Si potrà tornare a far visita ai pazienti ricoverati in ospedale.
Lo prevede l'ordinanza firmata nella serata di ieri dal presidente della Giunta regionale, Marco Marsilio, inerente le modalità di accesso alle visite con la definizione dei protocolli di sicurezza sanitaria anti Covid.
L'accesso ai reparti deve tenere conto delle condizioni di fragilità dei pazienti e del visitatore, nonché delle caratteristiche logistiche del reparto e delle condizioni epidemiologiche. Sono raccomandate visite della durata massima di 20 minuti, con gli accessi che devono riguardare di norma non più di un visitatore per ospite.
Entro le 48 ore precedenti alla visita, i familiari devono presentare al responsabile Covid del reparto una richiesta in cui è riportato il nome dell'ospite a cui devono fare visita e l'autocertificazione sul proprio stato di salute; oltre a predispone un registro degli accessi giornalieri approvati da conservare almeno per 30 giorni, il responsabile Covid di reparto designato è tenuto a verificare il corretto utilizzo dei dispositivi di sicurezza, rilevare e registrare la temperatura corporea dei visitatori respingendo l'accesso in caso sia superiore a 37.5 gradi o di sintomatologia suggestiva, nonché controllare che vengano rispettate le norme igienico-sanitarie per la prevenzione della diffusione del virus come la corretta profilassi igienica delle mani e l'igiene respiratoria.
Nel caso le condizioni cliniche lo consentano i pazienti sono invitati a ricevere il familiare nell'area soggiorno o nelle aree esterne.
Le visite restano comunque vietate se all'interno del reparto si dovesse riscontrare la presenza di casi positivi tra gli ospiti o il personale. Ma con una eccezione: in caso di paziente positivo, l'accesso da parte di familiari nella stanza di degenza in isolamento è prevista solo in caso di minori, di pazienti in prossimità alla fine della vita o in altri specifici contesti a rischio di scompenso psichico.
"Consentire le visite ai pazienti ricoverati in ospedale, nel pieno rispetto dei protocolli di sicurezza sanitaria anti Covid e con le necessarie limitazioni legate alla prevenzione del contagio - sottolinea l'assessore regionale alla Salute, Nicoletta Verì - rappresenta un passo fondamentale sul fronte dell'umanizzazione dell'assistenza, perché non interrompe le relazioni affettive tra il degente e i propri familiari, contribuendo anche in molti casi a rendere ancora più efficace il percorso terapeutico".