L’obbligo di presentare la certificazione verde per accedere in tutti i luoghi di lavoro scatterà venerdì 15 ottobre e resterà in vigore almeno fino al 31 dicembre, quando è prevista la scadenza dello stato d'emergenza.
Dai controlli alle categorie coinvolte, ecco tutto quello che c’è da sapere.
L'obbligo riguarda tutti i lavoratori, circa 23 milioni di persone: i privati (circa 14 milioni e 700mila); il personale delle amministrazioni pubbliche; il personale di autorità indipendenti, Consob, Covip, Banca d'Italia, enti pubblici economici e organi costituzionali. Il vincolo vale anche per i titolari di cariche elettive o di cariche istituzionali di vertice.
L’obbligo è esteso ai soggetti, anche esterni, che svolgono a qualsiasi titolo la propria attività lavorativa o formativa presso le pubbliche amministrazioni, come i dipendenti delle imprese di pulizia, di ristorazione, di manutenzione, di rifornimento dei distributori automatici, i consulenti e collaboratori, i corrieri che recapitano posta.
Parrucchieri, estetisti e gli altri operatori dei servizi alla persona non dovranno controllare il green pass dei propri clienti. "Il titolare dell'attività - si legge - deve controllare il pass dei propri eventuali dipendenti ma non deve richiederlo ai clienti, né questi ultimi sono tenuti a chiederlo a chi svolge l'attività lavorativa in questione".
Chi prende un taxi o un Ncc non è tenuto a controllare il Green Pass dei tassisti o dei conducenti ma resta una possibilità del cliente accertarsi del possesso della certificazione. Al contrario, il conducente non può richiedere il pass al passeggero.
Per quanto riguarda gli artigiani, come idraulici o elettricisti, i padroni di casa non hanno l’obbligo del controllo perché in quel caso non sono datori di lavoro, ma clienti. Resta una loro facoltà chiedere l’esibizione della certificazione. Per colf, baby-sitter e badanti, i padroni di casa hanno invece l'obbligo di verificare il Green Pass in quanto datori di lavoro.
Non è richiesta la certificazione verde ai soggetti esenti per motivi di salute dalla campagna di vaccinazione. Esclusi anche i cittadini che hanno ricevuto il vaccino ReiThera (una o due dosi) nell’ambito della sperimentazione Covitar. Dovranno esibire un certificato medico contenente l'apposito "QR code", in corso di predisposizione, che permetterà loro di svolgere tutte le attività, comprese quelle lavorative.
I soggetti in attesa della certificazione potranno utilizzare i documenti rilasciati in formato digitale o cartaceo dalle strutture sanitarie pubbliche e private, dalle farmacie, dai laboratori di analisi, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta.
Il soggetto preposto al controllo è il datore di lavoro, pena una multa fra i 400 e i 1.000 euro. Il datore sarà libero di organizzare il controllo del Green Pass. L’attività di verifica può essere delegata con atto scritto anche ad altro personale, preferibilmente con qualifica dirigenziale. Le linee guida lasciano libero il datore di lavoro di stabilire le modalità nell'organizzare i controlli.
È preferibile che il controllo avvenga all'accesso, adottando metodi che non determinino ritardi e code durante le procedure di ingresso. La verifica potrà anche essere svolta successivamente, o prima, fino a un massimo di 48 ore precedenti al turno per motivi organizzativi.
Potrà avvenire a tappeto o anche su un campione quotidianamente non inferiore al 20% del personale in servizio, assicurando la rotazione e quindi il controllo di tutto il personale.
Per i controlli sarà possibile usare l'applicazione gratuita Verifica C-19. Alle amministrazioni pubbliche saranno fornite anche applicazioni e piattaforme in alternativa volte a facilitare il controllo automatizzato, sul modello di quanto avvenuto per scuole e università.
È esplicitamente vietato conservare il Qr code delle certificazioni verificate, e anche di estrarre, consultare, registrare o comunque trattare le informazioni rilevate per finalità ulteriori rispetto a quelle per il controllo per l'accesso al lavoro.
I dipendenti sprovvisti di certificazione verde dovranno essere allontanati dal posto di lavoro. Ogni giorno senza certificazione verde è considerato assenza ingiustificata. In nessun caso però l'assenza comporta il licenziamento: il lavoratore avrà diritto alla conservazione del posto.
Per le giornate di assenza ingiustificata al lavoratore non sono dovuti “né la retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominati”, incluse tutte le componenti della retribuzione, anche i contributi. Inoltre le assenze non concorrono alla maturazione di ferie e comportano la corrispondente perdita di anzianità di servizio.
Per i lavoratori trovati sul luogo di lavoro senza certificazione o con un certificato alterato o falso o con un pass appartenente a un'altra persona, ci sarà un’ammenda fra i 600 e i 1.500 euro. Il lavoratore dovrà anche rispondere penalmente per falso.