Mercoledì, 07 Aprile 2021 11:17

Asl Pescara, appalto da 11 milioni pilotato: arrestato primario Trotta, fu candidato di Fratelli d'Italia alle regionali. Marsilio: "Venga accertata la verità". D'Eramo: "Accuse gravi". Pd: "Inquietudine e condanna"

di 

Stamane i Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Pescara hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 3 persone, emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pescara Nicola Colantonio su richiesta della Procura della Repubblica di Pescara.

I soggetti colpiti da misura cautelare sono il Dirigente del Dipartimento di Salute Mentale dell’AUSL di Pescara, Sabatino Trotta, il legale rappresentante e una dipendente con funzioni di coordinatrice della Cooperativa Sociale “La Rondine”, società partecipante al Consorzio Coop. Sociali S.G.S. vincitore della gara pubblica di appalto volta all’affidamento della gestione di residenze psichiatriche extra ospedaliere, del valore complessivo di 11.309.100,00 euro, indetta con Delibera n. 16 del 09.01.2020 dell’AUSL di Pescara e aggiudicata definitivamente nel mese di marzo del 2021.

Parallelamente i Finanzieri hanno proceduto a dare esecuzione al sequestro di beni per circa 50.000,00 euro, disposto sempre dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pescara su richiesta della Procura della Repubblica.

Agli indagati sono stati contestati gravi reati contro la pubblica amministrazione, e in particolare i reati di corruzione, di istigazione alla corruzione e di turbata libertà degli incanti. Le indagini, ancora in corso in queste ore con l’esecuzione di alcune perquisizioni e l’audizione di persone informate sui fatti, proseguono nei confronti di ulteriori soggetti che, pur non essendo stati attinti da provvedimento cautelare, risultano iscritti sul registro degli indagati.

Gli accertamenti investigativi hanno preso il via nell’estate del 2020, a seguito di alcune segnalazioni giunte agli inquirenti in ordine a comportamenti volti a turbare illecitamente lo svolgimento di una significativa gara pubblica dell’importo di oltre 11 milioni di euro indetta dall’AUSL di Pescara e ancora in corso di svolgimento all’epoca degli esposti, ed il cui iter procedimentale si sarebbe compiutamente concluso in pieno periodo di emergenza pandemica.

Le indagini sviluppate in questi mesi, le verifiche istruttorie avviate sia attraverso attività di intercettazione telefonica che con l’ausilio di mezzi tradizionali, hanno permesso di accertare con evidenza che l’aggiudicazione della suddetta gara pubblica di appalto al consorzio S.G.S. è avvenuta illecitamente, e segnatamente a seguito di una procedura intenzionalmente pilotata in favore del consorzio abruzzese, in adempimento di un pregresso accordo corruttivo stretto tra i due suddetti emissari del consorzio e il Dirigente del Dipartimento di Salute Mentale dell’AUSL di Pescara, avente ad oggetto il pagamento di indebite somme di denaro in contanti e altre utilità per oltre 50.000,00 euro.

La gara pubblica di appalto oggetto delle gravi condotte illecite ideate e attuate dagli indagati è da ritenersi particolarmente rilevante, non soltanto per l’ingente importo complessivo, ma anche per la tipologia dei servizi appaltati, afferenti a beni primari di cura delle persone più fragili, nel caso di specie affette da problematiche psichiatriche, da erogarsi presso numerose strutture residenziali e centri diurni ubicati sul territorio provinciale, alcuni dei quali già gestiti dalla Cooperativa.

In particolare, il Dirigente Sanitario ha svolto funzioni di pubblico ufficiale nella gara, in quanto, oltre ad avere predisposto il capitolato tecnico della gara, ha scelto i nominativi dei 3 esperti del settore, che sono stati nominati membri della commissione giudicatrice, tutte persone a lui strettamente collegate, personalmente e professionalmente, per poi condizionarli al fine di garantire al consorzio l’attribuzione del massimo punteggio riconosciuto alle concorrenti per le offerte tecniche presentate.

Con il determinante apporto del medico, il Consorzio e la Cooperativa hanno vinto la gara d’appalto, stipulando con l’AUSL di Pescara un contratto di servizi, di durata quadriennale, del valore complessivo di oltre 11 milioni di euro, riconoscendo somme di denaro e regalie di varia natura (gioielli, orologi e beni tecnologici), al Dirigente medico e ai membri della commissione di gara.

Inoltre, il Dirigente Sanitario, già candidato alle ultime elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale della Regione Abruzzo tenutesi nel mese di febbraio del 2019 nella lista di Fratelli d'Italia, nel corso delle indagini ha esplicitamente ammesso con alcuni suoi interlocutori di essersi adoperato in favore degli interessi illeciti della Cooperativa e dei suoi rappresentanti anche nell’intento di accrescere il proprio consenso elettorale, e segnatamente di precostituirsi per future competizioni elettorali un bacino di consensi tra le centinaia di dipendenti, di pazienti e dei rispettivi parenti delle società gestite dal rappresentante legale della Cooperativa.

Nei lunghi mesi di indagine (anche supportate da mezzi di ricerca della prova di carattere tecnico), è stato possibile riscontrare un elevato tenore di vita dei protagonisti, in particolare del Medico, che ha sostenuto molteplici spese, in contanti, per importi considerevoli, comperando beni di ogni genere ed anche di elevato valore, per sé e per le persone a lui vicine, alcune delle quali coinvolte nella gara pilotata. Aspetto particolarmente stridente con l’odierna fase pandemica è rappresentato dal fatto che gli indagati, sebbene siano tutti operatori sanitari, in violazione delle vigenti normative in materia di contrasto alla pandemia dovuta al COVID-19, hanno effettuato numerosi viaggi in varie zone del Paese, in assenza di reali motivazioni e spesso servendosi di false attestazioni, anche solo per recarsi a fare shopping in grandi città, e si sono sovente incontrati per cene in case private, ricevendo ospiti in un numero maggiore a quello consentito anche in violazione del coprifuoco notturno.

All’esito delle indagini, sono state, pertanto, deferite alla Procura della Repubblica di Pescara 6 persone fisiche, responsabili a vario titolo dei reati di cui agli artt. 319 (corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio), artt. 319 (circostanze aggravanti), 321 (pene per il corruttore), artt. 322 c. 2 (istigazione alla corruzione), 353 (turbata libertà degli incanti), 357 (nozione di pubblico ufficiale), 81 cpv (reato continuato), 110 (pena per coloro che concorrono nel reato) C.P.. Inoltre, è stata segnalata alla Procura della Repubblica di Pescara la cooperativa sociale esecutrice dell’appalto, in relazione all’illecito amministrativo di cui agli articoli 21 e 25 comma 2° del Decreto Legislativo 8 giugno 2001 n. 231.

Marsilio: "Venga accertata la verità, massima collaborazione da Regione e Asl"

"La Regione Abruzzo e la Asl garantiscono come sempre la massima collaborazione con le Autorità giudiziarie e gli inquirenti impegnati nel contrasto all’illegalità e alla corruzione. Ho appreso con stupore dell’arresto del dott. Trotta, noto e stimato primario della Asl di Pescara, attivo oltre che nell’ambito professionale in quello del volontariato sociale. L’ho conosciuto più di due anni fa in una cena di beneficenza di una importante associazione, della quale era uno dei principali animatori, con centinaia di professionisti e imprenditori impegnati a raccogliere fondi per i soggetti fragili, e in quella occasione mi manifestò l’intenzione di candidarsi al Consiglio Regionale nella lista di FdI. Apprendere che la stessa persona sarebbe il dominus di un’opera di corruzione, quale quella che sembra emergere dall’inchiesta, lascia interdetti. Mi auguro che il dott. Trotta possa dimostrare la sua estraneità ai fatti addebitatigli e tornare a testa alta al suo lavoro. In caso contrario non esiterei a chiedere alla Magistratura di adottare la massima severità".

Lo ha dichiarato il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio.

D'Eramo: "Accuse gravi, la Magistratura faccia piena chiarezza"

"Auspichiamo che la Magistratura faccia piena chiarezza su quanto accaduto all'Asl di Pescara. Dal canto nostro ribadiamo un principio: la gestione della sanità non può e non deve conoscere né ombre né macchie. Ecco perché l'assessorato regionale, che fa riferimento al nostro partito, continuerà ad operare nel massimo della trasparenza e della chiarezza".

Lo dichiara il coordinatore regionale della Lega, il deputato Luigi D'Eramo che aggiunge: "Diciamo 'no' con forza a 'quella' sanità fatta di affari personali e operazioni opache che poco hanno a che fare con la sana gestione della cosa pubblica e, semmai le accuse fossero confermate, ci troveremmo di fronte a una condotta grave, per di più in un periodo in cui il sistema sanitario sta facendo sforzi enormi per contrastare l'epidemia. Un qualcosa di intollerabile che rafforza le necessità di controllo, trasparenza, efficienza delle procedure e rispetto delle reali esigenze della popolazione".

PD: "Inquietudine e condanna, ASL si costituisca parte civile"

"Destano inquietudine le notizie degli arresti di Pescara a seguito di indagini su una gara indetta dalla Asl".

A dirlo sono Michele Fina e Nicola Maiale, segretari regionale e provinciale del Partito Democratico.

Per Fina e Maiale "la Regione Abruzzo dovrebbe aprire una fase di profonda riflessione sulla gestione della ASL pescarese, chiamata ad un profondo rinnovamento, specie in una fase così delicata per il nostro sistema sanitario. La Asl dovrebbe innanzitutto costituirsi parte civile, a tutela della propria immagine, dell'impegno di medici e sanitari in prima linea nell'emergenza pandemica, della dignità degli utenti, specie di quelli più fragili. Inquieta soprattutto registrare il fatto che il dirigente sanitario principale indagato è stato tra i candidati al Consiglio regionale nella lista del partito del presidente della Regione. Una circostanza che fa il paio con le indagini e le misure cautelari che hanno travolto i vertici dell’amministrazione comunale di Celano. In entrambi i casi vale naturalmente il principio della presunzione di innocenza, ma il malcostume che emerge dagli atti è già da adesso, ancora una volta, da condannare con fermezza, anche perché nel caso di Pescara riguarda persino le restrizioni anti - Covid, che poveri, normali abruzzesi e italiani hanno sofferto e soffrono ancora molto per rispettare”.

Pettinari ringrazia gli inquirenti e porta il caso in Consiglio regionale

“Questo sistema deve finire. Oggi si segna un passo avanti verso la legalità che, soprattutto in ambito sanitario, dovrebbe essere un pilastro imprescindibile. Chi specula sulla sanità, e quindi sulla salute dei cittadini, deve essere sottoposto a pene severissime. Ringrazio di cuore il procuratore della Repubblica di Pescara, la dottoressa Anna Rita Mantini, e tutti i magistrati della Procura della Repubblica di Pescara, come anche gli investigatori della Polizia Giudiziaria, che ancora una volta lavorano con abnegazione per fare luce e tracciare la strada della giustizia per il bene della collettività”.

Il commento arriva dal Vicepresidente del Consiglio regionale Domenico Pettinari sugli arresti avvenuti in merito agli appalti da 11 milioni della Asl di Pescara. “Quello che sta accadendo nella Asl di Pescara è un fatto gravissimo sul quale il Consiglio regionale deve essere informato immediatamente, per questo presenterò un’interpellanza urgente all’Assessore Verì e al Presidente Marco Marsilio perché, parallelamente alle indagini della giustizia, devono avanzare quelle interne su cui la Regione Abruzzo non può esitare neanche un secondo. Ricordiamo – incalza Pettinari – che la Regione Abruzzo ha il potere di vigilanza e controllo sulle aziende sanitarie locali. Noi continueremo, come abbiamo sempre fatto, a monitorare ogni spesa pubblica e in particolare quelle relative alla sanità regionale a salvaguardia della salute e del diritto alle cure dei cittadini abruzzesi”.

Licheri - Di Brigida (Si): "Inchiesta di oggi una ferita al cuore del servizio pubblico, la Asl di Pescara si costituisca parte civile"

"È necessaria chiarezza su una vicenda che tocca il cuore pulsante di queste fase storica, ovvero il servizio sanitario nazionale, impegnato in una prova muscolare enorme come quella del covid da ormai oltre un anno".

A dirlo sono Daniele Licheri, segretario regionale Si Abruzzo, e Pierpaolo di Brigida, segretario provinciale Si Pescara, che sottolineano come l'inchiesta rischi di "mettere a repentaglio una fiducia già bassa dei cittadini nelle istituzioni: gli abruzzesi sono provati da una situazione socio-economica pesantissima legata ai lutti e alle numerose chiusure e restrizioni gestite malissimo dalla giunta regionale a guida Marsilio. Una cattiva gestione politica della sanita che non deve però essere minimamente mischiata allo straordinario lavoro del personale socio sanitario Abruzzese a cui va tutta la nostra piena solidarietà. E quando arrivano notizie come queste il rischio e che si faccia di tutta erba un fascio. Sinistra Italiana oltre ad essere garantista crede fermamente in un servizio pubblico efficiente e in cui trasparenza e professionalità siano al centro per garantire a tutte e tutti le migliori cure senza alcun tipo di disparità o favoritismo. Per questo, in attesa che le indagini facciano il loro corso, è necessario che le stesse Asl di Pescara concorrano alla ricerca della verità costituendosi parte civile per tutelare l'immagine e il lavoro di tante e tanti operatori sanitari che ogni giorno rischiano la vita per occuparsi di noi e dei nostri cari".

Ultima modifica il Mercoledì, 07 Aprile 2021 23:08

Articoli correlati (da tag)

Chiudi