La pandemia ha bloccato prestazioni, servizi e prevenzione sanitaria, relegando a un limbo le patologie, pur gravi, che però non erano dipendenti dal covid; per questo, "non solo l’Abruzzo deve riprendere e valorizzare questa 'sanità interrotta' che si sostanzia in decine di migliaia di richieste dalla comunità, ma assicurare la funzionalità del Registro Tumori Regionale e l’attività di ricerca contro il cancro, adottando tutte le soluzioni capaci di garantire, con tempi e risorse adeguati, la continuità del lavoro dei Registri e dei team dei ricercatori".
A chiederlo è una mozione presentata dal capogruppo Pd Silvio Paolucci all’esecutivo, un impegno condiviso dal Pd anche in Umbria, Marche e Lazio, affinché l’Abruzzo, in sinergia con queste regioni, possa centrare l’obiettivo di costituire un Registro Tumori del Centro Italia.
Tali registri sono deputati alla raccolta e registrazione di tutti i tumori incidenti in un determinato territorio, al fine di costituire e gestire nel tempo un archivio di tutti i nuovi casi di tumore diagnosticati e assicurare che la registrazione dei dati avvenga in modo rigoroso e con carattere continuativo e sistematico. “La necessità di una sinergia con le altre regioni deriva dal fatto che i registri sono per la maggior parte legati al territorio locale e non a comprensori più ampi, come invece sarebbe opportuno – spiega il capogruppo Paolucci – In Abruzzo è stato istituito con Decreto del Commissario ad Acta n. 163 del 18 dicembre 2014; il Regolamento è stato approvato con Delibera di Giunta del 21 novembre 2017, dopo il parere favorevole del Garante (30 marzo 2017): attualmente, però - sottolinea Paolucci - ha un’operatività limitata. Per questo, stante la situazione post pandemica e al fine di gestire meglio la programmazione sanitaria, riteniamo sia necessario costituire un Registro tumori del centro Italia. Così sarà possibile raccogliere, pubblicare, aggregare e valutare i dati e le tipologie delle neoplasie che colpiscono i cittadini e le cittadine, cosa fondamentale per la programmazione sanitaria".
Non solo.
Attraverso le banche dati congiunte - aggiunge Paolucci - "si potranno meglio conoscere i numeri delle patologie e guidare con maggiore efficacia la prevenzione e le cure, quantificare le risorse e migliorare l’efficienza dell’assistenza del sistema sanitario regionale ai pazienti oncologici. Infine, un registro tumori del Centro Italia permetterebbe di avere un campione più alto al fine di ottenere una qualità maggiore dei dati raccolti. Si tratta, in breve, di fare qualcosa di veramente efficace per contrastare l’avanzare delle patologie e anche per avere una fotografia della situazione ampia e calzante. Si tratta di creare un ponte con le Regioni vicine, in modo da poter condividere dati e, magari, anche pratiche virtuose che consentano a chi è indietro, di recuperare e distanze e programmazione".