Scattano oggi, in tutta Italia, le nuove regole per la gestione dei positivi a scuola, con l'obiettivo di mantenere il più possibile le lezioni in presenza.
Il 6 novembre scorso il ministero dell'Istruzione ha inviato agli Istituti il protocollo con le nuove indicazioni, in base al quale la quarantena scatterà in automatico solo in presenza di un piccolo focolaio, con tre casi in una classe - corredato da una circolare con le spiegazioni tecniche per i presidi.
Il nuovo protocollo prevede provvedimenti diversi a seconda della fascia d'età degli alunni e dello status vaccinale.
In presenza di un caso positivo riscontrato, i compagni di classe faranno un test il prima possibile: se il risultato è negativo si potrà rientrare a scuola; dopo 5 giorni il test verrà ripetuto. Nel caso di due positivi, i vaccinati o negativizzati negli ultimi sei mesi faranno la sorveglianza con testing, i non vaccinati la quarantena; nel caso di tre positivi, invece, andrà in quarantena tutta la classe.
Un caso ancora diverso è quello dei servizi dell'infanzia: per i più piccoli è previsto un test subito e una quarantena di dieci giorni, al termine della quale dovranno effettuare un secondo test; per i loro insegnanti la valutazione è in carico alle autorità sanitarie, dipende dal tempo di permanenza nella stanza e dal contatto diretto con il caso positivo.
Il preside sospende "in via eccezionale ed urgente" le lezioni nel caso in cui le autorità sanitarie "siano impossibilitate ad intervenire tempestivamente".
Ma dovrà agire in base ad una serie di indicazioni predeterminate, dettate dalla circolare: dovrà informare la Asl, individuare i "contatti scolastici" e, per loro, sospendere temporaneamente le lezioni, trasmettendogli le indicazioni standardizzate preventivamente predisposte dal DdP".
Una procedura “standardizzata”, si precisa nella circolare del ministero dell'Istruzione, che "non comporterà alcuna valutazione discrezionale di carattere sanitario". Solo parzialmente soddisfatto il presidente dell’Associazione presidi (Anp), Antonello Gianelli, tra i primi a sollevare obiezioni: "Prendiamo atto del supporto operativo fornito" per "adempimenti che, ribadiamo, non rientrano nelle prerogative dei dirigenti scolastici"; il ministero "non può limitarsi a fornire indicazioni e continuare a non avere consapevolezza della gravità della situazione. I dirigenti scolastici continuano a garantire l’esercizio del diritto allo studio nonostante dispongano di risorse umane inadeguate nel numero e, spesso, nella preparazione professionale".