Martedì, 15 Luglio 2014 13:24

Bindi: "Carenze legislative, Governo al lavoro. I soldi devono arrivare"

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"La mafia è un problema che esiste oggi, non esisteva in questa terra: si può dire che il terremoto da una parte e scelte sbagliate sulla gestione emergenziale della ricostruzione dall'altra hanno aperto la strada all'infiltrazione e all'insediamento della mafia. Sarebbe ingiusto nei confronti dell'Abruzzo, della sua storia, non datare l'insediamento della mafia con il terremoto e con gli sbagli che si sono fatti nella fase successiva".

A dirlo Rosy Bindi, la presidente della Commissione parlamentare Antimafia giunta stamane a L'Aquila per approfondire la situazione sulle attività di prevenzione e repressione delle infiltrazioni mafiose nei lavori del post-terremoto, sia pubblici che privati, ed in generale per un'analisi della presenza delle mafie nel territorio anche alla luce dei recenti arresti di imprenditori ritenuti contigui al Clan dei Casalesi.

I lavori si sono tenuti in Prefettura, con le audizioni del rappresentante territoriale del governo, dei vertici delle Forze dell'Ordine, nonché del Capo Centro Dia di Napoli e del coordinatore del Gruppo interforze centrale emergenza ricostruzione. A seguire, sono stati auditi il procuratore distrettuale antimafia dell'Aquila Fausto Cardella ed il sostituto procuratore della Dna Diana De Martino. Infine, nel pomeriggio si è tenuta l'audizione del vice sindaco Nicola Trifuoggi e dell'assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano. In realtà, era previsto l'arrivo in prefettura del primo cittadino Massimo Cialente che a seguito della citazione della Corte dei Conti, tuttavia, ha preso qualche giorno di riposo. "Convocheremo il sindaco a Roma", ha sottolineato Rosy Bindi, "sarebbe impensabile non audirlo".

"A seguito delle audizioni - ha aggiunto Bindi - possiamo confermare di aver colto una grande consapevolezza, in tutte le istituzioni, delle difficoltà che riserva la ricostruzione, con l'aggravante di una presenza significativa - seppur circoscritta - della criminalità organizzata di stampo mafioso. Tengo a ribadire, databile al terremoto e ad alcuni errori che sono stati compiuti nell'immediato post sisma". 

Quali errori? "Non vorrei essere politicamente poco corretta, visto il ruolo istituzionale che ricopro e la precisa appartenenza politica di cui sono fiera. Ci sono cose però, che sono state già accertate. Il tessuto della città si è disgregato perché non si è fatto niente per trattenere gli aquilani a L'Aquila. A cominciare dalla decisione di costruire le abitazioni lontano dal centro storico. La voglia di dimostrare grande efficienza, nella prima fase, ha dimostrato che l'efficienza, in realtà, non c'era stata. Le deroghe che la Protezione Civile ha usato, in barba alle regole, ha provocato dei disastri: ci sono persone ancora sotto inchiesta, alcune sono state private della libertà personale. Sapete meglio di me cosa è accaduto a L'Aquila. Si è compiuto un errore, per esempio, non garantendo da subito risorse per la ricostruzione privata, e così la speranza di poter riabitare qui. Si è compiuto un errore estromettendo gli enti locali dai processi decisionali. Credo si sia creata una fuga da questa città. Non sarà un caso che il cratere ha iniziato a riempirsi di cantieri con il Piano Barca: ha accellerato e sbloccato la situazione, l'abbiamo accertato, l'hanno detto tutti i nostri interlocutori. Evidentemente, nella prima fase qualche errore è stato compiuto".

La presidente della Commissione parlamentare Antimafia ha poi sottolineato le carenze della legislazione vigente:  "Chiederemo con forza al Governo strumenti più adeguati, in particolare per la ricostruzione privata. Ho già sentito Giovanni Legnini, avremo un incontro appena conclusa la missione qui a L'Aquila". Rosy Bindi ha sottolineato come il Governo stia già lavorando su norme ad hoc per combattere le infiltrazioni della mafia e, naturalmente, la Commissione Antimafia intende fare la sua parte. E la ricetta solo abbozzata, in verità, è la stessa proposta dal sottosegretario con delega alla ricostruzione: "Innanzitutto, è necessario colmare il servizio informativo. Ad oggi, non esiste una banca dati: non ne dispone la prefettura, la magistratura, il Governo. Non si è in grado di conoscere chi lavora in questo territorio, non c'è tracciabilità dei lavori assegnati e così via. Una carenza che va colmata, che ritorna: per Expo abbiamo incontrato le stesse difficoltà. Nell'opacità, le organizzazioni di stampo mafioso si inseriscono con maggiore facilità. Occorrono poi norme simili a quelle della ricostruzione pubblica nell'ambito dei subappalti: credo sia arrivato il momento di appaltare lavori quando si conoscono anche i possibili subappaltanti, nel pubblico e nel privato. Quando si inizia un progetto, bisogna sapere chi lo fa. E ancora, sarà importante proibire il trasferimento degli incarichi: si è mostrata una strada insidiosissima, nella quale i male intenzionati si sono ben inseriti. Infine, l'accesso ai cantieri della ricostruzione pubblica e privata dovrà essere assolutamente regolamentato". 

Se è vero che i fondi per la ricostruzione privata, con la forma dell'indennizzo, sono spesi da privati - ha lasciato intendere Rosy Bindi - è vero anche che si tratta di soldi pubblici, dunque "dobbiamo esercitare controlli con gli stessi strumenti disponibili per gli appalti della ricostruzione pubblica. Se nell'interlocuzione con il Governo - promette Bindi - verrà fuori la richiesta di dotare la città e il cratere di risorse finanziarie necessarie alla ricostruzione, compatibilmente con la situazione economica del Paese, e di strumenti normativi che consentano di spendere bene e velocemente le risorse, il Parlamento sarà disponibile a fornire corsie preferenziali perché l'argomento ci sta molto a cuore".

La presidente ha inteso tranquillizzare il cratere: "Troveremo norme chiare, semplici, non complicate. Guai affermare il principio che le regole siano in contrasto con l'efficienza. Piuttosto, abbiamo bisogno di buone regole che consentano di fare presto e bene. Se è vero che alcune regole del Piano Barca non sono state rispettate, è vero anche che non c'erano sistemi di controllo adeguati e una banca dati che consentisse di farle rispettare. Dovremo lavorare in questo senso. I soldi pubblici devono arrivare per le necessità della ricostruzione. Va controllato però il modo con il quale vengono spesi. Gli aquilani e gli abruzzesi non possono essere privati dei fondi per la ricostruzione poiché hanno tutti i diritti ad averli. E' dovere delle istituzioni approntare i controlli e un sistema che consenta che questi soldi siano spesi bene".

 

Giuseppe Lumia: "Sottovalutata la presenza delle mafie prima ancora del terremoto"

"A mio avviso c'é stata una sottovalutazione della presenza delle mafie prima ancora del terremoto. Spesso ha prevalso un atteggiamento minimalista in qualche caso negazionista e questo ha fatto del male alla terra d'Abruzzo. Non ha preparato i cittadini e le istituzioni a quello che poi è avvenuto nel post terremoto. E' stato un errore avere sottovalutato la presenza della 'Ndrangheta con i Ferrazza, è stato un errore avere sottovalutato la presenza della camorra con i Cozzolino, di Cosa Nostra con Ciancimino con Cosa Nostra".

Lo ha detto Giuseppe Lumia, membro della Commissione parlamentare antimafia, dopo aver partecipato alla riunione (presieduta da Rosy Bindi) presso la prefettura dell'Aquila. "Un atteggiamento minimalista, un atteggiamento negazionista - ha aggiunto - che non ha avuto la capacità di valorizzare la straordinaria cultura della legalita presente in questa regione".

Lumia non ha dubbi: "E' arrivato il terremoto e sono arrivate le mafie. Abbiamo avuto l'impressione che qui non è stata organizzata una capacità di azione preventiva in grado di colpire questo arrivo che è stato travolgente. Adesso bisogna voltare pagina, bisogna fare tesoro dell'esperienza positiva maturata in questi anni ma anche degli errori, dei limiti. Penso - ha proseguito il senatore Pd - che bisogna avere il coraggio di sbloccare le risorse, l'Abruzzo ne merita di più per programmare anche la conclusione della ricostruzione e merita soprattutto nel settore privato un maggiore controllo di legalità. Bisogna fare in modo che la comunità viva questo momento sotto l'insegna della legalità e dello sviluppo. L'ultima operazione che ha colpito la famiglia Di Tella e ha coinvolto degli imprenditori locali, famosi nel territorio aquilano, quali Gizzi, e i Serpetti, e altri imprenditori, deve diventare una occasione per valutare gli errori fatti e per costruire una vera svolta".

 

Stefania Pezzopane: "La ricostruzione dell’Aquila e del cratere deve andare avanti senza interruzioni e con maggiori controlli"

"Sono d’accordo con l’onorevole Bindi, che ringrazio ancora per aver accolto il mio appello di venire all’Aquila che l’infiltrazione delle cosche non può e non deve bloccare il flusso dei finanziamenti. Occorrono norme più stringenti soprattutto nel settore della ricostruzione privata, dove bisognerà porre maggiore attenzione ai subappalti, introducendo dei limiti, sul modello della disciplina della ricostruzione pubblica".

A dirlo, la senatrice Stefania Pezzopane (Pd). "Questo è uno dei temi che sarà al centro del nuovo provvedimento su cui sto lavorando, in squadra con il Sottosegretario Legnini. Domani sera avremo un incontro con tutti i parlamentari abruzzesi per mettere a punto le priorità da inserire nel testo di legge".

 

Pietro Di Stefano: "Abbiamo informato la Commissione dell'esaurimento delle risorse finanziarie"

"Insieme al Vicesindaco, Nicola Trifuoggi, ho oggi avuto un lungo e illuminante confronto con la Commissione Antimafia e la Presidente Bindi, in visita in città. Nel corso del colloquio si è delineato un quadro generale della situazione nel cantiere più grande d'Europa e un riepilogo della normativa a partire dei primi atti varati dal giorno del sisma".

Così Pietro Di Stefano, assessore alla Ricostruzione del Comune dell'Aquila, a margine dell'audizione in Prefettura con la Commissione. "Abbiamo rappresentato quali sono, a nostro avviso, le possibile modifiche ed iniziative parlamentari che meglio e più speditamente facciano procedere nella ricostruzione privata, oggi purtroppo deficitaria di regole certe. Abbiamo anche segnalato la necessità che il Parlamento possa dotarsi di una norma nazionale sulle calamità naturali, comprensiva di quelle regole necessarie alla gestione dell'emergenza ed infine, abbiamo delineato quali potrebbero essere i passaggi tramite i quali rientrare nella normalità delle funzioni locali. Infine abbiamo informato la Commissione e la Presidente Bindi, che voglio ringraziare a nome dell'intera amministrazione comunale, dell'esaurimento delle risorse finanziarie dedicate alla ricostruzione, ribadendo l'assoluta necessità che venga subito varata una strategia economica per il finanziamento della ricostruzione sia dell'Aquila che dei Comuni del cratere sismico".

 

Ultima modifica il Martedì, 15 Luglio 2014 19:25

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