È crollato questa mattina, poco dopo le 9, il ponte Guastacconcio che collega le due sponde del Sangro, a Paglieta, sulla Strada provinciale 97.
Il ponte era stato chiuso al traffico lo scorso 14 dicembre, con un provvedimento della Provincia di Chieti.
Numerosi gli allarmi lanciati nel tempo dai cittadini ma, nonostante le sollecitazioni per mettere in sicurezza la struttura, tutti gli appelli e i tentativi sono caduti nel vuoto. ”Un disastro – dice il sindaco di Paglieta, Ernesto Graziani - a cui non si doveva arrivare. Abbiamo fatto incontri e sollecitato ripetutamente la Provincia di Chieti ad accelerare sugli interventi, ma nulla”.
Sul posto tecnici e amministratori: “L’Amministrazione Provinciale di Chieti si stringe attorno alla Comunità di Paglieta e al sindaco, Ernesto Graziani per il grave fatto accaduto stamane che ha visto il crollo del ponte Guastacconcio. La chiusura del ponte prima a causa delle criticità riscontrate e il crollo ora creano da giorni enormi disagi alla comunità costretta da settimane ad effettuare percorsi più lunghi e scomodi per raggiungere altri luoghi”, scrive in una nota il presidente della Provincia, Francesco Menna. “Le risorse necessarie per intervenire sono state già individuate e daremo avvio in maniera tempestiva ai lavori. Come Ente provinciale faremo dunque quanto è nelle nostre competenze fare affinché il ponte Guastacconcio ritorni alla sua piena funzionalità ripristinando il passaggio veicolare. L’interdizione al traffico disposta nelle scorse settimane ha evitato il peggio in termini di danni alle persone”.
Cronaca di un crollo annunciato
“Stamattina è arrivato l’epilogo della storia del ponte Guastacconcio”.
Così Legambiente che ricostruire la travagliata storia del ponte, chiedendo “interventi urgenti di messa in sicurezza delle infrastrutture alla luce delle conseguenze dei cambiamenti climatici”.
“Il nome evoca distruzioni e ricostruzioni: il ponte, costruito ai primi del Novecento, nel territorio di Paglieta, per unire le due sponde del Sangro, era stato danneggiato durante la seconda guerra mondiale e poi ricostruito nell’immediato dopoguerra. Il ponte, snodo fondamentale della rete viaria della Val di Sangro, era attualmente chiuso al traffico, dopo anni in cui era stato transitabile a singhiozzo a causa delle lesioni strutturali, conseguenze delle piene del fiume Sangro, dall’abbassamento del letto fluviale causato dai prelievi di materiali, dall’usura dovuta al passaggio dei mezzi pesanti”.
Rebecca Virtù, della segreteria di Legambiente Abruzzo, aggiunge: “Quella che facciamo oggi è la cronaca di un crollo annunciato. Il ponte Guastacconcio era un sorvegliato speciale e, come associazione, lo avevamo inserito già nel 20218 nel dossier ‘SOS Infrastutture Sicure’ che accendeva i riflettori sulle infrastrutture a rischio in tutta Italia. Nonostante i ripetuti allarmi e le preoccupazioni da parte dei cittadini non c’è stato un intervento rapido ed efficace. Ora è necessario intervenire, senza perdere altro tempo: prima di tutto togliere le macerie per evitare il rischio esondazione. Poi pensare a una ricostruzione che sia sostenibile per il fragile equilibrio dell’ecosistema fluviale del Sangro. Le risorse messe a disposizione dal PNRR devono essere utilizzate per la messa in sicurezza e per sviluppare la resilienza del territorio rispetto ai mutamenti climatici, ai fenomeni atmosferici sempre più aggressivi e al conseguente dissesto idrogeologico che già ha creato i danni che vediamo a ponti, viadotti e viabilità minore”.
Luzio Nelli, storico esponente dell’associazione ambientalista in Val di Sangro, ricorda: “Deve crescere la “cultura della manutenzione” rispetto alle infrastrutture. Continuiamo a puntare sulle “grandi opere” ma il Paese ha bisogno della manutenzione delle infrastrutture già esistenti come opera pubblica continuativa nel tempo. L’obiettivo, però, deve essere anche il miglioramento in chiave sostenibile della mobilità: investire maggiormente nel trasporto su rotaia delle merci, diminuendo il trasporto su gomma, puntare alla decarbonizzazione del trasporto, incentivare lo spostamento con i mezzi pubblici, sviluppare le infrastrutture per la mobilità green: organizzare e pianificare il territorio in funzione della sfida ai cambiamenti climatici ed alla costruzione del futuro delle nuove generazioni”.