Scuola, la grande fuga.
Tra insegnanti e personale tecnico-amministrativo (Ata) sono 788, in Abruzzo, le domande di pensionamento pervenute relative al 2021, il 13% in più rispetto allo scorso anno.
A dare l’allarme è la Cisl.
Già lo scorso settembre, i sindacati e associazioni come Anief (Associazione nazionale insegnanti e formatori) avevano previsto, a livello nazionale, un effetto Covid sulle domande di pensionamento. Il complicato avvio dell’anno scolastico e le prospettive incerte di questi mesi, segnati da nuove ondate di contagi con il conseguente ritorno all’utilizzo diffuso della didattica a distanza, potrebbero, a giudicare dai numeri, aver accentuato la propensione al pensionamento sia degli insegnanti che del personale tecnico-amministrativo.
La scadenza per la presentazione delle domande era stata fissata al 7 dicembre, considerando complessivamente personale docente, educativo e Ata.
In Abruzzo, delle 788 domande arrivate, 336 sono relative a personale che si ritirerà dal servizio per raggiunti limiti di età mentre le restanti 452 (il 57%) sono quelle presentate avvalendosi dei requisiti di Quota 100. Parliamo, ovviamente, di lavoratori a tempo indeterminato.
Sul totale delle domande, ben 581, ovvero il 73%, sono di docenti, “personale" sottolinea la Cisl Scuola Abruzzo-Molise "che con più difficoltà si riuscirà a sostituire con assunzioni a tempo indeterminato, per l’esaurimento delle graduatorie e i ritardi nello svolgimento dei concorsi”.
Le province maggiormente interessate dall’esodo sono Chieti e L’Aquila. In provincia di Chieti, i dipendenti del comparto che hanno presentato istanza sono 250: 170 docenti, 73 Ata e 7 tra insegnanti di religione e personale educativo. All’Aquila, su 222 domande, 168 sono di docenti, 48 di personale Ata, 5 di insegnanti di religione mentre una è relativa al personale educativo. Seguono Pescara con 175 domande (138 docenti, 35 Ata e 2 insegnanti di religione) e Teramo con 141 (105 docenti, 34 Ata e 2 insegnanti di religione).
Su 581 docenti abruzzesi che andranno in pensione quest'anno, 237 (il 40%) insegnano nelle scuole superiori (64 in provincia di Chieti, 67 all’Aquila, 69 a Pescara e 37 a Teramo). Il 30% dei pensionamenti, pari a 179 insegnanti, interessa invece la scuola primaria ovvero le elementari (58 a Chieti, 57 all’Aquila, 31 a Pescara e 33 a Teramo). Per quanto riguarda le medie, i professori che daranno addio all’insegnamento sono 91 (31 a Chieti, 25 all’Aquila, 21 a Pescara e 14 a Teramo). I pensionamenti della scuola dell’infanzia, infine, saranno 67 (17 a Chieti, 17 all’Aquila, 14 a Pescara e 19 a Teramo).
“Le 788 domande di pensione del personale a tempo indeterminato” afferma la Cisl Scuola “rischiano di portare il numero di precari nella scuola ben oltre il 25%, rendendo sempre più difficile garantire non solo la continuità didattica ma addirittura la possibilità stessa di avere docenti in cattedra dal primo giorno di scuola. Come sindacato invitiamo i rappresentanti politici abruzzesi a chiedere al prossimo governo nazionale un piano straordinario di assunzioni, che preveda la stabilizzazione dei precari che da anni lavorano nella scuola e lo svolgimento dei concorsi ordinari e straordinari già banditi”.