Sabato, 02 Aprile 2022 16:58

A24 e A25, Marsilio: "E' ora di dire basta, si profilano aumenti inaccettabili. Governo chiuda la partita". Palazzo Chigi pronto a revocare la concessione ma è battaglia sull'indennizzo

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"E' ora di dire basta: il Governo deve chiudere la partita sulla A24 e A25 in maniera chiara, restituendo certezza all'Abruzzo, garantendo un'autostrada sicura, percorribile ed economica".

Parole del presidente della Giunta regionale Marco Marsilio che è tornato a sollecitare il Ministero delle Infrastrutture ad "assumere una decisione che, invece, continua a rinviare"; d'altra parte, se non s'interverrà per sciogliere il nodo rispetto al Pef, il piano economico finanziario da 6,5 miliardi ancora da approvare, a luglio potrebbero scattare aumenti del 37% delle tariffe autostradali: "siamo stanchi di tavoli e di rinvii, ancora una volta arriviamo in prossimità della scadenza della sospensione dell'incremento dei pedaggi senza che nessuno abbia per tempo sciolto questo nodo".

In realtà, una proposta di Pef è stata presentata dal commissario Fiorentino a Ministero e società concessionaria Strada dei Parchi ma Marsilio la giudica irricevibile: "Le proiezioni riguardanti il costo dei pedaggi sulle autostrade A24 e A25 sono improponibili e inaccettabili per i cittadini abruzzesi. Con un ritardo di due anni viene proposto un Pef con alla base una serie di vincoli rispetto alla durata e agli investimenti, imposti dal Ministero, che produce questo risultato assurdo".

Sulle autostrade abruzzesi, però, si sta giocando una partita ben più delicata: dopo Benetton ed Aspi, infatti, il governo sembrerebbe deciso a revocare la concessione a Strada dei Parchi, società del gruppo Toto holding, riportando la gestione di A24 e A25 in mano pubblica. 

Il punto è capire come farlo.

Come riportato stamane dal quotidiano La Stampa, Strada dei Parchi non sta pagando i canoni concessori ad Anas e, a fine 2020, il debito aveva già raggiunto la cifra monstre di 700 milioni di euro; Anas è stata costretta ad un accantonamento nel fondo svalutazione per la "complessa situazione creditoria", con la Corte dei Conti che ha acceso la luce sulla vicenda segnalando "notevolissimi profili di criticità atteso l'evidente stato di pervicace insolvenza". Come non bastasse, l'Autorità anticorruzione denuncia, da tempo, che la concessionaria spende 60 euro ogni 100 previsti per la prevenzione, a fronte dei 96 autocertificati, con i lavori svolti in house dalle società del gruppo Toto oltre i limiti di legge, e gli uffici tecnici del Ministero hanno evidenziato la presenza di "piloni di viadotti ischeletriti, calcestruzzo ammalorato e monconi di ferro ossidato" su tratti autostradali soggetti, d'altra parte, a continue restrizioni della viabilità a fronte di canoni tra i più alti d'Italia. 

Una situazione che si è fatta insostenibile.

Ben 5 procure della Repubblica hanno avviato delle indagini; la procura dell'Aquila ha contestato a vario titolo a manager e tecnici nonché al patron della concessionaria Carlo Toto i reati di attentato alla pubblica sicurezza, disastro colposo per pericolo di crollo, frode in contratti pubblici; la perizia della procura ha messo in evidenza la "costante carenza di manutenzione ordinaria, che ha comportato degrado dei materiali dei viadotti in notevoli condizioni di rischio": i giudici sono convinti che, in questi anni, Strada dei Parchi abbia "spostato il baricentro della palese assenza/carenza di manutenzione ordinaria alla vulnerabilità sismica che attiene a tutt'altra materia", affidando, intanto, le verifiche sulle opere a "società del gruppo, garanzia di "costante e reiterato parere circa l'assenza di qualsivoglia situazione di pericolo".

La Commissione d'inchiesta istituita dal Ministero delle Infrastrutture ha consegnato a gennaio una relazione durissima, col dicastero che ha contestato a Toto "grave e prolungato inadempimento e complessiva condotta negligente" ipotizzando la risoluzione della concessione. Strada dei Parchi, alla metà di marzo, ha presentato 150 pagine di controdeduzioni, minacciando la richiesta di risarcimenti miliardari per danni patrimoniali e reputazionali.

Per questo, il Governo è ad un bivio: forzare la revoca unilaterale della concessione, mettendo in conto decennali code giudiziare, o negoziare con Toto che chiede 2,5 miliardi per fare un passo indietro; sommati ai 6,5 miliardi necessari alla messa in sicurezza, fanno 9 miliardi.

Ultima modifica il Domenica, 03 Aprile 2022 09:01

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