da cui, nonostante la richiesta, il sindacato è escluso".