A nove mesi dall'entrata in vigore del “Decreto Bellanova” e a quattro mesi dall'approvazione del “Decreto Lamorgese”, centinaia di migliaia di lavoratori che hanno presentato la documentazione richiesta risultano ancora irregolari.
USB organizza e promuove una giornata di mobilitazione nazionale il 29 aprile 2021 davanti le Prefetture di tutta Italia chiedendo un confronto sull’applicazione del DL n.34 del 19/05/2020 e del DL. n. 130 del 21/10/2020. "In Abruzzo - si legge in una nota - saremo presenti davanti la Prefettura dell'Aquila (c.so Federico II, 9) a partire dalle ore 11:30".
Il DL n.130/2020, convertito nella Legge 18 dicembre 2020, n. 173, relativamente alle procedure di richiesta di protezione internazionale e ai rilasci dei relativi permessi di soggiorno, rimane ancora oggi inosservato e inapplicato dagli organi dello Stato. Si osservano, inoltre, diverse criticità procedurali. "Con riferimento alle procedure di emersione previste nell'ambito della “sanatoria 2020” - spiega l'USB - ravvisiamo che buona parte dei lavoratori migranti ha assunto a proprio carico il versamento del contributo forfettario previsto, che sarebbe dovuto essere a carico dei datori di lavoro. Altrettanto diffusa è la prassi per cui il pagamento dei contributi INPS risulta in capo agli stessi lavoratori, evidentemente condizionati dalla necessità di conseguire una posizione regolare sul territorio italiano".
Tutto ciò è aggravato dal fatto che, ad oggi, gran parte di essi non ha ancora ricevuto risposte da parte del SUI - Ministero degli Interni, "con il perdurare di una situazione di ricatto e con l'impossibilità di far valere i propri diritti e le proprie prerogative fondamentali sul posto di lavoro, oltre che con innumerevoli problematiche nell’accesso ai servizi sanitari e nella fruizione dei servizi (rapporti con le A.S.L., apertura di un conto corrente, conseguimento dei titoli di guida, etc.). Questa condizione pregiudica gravemente il rispetto di ogni forma di sicurezza sul lavoro".
Da tutto ciò non può che derivare una grave lesione dei diritti fondamentali di queste persone con conseguenze pregiudizievoli, "considerata la condizione di precarietà amministrativa, se non di vera e propria irregolarità, che colpisce migliaia di migranti. Entrambi i decreti legge in oggetto erano stati pensati per sanare questa incresciosa situazione che tuttavia continua a non trovare una soluzione stabile e strutturale. Ci rivolgiamo con forza a tutti coloro che ancora ritengono la vita umana inviolabile e da salvaguardare sempre, senza mai sacrificarla agli interessi politici ed economici. Giovedì 29 aprile saremo nelle piazze, davanti alle prefetture, per commemorare le migliaia di migranti vittime della spietatezza dei governi occidentali, per chiedere la fine del regime dei decreti anti-migranti, per esigere lo sblocco delle regolarizzazioni e il varo di un nuovo piano nazionale per l'accoglienza e l'integrazione".