Stanotte, se vi sintonizzerete su TvUno, lo schermo sarà nero. Il personale della televisione aquilana (tre giornaliste e un operatore) è in sciopero da venerdì scorso, in quanto mancano all'appello un totale di ben 18 mensilità di stipendio. Il termine per il tavolo di trattativa tra proprietà Tvuno Srl e il sindacato Ugl L'Aquila era fissato per oggi, ma in mancanza di riscontri concreti si è deciso per lo sciopero a oltranza.
Da cinque giorni sulla televisione va in onda una serie di immagini e programmi di repertorio. Il 20 giugno scorso è stata interrotta la programmazione ordinaria dell'informazione (rassegne stampa e telegiornali). A difendere giornaliste e tecnico il sindacato Ugl L'Aquila.
La faccenda sta facendo discutere la politica. In questi giorni sono diverse le reazioni alla crisi della televisione aquilana. Le proponiamo di seguito.
Il comunicato di Enza Blundo (Senatrice Movimento 5 Stelle)
La situazione dei lavoratori della testata giornalistica TV1 richiede un tavolo di concertazione fra le stesse maestranze , i sindacati (UGL) , le autorità preposte ( prefetto), gli amministratori locali. Sono disponibile ad un incontro con le lavoratrici e i lavoratori della storica emittente aquilana che hanno sempre svolto un servizio di qualità, anche nell'immediato e complicato dopo sisma.
La nota del gruppo civico Appello per L'Aquila
La sacrosanta vertenza delle lavoratrici e dei lavoratori di Tv1, che segue di qualche mese quella dei precari de L'AqTv, ci spinge ad una serie di riflessioni. La sfida della ricostruzione potrà essere vinta se tutte le componenti della società, a partire dalla politica ma non solo, compiano il salto di qualità necessario per affrontare la complessa situazione che ci troviamo davanti.
La qualità dell'informazione in questo contesto è fondamentale come stimolo per il dibattito cittadino e per la funzione anglosassone di watchdog, ovvero di controllo dell'operato dell'amministrazione comunale e dei poteri cittadini.
Senza un "quarto potere" forte e indipendente, consapevole della propria funzione sociale, il compito della ricostruzione risulterà sempre più difficile.
Ma come si può assicurare questa funzione fondamentale quando chi lavora nel campo dell'informazione è un piccolo esercito di lavoratori, spesso precari, ricattabili e malpagati quando hanno la fortuna di essere pagati? Come si possono seguire tutte le vicende, come si può studiare per le necessarie e approfondite inchieste quando non si ha certezza del futuro?
Come è possibile che quasi nessun media locale si ponga come obiettivo una audience regionale? E' tollerabile per un capoluogo di regione avere, ad esempio, una sola radio? La città tutta dovrebbe porsi questi interrogativi con la consapevolezza che il peso di un territorio è determinato anche dalle capacità di comunicare con il resto della regione.
Quando si discute di sostegno per le attività produttive si pensi anche ai settori dell'economia immateriale, a quei giovani che lavorano nell'informazione e in alcuni casi rischiano mettendosi in proprio.
In tal senso, il compito della buona politica non dev'essere quello di foraggiare in maniera assistenziale gli organi di informazione, con l'obiettivo dell'utilizzo degli stessi per proprio tornaconto, ma quello di creare gli strumenti utili affinché le iniziative virtuose - anche nei settori dell'economia immateriale - possano crescere con le proprie gambe, contribuendo alla rinascita economica del nostro territorio.
E' questo il contributo che la politica deve assicurare, senza che le sue azioni vadano minimamente a scalfire il requisito più prezioso per chi fa informazione: l'indipendenza.
Il comunicato degli enti culturali dell'Aquila
Gli enti culturali esprimono profonda vicinanza ai giornalisti, operatori e lavoratori tutti dell'emittente per le gravi criticità evidenziate in questi giorni. Da sempre - dicono - la "nostra" tv ha raccontato la vita della città sottolineandone gli aspetti positivi e quelli più oscuri senza mai omettere di dire la verità. In particolare - aggiungono - vogliamo ricordare l'impegno verso le ragioni della cultura e i servizi giornalistici andati in onda in questi anni di informazione libera e di alto profilo. Chiudere un canale informativo rappresenta sempre una sconfitta. Una sconfitta per tutti. Non ce lo possiamo permettere. E' percio' doveroso da parte nostra esprimere la piu' sincera solidarietà alle donne e uomini di Tvuno sperando che la situazione possa trovare un esito positivo per tutti e in tempi brevi. La cultura ha bisogno di una voce e L'Aquila ha ancora bisogno di Tvuno.
Istituzione Sinfonica Abruzzese - Società Aquilana dei Concerti "B. Barattelli"- Associazione I Solisti Aquilani - L'Uovo, Teatro Stabile d'Innovazione - Associazione Culturale Arti e Spettacolo - Teatrozeta - Teatro Stabile d'Abruzzo - Atam
La nota di Guido Quintino Liris (capogruppo di Forza Italia al Comune dell'Aquila)
Ciò che sta succedendo all'emittente TvUno non deve passare inosservato, deve aprire un dibattito serio sull'importanza dei media sul nostro territorio. Ricordo che l'informazione all'interno del territorio aquilano è vitale: mediante essa, ad esempio, gli Enti locali esercitano il proprio dovere di comunicazione ai nostri concittadini circa le evoluzioni (spesso quotidiane) della macchina amministrativa in particolare all'interno del processo di Ricostruzione; c'è poi il diritto ad una informazione puntuale e trasparente che gli abitanti del Cratere devono ricevere.
Il mercato aquilano, le aziende, la situazione economica in genere è pessima e il bacino di utenza cui i media attingono per sopravvivere è estremamente ridotto. I costi di gestione sono elevatissimi, si sopravvive con sacrifici estremi e, troppo spesso, con espedienti, che non tutelano né gli editori né tantomeno i dipendenti. Di contro gli Enti locali (e gli amministratori che li guidano) pretendono puntualità di informazione da Tv, quotidiani cartacei, online, radio.
Propongo si apra un dibattito serio a riguardo. Personaggi pubblici, politici, amministratori. dobbiamo essere tutti sinceramente grati a chi si adopera nel campo della comunicazione e della informazione: studiamo insieme un metodo intelligente, trasparente, ortodosso per rendere possibile l'esistenza dei mezzi di comunicazione sul nostro territorio, senza preferenze e senza drogare il mercato dell'informazione.
La solidarietà va concretizzata con atti pratici. Un primo atto che mi viene in mente nei confronti dell'emittente TVUNO è più semplice di quello che si possa pensare: chiamerò il Commissario del Consorzio Sviluppo Industriale Lorenzo Di Marzio per verificare se abbia emesso o meno un decreto ingiuntivo nei confronti di TVUNO per ritardi di pagamenti, e se non si possa, ad esempio, trasformarlo in un piano di rientro pluriennale. Potrebbe essere un primo passo.
Un pensiero particolare va ai ragazzi che lavorano nel campo della comunicazione, persone competenti ed appassionate del proprio lavoro: le Istituzioni devono adoperarsi perché ci siano le condizioni che preservino la dignità lavorativa di ognuno di loro. Quello che sta succedendo a TvUno potrebbe accadere da un momento all'altro anche altre realtà tv, quotidiani, radio, servizi online, spesso pezzi di storia della nostra città e del nostro territorio.
La nota di Ugl L'Aquila
L’operato svolto, anche in momenti difficilissimi, da TvUno nei confronti della comunità dovrebbe essere patrimonio da preservare da parte di tutti gli aquilani. Da ieri l’intera redazione è in sciopero perché dei bravi professionisti, che hanno offerto un servizio essenziale in questi difficili anni, sono stati costretti a “gettare la spugna” visto che non vengono retribuiti da mesi e che le condizioni lavorative erano divenute insostenibili. Basti pensare che negli ultimi tempi, a causa della rottura di una stampante, le notizie per i notiziari venivano ricopiate a mano! Se è comprensibile la difficoltà economica che attanaglia una emittente locale, cosa purtroppo diffusa nel panorama nazionale, non è spiegabile l’assoluto silenzio da parte di coloro che, soprattutto negli ultimi anni, hanno utilizzato questa emittente per “mungere” consensi elettorali.
Fermo restante la nostra condanna nei confronti dell’editore che colpevolmente è il primo responsabile di tale catastrofe, ci chiediamo dove siano ora quegli esponenti politici che hanno utilizzato questa emittente dalla mattina alla sera per i propri spot propagandistici.
Prima di pensare alla realizzazione di improbabili scali aeroportuali od altre fantasticherie del genere, sarebbe opportuno pensare di salvare il salvabile per questa città. Chiediamo, quindi, alla senatrice Stefania Pezzopane, al neo assessore regionale Giovanni Lolli, al neoconsigliere regionale Pierpaolo Pietrucci ed al Sindaco Massimo Cialente di aiutarci a trovare una soluzione che, oltre a garantire il riconoscimento delle legittime spettanze per i lavoratori, porti alla salvezza di TvUno che è un bene a cui gli aquilani non vogliono rinunciare. Non dispiacerebbe se anche gli altri Sindacati e tutte quelle associazioni che hanno beneficiato dell’esistenza di TvUno “battessero un colpo”.
La nota di Giorgio De Matteis (consigliere comunale L'Aquila Città Aperta)
La vicenda dei dipendenti di Tvuno appare, da quanto si apprende, drammatica. Diciotto mesi senza stipendio sono una enormità. Si tratta di una emittente storica della città, nella quale sono stati quasi giornalmente presenti Cialente e la Pezzopane. ù
In questa fase, il loro inquietante silenzio è inaccettabile: mi auguro che nelle prossime ore colgano l’occasione per avanzare proposte adeguate alla situazione. Invito l’UGL, nella persona del segretario Peretti che sta seguendo con attenzione la vicenda, a favorire un immediato incontro tra la proprietà, il Sindaco e la senatrice Pezzopane, al fine di capire cosa stia realmente accadendo dentro la televisione, a salvaguardia del personale e della loro professionalità