Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta inviata in redazione da Chiara Santilli, che si dice "una mamma molto incazzata" a seguito della proroga della chiusure delle scuole abruzzesi, di ogni ordine e grado, fino a dopo la Pasqua.
Con l'ennesima ordinanza di Marsilio, le scuole resteranno chiuse fino a Pasqua (e speriamo, caro Presidente, che sia davvero l'ultimo sforzo).
Nonostante i dati abbiano lasciato la nostra regione in zona arancione, le scuole non riapriranno il 15 marzo come promesso/previsto nell'ultima ordinanza (quella fatta perché costretti dal TAR e per dare il contentino a chi aveva protestato contro la chiusura immotivata del 27 febbraio). Non riapriranno, ci spiega la Regione, perché i sindacati hanno deciso così. E il nostro sindaco Biondi muto.
Chiedo a nome di tanti: a cosa è servito vaccinare il personale scolastico, se poi i sindacati decidono che si deve continuare con la DAD? E il rispetto dei DPCM e del nuovo decreto del Governo che parla di chiusure localizzate delle scuole nelle aree con contagi al di sopra della soglia di 250/100.000 abitanti?
Presidente Marsilio, ha idea di cosa vuol dire l didattica a distanza per i bambini di prima elementare? Non credo.
La scuola in presenza è un diritto sacrosanto! I congedi retribuiti al 50% (sempre che ci siano, eh), per chi è monogenitore come me non bastano, glielo assicuro. E lo smart woking non sempre viene concesso, che si sappia. Ergo, ci si continuerà ad arrangiare come nelle ultime due settimana. E poi mi fa rabbia che si assuma che in smart working si ci possa occupare dei propri figli. In smart working si lavora (anche più che in ufficio) e si é spesso al telefono.
Si assume implicitamente che i bambini possano essere abbandonati davanti a tablet e tv o che i genitori in smart working lavorino per pagare una/due babysitter 8/9 ore al giorno, comunque non risolvendo lo stress di conciliare lavoro e cura della famiglia. Ci sono poi famiglie che una babysitter non possono permettersela o che non hanno spazi adeguati.
Mi sembra davvero che l’esperienza/incubo dell’anno scorso non abbia insegnato nulla o che la realtà delle famiglie non sia chiara o non importa a chi ci governa. I genitori devono vedere distrutte le prospettive dei propri figli, assumersi la responsabilità della loro formazione e sostenere costi e sforzi extra per il loro accudimento. Siamo stati disposti a farlo per un anno, ma, a questo punto, non mi sembra né giusto, né più sostenibile.
La scuola é il lavoro di mia figlia ed é necessario e urgente quanto il mio. Ringrazio, a nome di tanti, i sindacati per aver difeso il ruolo della scuola.