È arrivata la decisione dell’Italia sul vaccino anti-Covid di AstraZeneca: la scelta è quella di raccomandare l’uso preferenziale nei soggetti oltre i 60 anni di età.
La decisione è stata annunciata durante una conferenza stampa del ministero della Salute a cui hanno partecipato il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli, il direttore generale dell'Agenzia italiana del farmaco Nicola Magrini e il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza.
L’annuncio è arrivato dopo un’altra conferenza, quella dell’Ema: pur riconoscendo i casi eccezionali di trombosi come "effetti indesiderati molto rari" dell'immunizzante anglo-svedese, l’Agenzia europea non ha ritenuto di sconsigliare le somministrazioni per genere o fasce d'età, demandando la decisione ai singoli Stati in base alle loro esigenze.
"Questo non è né il funerale né l'eutanasia del vaccino AstraZeneca. È un vaccino efficace", ha sottolineato Locatelli. "Su 600mila trattati con due dosi di AstraZeneca, nessuno ha mostrato eventi trombotici”, ha aggiunto il direttore dell'Aifa Magrini.
Ma come cambia la campagna vaccinale italiana dopo questa decisione?
Il ministro della Salute Roberto Speranza, durante l’incontro con le Regioni, avrebbe assicurato che “il piano vaccinale che dà priorità ai più anziani non cambia".
Tuttavia, secondo altre fonti, il governo sarà costretto a rimettere mano al piano vaccinale, già cambiato tre volte dall'inizio della campagna a dicembre. Il vaccino AstraZeneca, infatti, all’inizio era stato consigliato per gli under 55, poi era stato esteso a tutte le classi di età e ora sarà raccomandato per gli over 60.
"A breve ci sarà una circolare con tutte le indicazioni, dobbiamo essere chiari e netti", ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza. E ha ribadito che le priorità dell'esecutivo non cambiano: vanno messi in sicurezza gli anziani e le persone fragili. Ma la modifica in corsa, e i timori sempre più diffusi tra gli italiani, rischiano di provocare ulteriori rallentamenti alle vaccinazioni.
A oggi sono circa 8 milioni gli italiani che hanno ricevuto una prima dose di vaccino: a 2.294.203 di loro è stato somministrato il farmaco di Astrazeneca. Non tutti sono under 60, ma una buona parte sì.
La prima decisione che il governo deve prendere è quella relativa ai richiami, che secondo le indicazioni dell'Aifa devono essere fatti a tre mesi dalla prima dose: verrà somministrata la seconda dose di AstraZeneca anche agli under 60?
“Al momento non ci sono gli elementi per non considerare la somministrazione dello stesso vaccino in chi ha ricevuto la prima dose”, ha detto Locatelli. È quindi probabile che chi ha già fatto la prima dose riceverà anche la seconda, indipendentemente dall'età. Anche se Locatelli ha sottolineato: “C’è un numero limitato di soggetti che hanno ricevuto la seconda dose e quindi dovrà essere fatta una nuova riflessione in futuro”.
È la stessa Ema a non escludere l'ipotesi del mix tra vaccini diversi: "Potrebbe essere efficace”, ha detto la presidente del comitato di sicurezza Sabine Straus, aggiungendo però che al momento "non ci sono ancora dati disponibili".
Il secondo problema che rischia di compromettere la campagna di vaccinazione, o almeno di rallentarla, è legato alla paura che si sta diffondendo e che porta gli italiani a disertare i centri vaccinali. In Lombardia, ha spiegato il membro del Cts lombardo Carlo Signorelli, un 15-16% di prenotati non si è presentato. Alla Asl Napoli 1, martedì, su 4mila prenotati 800 hanno disertato la vaccinazione. Segnali d'allarme che potrebbero aumentare nei prossimi giorni, anche se non mancano le rassicurazioni degli esperti.
“La decisione è stata presa in via precauzionale, ma il vaccino è utilizzabile in tutte le fasce di popolazione", ha detto il direttore dell'Aifa Magrini. Il virologo Andrea Crisanti ha invece ricordato che "prendere un aereo ha un rischio di trombosi 100 volte superiore a fare un vaccino".
Nei frigoriferi delle regioni al momento ci sono almeno 1,8 milioni di dosi di Astrazeneca. Per evitare che restino lì, già prima della conferenza il commissario per l'Emergenza Francesco Figliuolo aveva chiesto di somministrarlo fin dalle prossime ore alla categoria 60-79 anni. "Una platea – ha detto il generale nell'incontro con i governatori - di circa 13 milioni di persone, due dei quali hanno già avuto la prima dose".
Ma bisognerà anche decidere come vaccinare tutti coloro che non potranno più avere Astrazeneca e, quindi, come rimodulare l'utilizzo degli altri due vaccini al momento disponibili: Pfizer e Moderna.