Sabato, 25 Settembre 2021 12:14

Il Parco della Memoria e la 'riconciliazione' mancata con i familiari delle vittime

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Una ferita che difficilmente si rimarginerà; uno squarcio nel delicatissimo tessuto fatto di memoria che, da anni, e a fatica, i familiari delle vittime stanno intessendo in un rapporto non facile con la città. 

Il progetto del Parco della Memoria in piazzale Paoli avrebbe dovuto essere un passaggio normale, scontato, ed invece ha avuto una gestazione lunga e complicata, costellata di polemiche anche sgradevoli; "il percorso per arrivare a questo momento è stato a dir poco accidentato, non neghiamo che alcune polemiche a cui abbiamo assistito ci hanno molto amareggiato, per non dire sconfortato. Il progetto, però, è un bel progetto. Certo, sono passati dieci anni ma arrivati a questo punto l'importante è che si faccia", ricordava l'indimenticata Antonietta Centofanti al momento della posa della prima pietra.

Per questo, il taglio del nastro alla presenza del premier Mario Draghi e della ministra Mara Carfagna avrebbe dovuto rappresentare un momento, anche, di riconciliazione, di presa di coscienza collettiva che quello spazio, nel cuore della città, è necessario, per fare memoria di ciò che è stato e per educare le future generazioni alla cultura della prevenzione; il fatto che ci siano voluti quasi 13 anni è un'onta, per la comunità.

Purtroppo, non sarà così.

"Io non sono stato invitato e non lo ritengo affatto il Parco in Memoria di mia madre. Sto meditando di chiedere la cancellazione del suo nome. Consulterò l'avvocato. Magari inviteranno anche Bertolaso e De Bernardinis. Si tengano loro per l'inaugurazione" lo sfogo di Aldo Scimia, uno dei familiari delle vittime. "Io non sono stato invitato, anzi non sapevo neanche che lo avessero completato" ha aggiunto Sergio Bianchi; "io forse ci vado, ma stavolta mi faccio arrestare: mio figlio merita qualcosa in più".

"Abbiamo aspettato tanto tempo e un'inaugurazione così improvvisa, onestamente, mi spiazza: me ne frego della presenza di Draghi. Per l'ennesima volta L'Aquila con il suo dolore viene strumentalizzata: ne abbiamo visti passare tanti, soprattutto durante le campagne elettorali, in presenza di cavalli e cavalieri. Non è una inaugurazione questa, mancherà il cuore quel giorno di tutti noi: propongo di inaugurare il Parco della Memoria con i nostri tempi, non con i tempi dello Stato", la riflessione di Cinzia Bonura. Che ha aggiunto: "Abbiamo e stiamo passando una vita di rabbia e di dolore e questa è la prova di quanto un cittadino possa contare in una città. Non sono mai stata invitata e, per un evento del genere, avrei preferito un minimo di preavviso soprattutto perché proprio in quel posto ho perso mia madre. Spesso ci sentiamo noi estranei nella nostra città, forse perché dal 2009 non siamo mai più riusciti ad esserne i veri cittadini di una città che non riconosciamo più".

"Anche io non sono stato informato. Lo vengo a sapere ora", la presa di posizione di Guido Fioravanti. 

Durissima Maria Grazia Piccinini, la mamma di Ilaria Rambaldi, morta a 25 anni sotto le macerie col fidanzato Paolo Verzilli. "Personalmente non sono stata invitata. Sui social sono incappata in un post del sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi, a cui ho replicato, evidenziando che non sono stata contattata per l'evento e, come me, tutte le famiglie che conosco. Ritengo di aver subito un'offesa in quanto noi familiari siamo quelli che abbiamo sofferto e soffrono quotidianamente per quanto accaduto. Per noi non ci sarà mai pace e niente sarà mai abbastanza. Né si possono invitare i familiari tramite un comunicato stampa spedito ai media". Ha proseguito Piccinini: "Personalmente, oltre all'offesa arrecata a tutte le famiglie ignorate in quest'occasione, mi sento ancora di più offesa, in quanto quel Parco è stato realizzato lì perché l'associazione che io rappresento [l'Associazione Ilaria Rambaldi onlus, ndr] l'ha voluto, facendo una raccolta di firme depositata in Comune. La mia associazione ha anche regalato un progetto, che è stato ignorato, al Comune dell'Aquila: fu elaborato dagli amici di Ilaria e Paolo, oggi tutti ingegneri e architetti, e da alcuni professori dell'Università de L'Aquila. Infine come associazione, siccome ci risultava insopportabile l'idea di vedere scritti i nomi delle vittime nel fondo dei vasconi costruiti in memoria, senza previsione di ricircolo dell'acqua, abbiamo predisposto quattro bozzetti di modifica del progetto affinché i nomi fossero fuori dall'acqua. E oggi lo sono. A fronte di tanto impegno e di tanta partecipazione, avere in cambio l'oblio ed essere ignorati sconvolge e fa rabbia. Come vengono rispettate le vittime? Quali vittime vengono rispettate? Forse, qualcuna è più vittima di altre?".

Questo il clima.

Eppure l'inaugurazione, inizialmente prevista per il 6 aprile 2021, era stata rinviata proprio per consentire la partecipazione di tutti i familiari delle vittime oltre che dei cittadini, in un momento di condivisione che avrebbe dovuto permettere di superare le "diversità di opinione" su un luogo che non è di qualcuno ma è e sarà sempre dell'intera città, in attesa che la campagna vaccinale fosse in stato avanzato e consentisse la partecipazione.

Una gestione almeno discutibile dell'evento, per usare un eufemismo, ha generato l'effetto opposto. Il primo a denunciarlo è stato Vincenzo Vittorini: "vengo improvvisamente a conoscenza che martedi ci sarà, o dovrebbe esserci, l’inaugurazione del Parco della Memoria - le parole di Vittorini a pochi minuti dall'annuncio della inaugurazione alla presenza di Draghi - in cui sia i familiari delle vittime che i cittadini rappresenterebbero degli 'orpelli' o peggio delle 'marionette' di una manifestazione prettamente politica che mette, per me, definitivamente la parola fine su un’annosa vicenda che purtroppo ha visto il Parco della Memoria come un punto di divisione della città piuttosto che come un luogo di unione della cittadinanza tutta colpita dalla tragedia del 6 Aprile 2009".

Essere invitati a soli 5 giorni dalla manifestazione, ha aggiunto Vittorini, "rappresenta lo schiaffo definitivo e la beffa che questa città e la sua Amministrazione, presente e passata, hanno dato alle vittime e ai loro familiari. Un preavviso cosi breve, probabilmente per assicurarsi la presenza di 'illustri' rappresentanti politici a discapito di persone 'comuni', rende la cerimonia di inaugurazione una passerella, a cui non parteciperò e spero che non partecipino né i familiari delle vittime né la cittadinanza. Sono esterrefatto e profondamente indignato ed addolorato".

La replica del sindaco Pierluigi Biondi ha finito per acuire le tensioni: oltre a ricordare di aver realizzato un primo monumento alle vittime del terremoto a Villa Sant'Angelo, Biondi ha aggiunto di ritenere motivo d'orgoglio  "la partecipazione di un presidente del Consiglio dei ministri e di un esponente del governo nazionale, per onorare uno spazio della comunità dedicato al ricordo. Un sentimento condiviso da altri familiari delle vittime del sisma che hanno assicurato la loro presenza". Sorvolando sul tentativo di 'dividere' i familiari in 'buoni e cattivi', il punto non è, evidentemente, la presenza di Draghi e Carfagna: è chiaro che la visita del premier e della ministra è un modo per far sentire la vicinanza dello Stato; è la mancata condivisione che viene messa in discussione.

E' evidente che Draghi sia stato invitato a L'Aquila, ed è altrettanto chiaro che l'invito sia partito tempo fa; ora, come è possibile che l'amministrazione attiva non abbia pensato di coinvolgere i familiari delle vittime, informandoli della volontà di far tagliare il nastro al Presidente del Consiglio? Come è possibile che non siano state condivise, e concertate, le modalità di inaugurazione del taglio del nastro?

"Appena abbiamo avuto la conferma della presenza del premier Draghi e del ministro Carfagna, subito dopo la Prefettura e le Forze dell’ordine, Vincenzo Vittorini è stata la prima persona che ho chiesto venisse avvisata dalla mia segreteria", ha detto Biondi; è chiaro che Vittorini andava avvisato prima di invitare Draghi: e poi, come mai non sono stati invitati altri familiari?

A strappo consumato, Biondi ha provato a mettere una pezza con toni concilianti: "Spero che tutti i familiari delle vittime di questa città, del cratere o di qualsiasi luogo d’origine, partecipino al momento inaugurale del Parco della Memoria martedì prossimo".

Purtroppo, non accadrà; anzi, c'è il rischio che l'inaugurazione segni un momento di spaccatura insanabile tra i familiari delle vittime, che si ritroveranno giovedì a Roio per l'intitolazione della biblioteca del polo universitario agli studenti e alle studentesse deceduti la notte del 6 aprile, e la città, con una cerimonia senz'anima alla presenza del Presidente del Consiglio che darebbe il senso di una comunità ancora incapace di fare i conti con ciò che è stato, di elaborare una memoria collettiva e condivisa. Ci auguriamo davvero di no, sarebbe una pesante responsabilità per l'amministrazione attiva.

D'altra parte, è una corsa contro il tempo per sistemare il Parco della Memoria in attesa della inaugurazione di martedì, lasciato vergognosamente, in questi mesi, in stato di totale abbandono.

Ultima modifica il Lunedì, 27 Settembre 2021 11:49

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