Riapertura in sicurezza delle scuole e immediata istituzione di una tavolo nazionale per definire un piano di azione organico che garantisca a tutti, e nella stessa misura, il diritto allo studio. A chiederlo è la FLC CGIL della provincia dell’Aquila che, per bocca della segretaria Miriam Anna Del Biondo, torna a puntare il dito contro la gestione governativa dell’emergenza Covid nelle scuole.
Proprio oggi il CdM detterà le nuove misure sul rientro a scuola. Il Governo sembrerebbe intenzionato a introdurre modifiche ai protocolli sulla didattica a distanza, senza distinzione tra vaccinati e non vaccinati, lasciando invariato il calendario scolastico. Al vaglio della cabina di regia ci sarebbe l’ipotesi di quarantene differenziate per fasce di età: alle scuole dell'infanzia si finirebbe in quarantena per sette giorni con un solo caso, mentre per le elementari e la prima media la quarantena e l'interruzione della frequenza si avrebbero se ci sono almeno due contagiati. Nel caso di un solo positivo si attiva l'autosorveglianza, con la raccomandazione di astenersi dalla frequentazione di ambienti differenti dalla scuola, senza testing. Per le scuole secondarie di primo (per i soggetti di età uguale o superiore ai 12 anni) e secondo grado, lo stop alla frequenza e la quarantena scatterebbero con un minimo di 3 casi.
Sembrerebbe accantonata, almeno per ora, la proposta di alcune regioni di far slittare la riapertura per raffreddare il picco di contagi. Dirimente, secondo i governatori regionali, potrà essere solo il parere del Comitato Tecnico Scientifico.
Misure “inefficaci” per il sindacato che critica fortemente l’incontro di ieri, 4 gennaio, con il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. “Di fronte a una situazione grave che impone misure tempestive e indicazioni chiare - commenta Del Biondo - il Ministro si è sottratto al dibattito senza dare informazioni alle organizzazioni che rappresentano le lavoratrici e i lavoratori della scuola. E’ necessario un piano organico che non lasci margine di discrezionalità alla regioni e invece già sulla data del rientro si è agito in ordine sparso, con alcuni governatori, come Marsilio, che hanno posticipato il rientro al 10 gennaio. Senza un cambio di rotta rischiamo di andare verso un’autonomia differenziata a discapito del diritto allo studio”.
"Le quarantene differenziate per età non possono sostituire un piano organico di interventi e la didattica integrata digitale, che non potrà essere abbandonata del tutto, non può rappresentare l'unica misura di contenimento sul tavolo. Pensiamo piuttosto all’obbligo del distanziamento di almeno un metro, che è stato eliminato, e allo sdoppiamento delle classi. Le risorse ci sarebbero anche, quelle del Pnrr dedicate alla scuola ma ad oggi non si sa ancora come saranno impiegate”.
Ripristino di presidi sanitari che in ogni scuola garantiscano screening e tracciamento, potenziamento del trasporto pubblico e misure sanitarie efficaci e omogenee sono le priorità per garantire un ritorno in presenza in sicurezza. “Ma resta in piedi anche la piattaforma di rivendicazioni che ha portato allo sciopero dello scorso 10 dicembre. E’ necessaria non solo l’individuazione di modalità di reclutamento rapide, per la copertura di tutti i posti che sono affidati ai docenti e ATA precari ma anche certezze sull’assegnazione di organico aggiuntivo “Covid”. La proroga dei contratti non solo è arrivata il 31 dicembre, con le scuole che hanno rischiato di dover rimettere mano a tutta l’organizzazione del personale, ma scadrà il prossimo 31 marzo, e poi?”
Per il momento si naviga a vista, con la scuola che affronta il rientro in classe, e una situazione epidemiologica senza precedenti, con le stesse difficoltà di due anni fa. “La vaccinazione ha senz’altro permesso di gestire in modo più snello i contagi che pure ci sono stati. Nei primi 4 mesi di scuola tutte le scuole della provincia dell’Aquila hanno dovuto affrontare quarantene di classi e difficoltà di tracciamento anche se soltanto poche sono state costrette a chiudere. Ora la situazione epidemiologica è molto grave e in queste condizioni la sola vaccinazione potrebbe non essere sufficiente. Ricordiamo che anche su questo fronte le direttive ministeriali sono state numerose e confuse con una piccola percentuale di no vax che continua ad esserci”.
“E’ necessaria - conclude Del Biondo - una regia nazionale e un tavolo operativo a livello locale. La scuola è stata impattata dall’emergenza Covid più di qualsiasi altro settore produttivo. E’ arrivato il momento di rimettere al centro l’istruzione, il diritto allo studio e alla salute per tutti e tutte”.
Abruzzo, il centrosinistra: “La Regione nel caos. Posticipare il rientro a scuola non garantisce la sicurezza di tutti”
Intanto i consiglieri regionali di centrosinistra puntano il dito contro la disorganizzazione che avvolge la campagna di screening per il personale scolastico che partirà il prossimo 7 gennaio, fatta, sottolineano, “senza nemmeno avere cognizione di quanti tamponi la Regione possa fornire allo scopo”.
Esprimendo dubbi sulla reale efficacia dello screening che interesserà la popolazione scolastica, l’opposizione auspica uno slittamento del rientro in classe.
“Abruzzo nel caos a causa dell’incapacità della Giunta Marsilio di governare la nuova emergenza pandemia. Con l’aumento dei contagi era indispensabile organizzare una campagna di screening per rendere più sicuro il ritorno a scuola, cosa che l’ordinanza firmata dal Presidente non fa, perché scarica su comuni e sindaci l’onere di organizzare i test”, si legge in una nota a firma di Silvio Paolucci, Dino Pepe, Antonio Blasioli e Pierpaolo Pietrucci (Partito Democratico), Sandro Mariani (Abruzzo in Comune), Americo Di Benedetto (Legnini Presidente) e Marianna Scoccia (Gruppo Misto).
“Per l’ennesima volta la Regione Abruzzo ha lasciato soli i sindaci nell’organizzazione di questa delicata fase di screening scolastico chiedendo, con pochissimi giorni di preavviso, di trovare delle sedi idonee, personale medico e volontari per gestire questo delicato processo. La regione ha fallito su tutti i fronti senza assumersi nessuna responsabilità: il tracciamento dei positivi si è di fatto bloccato per l’incapacità di organizzare una capillare rete di diagnosi; la gestione dei vaccini è nel caos, con le terze dosi e i vaccini pediatrici possibili solo dopo lunghe attese e in sedi lontane dalle proprie città di residenza; non c’è stata una comunicazione chiara e univoca sulle procedure a tutela di positivi e persone in quarantena. Enorme confusione anche con i sindaci, che devono fare i conti con un'ordinanza regionale che chiede che ci sia la copertura dei tamponi e dello screening, ma lo fa senza avere certezza delle scorte a disposizione”.
“Questo accade quando manca la programmazione, cosa che stiamo denunciando ormai da mesi, ma che sembra essere la norma per il Governo regionale di centrodestra, incapace di dare concretezza a un’azione amministrativa efficiente su tutti i fronti, a partire dalle emergenze che devono invece essere affrontate e risolte”, concludono.