Mercoledì, 12 Gennaio 2022 10:12

Neurologia, Fials: “All'Aquila solo 10 posti, a rischio il centro Parkinson ”

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Grave atto di sciacallaggio ai danni della Asl1 Abruzzo Avezzano-Sulmona-L’Aquila portato a compimento a 13 anni dal terremoto che ha devastato il capoluogo abruzzese. Il reparto di Neurologia, infatti, che nel 2009 contava ben 28 posti letto dopo il sisma era stato ridotto a 12 degenze ordinarie con l’atto aziendale del 2013 per carenza di spazi e provvisoria sistemazione in fase di ristrutturazione degli edifici. Attualmente dopo la reingegnerizzazione della governance sanitaria-rete ospedaliera sono stati attribuiti 8 posti letto di stroke unit, requisito indispensabile per essere considerati stroke unit di secondo livello, e 2 posti di degenza ordinaria".

A denunciarlo è il segretario provinciale della Fials Simone Tempesta che parla di "assegnazione oggettivamente insufficiente per far fronte alla richiesta di prestazioni del nostro territorio, e ben al disotto della dotazione antecedente al 2009. Con una cosi esigua disponibilità andranno sicuramente perse tutte le attività del Centro Parkinson, come ad esempio i protocolli MRgFUS cioè il trattamento del tremore mediante talamotomia del nucleo ventrale intermedio del talamo con ultrasuoni focalizzati, e le terapie con duodopa un gel intestinale che, somministrato attraverso una pompa, garantisce una stimolazione dopaminergica continua, in grado di mantenere una costante concentrazione di Levodopa nel sangue, migliorando così la sintomatologia e la qualità di vita della persona con malattia di Parkinson, vero punto di forza della nostra Asl ampiamente pubblicizzate e che producono mobilità attiva anche extra nazionali".

"La cosa più sconcertante della vicenda - evidenzia Tempetsa - è la collocazione definitiva di un reparto così strategico per l’intera sanità abruzzese all’interno dell’edificio Delta 7, infatti, all’unità operativa sono state assegnate unicamente 3 stanze di degenza con spazzi che appaiono troppo esigui per posti letto di sub-intensiva. Per entrare nel reparto prima bisogna accedere nell’U.O.C. di medicina riabilitativa e successivamente oltrepassare la porta che separa le 2 distinte unità operative".

"Appare fin troppo evidente la mancanza di una stanza destinata esclusivamente al trattamento trombolitico di pazienti affetti da ictus acuto, l’assenza di una cucina di reparto, il fatto che i servizi igienici per il personale sanitario siano posti al di fuori della porta dell’unità operativa, condizioni queste che generano nel personale addetto una sensazione di continua precarietà che finirà per influire negativamente sulla qualità delle prestazioni erogate".

"Occorre intervenire immediatamente sulla collocazione strutturale del reparto adeguando gli spazi disponibili per da poter garantire tutte le prestazioni in modo adeguato. La disattenzione mostrata in fase di pianificazione nei confronti di un servizio cosi determinante per la classificazione qualitativa delle prestazioni erogate dalla nostra Asl mette in risalto ulteriormente il tentativo di depauperare l’Abruzzo interno delle sue strutture. Sembra che le rivendicazioni territoriali del 1971 siano finite soltanto nel capoluogo ma continuino ininterrottamente nelle città della costa adriatica".

"Occorre vigilare costantemente affinché non si giunga ad una desertificazione dell’intero Abruzzo interno", conclude Tempesta.

Ultima modifica il Mercoledì, 12 Gennaio 2022 11:08

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