I circa 200 lavoratori del contact center Gruppo Distribuzione, insediatosi all’Aquila un anno e mezzo fa per gestire una commessa di Poste Italiane, sono in stato di agitazione.
La mobilitazione è stata proclamata da Slc Cgil, Fistel e Uilcom, insieme alle Rsa aziendali, per protestare, come si legge in una nota congiunta, contro il mancato rispetto dei rapporti sindacali.
La nota dei sindacati
Riproponiamo stralcio del comunicato inviato nel lontano 09 novembre 2020 più che mai attuale, rammaricandoci di non aver avuto una svolta nella gestione di problematiche che rendono disagevole la vita lavorativa in un contesto di per sé già difficile.
Gruppo Distribuzione dimostra di non voler portare avanti la gestione dell’operatività che includa le esigenze dei lavoratori, senza rispondere alle legittime richieste sulla concessione di ferie, permessi e la flessibilità lavorativa in una situazione così delicata per le famiglie, punti che vengono intesi ed applicati solo unilateralmente.
Inoltre Gruppo Distribuzione risulta essere l’unica Azienda di Call Center che ancora non adempie pienamente agli accordi sottoscritti in clausola sociale.
Ad oggi, le OO.SS. la RSA e quindi tutti lavoratori, rilevano un totale disinteresse dell’Azienda a qualsiasi rapporto sindacale costruttivo che veda il lavoro ed il lavoratore al centro delle priorità, in quanto un sano e sereno ambiente lavorativo dovrebbe interessare anche all’azienda. Molti punti sono stati portati all’attenzione della Società dalle Rsa OO.SS. di Slc - Fistel e Uilcom, ma , ad oggi, nessuno di essi si è concretizzato.
Ricordiamo all’azienda che gli operatori e le operatrici aquilani mai hanno fermato la loro attività in un periodo critico come quello passato ed attuale.
Ricordiamo all’azienda che lavoratori e lavoratrici non sono di “proprietà” della stessa e che prima di tutto sono genitori, figli, fratelli e sorelle con una personale vita al di fuori del turno di lavoro.
Ricordiamo all’azienda che a fronte di uno stipendio pagato lavoratori e lavoratrici svolgono il proprio dovere rispettando le molteplici e a volte frazionate procedure operative affidate.
Ricordiamo all’azienda che “buone relazioni sindacali” significa colloquio e programmazione delle esigenze che portino reali miglioramenti alla produttività attraverso procedure che non cambino all’occorrenza.
Ricordiamo all’azienda che le risposte alle OO.SS. quali rappresentanti di lavoratori e lavoratrici non possono arrivare strumentalmente al fine di prevenire disagi operativi per poi essere ritirate nel momento in cui gli stessi utilizzano un proprio diritto costituzionale.
Sciopero quale ultima azione di protesta dopo un lungo anno e mezzo di velata coercizione da parte di chi dovrebbe perseguire l’obiettivo dell’economicità mai a scapito della salute pisco-fisica dei propri lavoratori e delle proprie lavoratrici.
Salute psico-fisica messa in discussione nel momento in cui un’azienda chiede prova documentale a corredo della richiesta di permessi siano essi Ferie o Rol..
Salute psico-fisica messa in discussione nel momento in cui si chiede rispetto di procedure burocratiche, quali l’invio di una email, nell’attimo in cui lavoratore o lavoratrice accompagnano i propri familiari per questioni di salute.
Salute psico-fisica messa in discussione quando il legittimo utilizzo di istituti previdenziali viene usato come giustificativo per la negazione di permessi come invece da ccnl.
Nella sede aquilana lavorano decine di operatori ed operatrici che svolgono l’attività di assistenza telefonica ormai da anni. Che hanno sempre svolto, svolgono e sempre svolgeranno la loro attività con professionalità e massima autonomia: ce lo conferma il Committente Poste venuto in visita settimana scorsa e lo conferma il fatto che dal 02 marzo 2020 operiamo senza una guida ma solo attraverso manuali Poste Italiane. Che hanno già affrontato innumerevoli cambi di vertici e che sono passati attraverso più “clausole sociali” le quali garantisco il perimetro occupazionale e i livelli reddituali, ma purtroppo non tutelano il mantenimento di un’organizzazione lavorativa equilibrata: anni di anzianità lavorativa spazzati via da una visione aziendale accentrata e non proiettata sul lavoratore.
Questa la denuncia, questa la protesta, questa la speranza che i 200 lavoratori sulla commessa Poste Italiane si auspicano: reale equilibrio tra le esigenze aziendali con quelle personali ed umane dei lavoratori stessi.