C'era anche una rappresentanza degli operatori della montagna abruzzese raccolti nel Comitato spontaneo lavoratori, stamane, in Piazza del Popolo a Roma, dove si è ritrovato il mondo della montagna italiano per denunciare il "modello fallimentare" di gestione dell'emergenza covid.
Fallimentare dal punto di vista sanitario, innanzitutto. "I più deboli non sono stati protetti né da una adeguata organizzazione assistenziale prima né da chi gli portava il virus dopo. I sani sono stati narcotizzati e sfiniti giorno dopo giorno, indeboliti, resi insicuri, uccisi", l'affondo di Igor Antonelli di Live your Mountain.
Fallimentare nel campo economico: "si è demonizzata una sola porzione della società, lasciando di fatto tutto il resto aperto; ciò ha permesso ai vettori virali di agire indisturbati e colpire in maniera scientifica i più deboli con una mortalità identica come fosse stato tutto aperto (abbiamo solo diluito i decessi nel tempo)".
Fallimentare anche dal punto di vista gestionale: "scelte di natura illogica, ad oggi, chiudono i flussi tracciati (una prenotazione in hotel è uno dei flussi più tracciati che possano esserci, pagamento e registrazione alla questura) e lasciano aperti quelli incontrollabili (trasporti, seconde case, supermercati, centri commerciali etc.), che ad oggi permettono ad un abitante di Roma di andare all'estero e di non poter venire in Abruzzo per camminare nella natura (ci sarebbero altre decine di esempi)".
Di qui, la protesta del Comitato spontaneo lavoratori d'Abruzzo.