Operazione 'Hello Bross': condanne dai 5 ai 12 anni per sei degli imputati che avevano chiesto il rito abbreviato.
Il giudice del Tribunale dell'Aquila Baldovino De Sensi ha riconosciuto l'aggravante dell'associazione di stampo mafioso per gli imputati, appartenenti alla così detta mafia nigeriana 'Black Axe'.
La condanna più pesante, 12 anni e 6 mesi, è stata inflitta alla persona ritenuta il braccio destro di Titus, il capo dell'associazione.
Ricorderete che il 26 aprile 2021, la Polizia di Stato dell’Aquila - con l’ausilio del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, delle Squadre Mobili di Roma, Rieti, Bari, Caserta, Napoli, Reggio Emilia, Parma, Modena, Catania, Genova, Messina, Potenza e Terni - aveva portato a termine l’operazione 'Hello Bross' eseguendo trenta misure cautelari in carcere nei confronti di altrettanti cittadini nigeriani dimoranti in Italia.
Gli arrestati erano ritenuti, appunto, membri dell’organizzazione mafiosa nigeriana 'Black Axe', finalizzata al compimento di numerosi reati tra cui traffico di stupefacenti, immigrazione clandestina, sfruttamento della prostituzione, truffe romantiche, truffe informatiche e riciclaggio anche attraverso la compravendita di bitcoin, per un totale di quasi 100 capi di imputazione.
I provvedimenti restrittivi, emessi dal G.I.P. del Tribunale dell’Aquila Guendalina Buccella su richiesta del Procuratore della Repubblica dell’Aquila Michele Renzo e del Sostituto Procuratore Stefano Gallo, erano arrivati a valle di una articolata e complessa attività d’indagine condotta dalla Squadra Mobile dell’Aquila, dalla Sezione di Polizia Giudiziaria e dal Servizio Centrale Operativo, collaborati dal Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia e dal Servizio Polizia Scientifica; le indagini avevano consentito di accertare l’esistenza e l’operatività, in Italia, di una associazione a delinquere di stampo mafioso costituente un’articolazione di 'Black Axe', che ha i suoi vertici in Nigeria: il Zonal Head Italia, ovvero il capo in Italia della consorteria criminale, era stato identificato in un nigeriano di 35 anni che dirigeva, dalla città dell’Aquila, tutte le attività criminali del sodalizio.
In particolare, era stata ricostruita l’intera struttura dell’organizzazione criminale, individuandone i vertici nazionali e i componenti delle articolazioni periferiche (Forum) presenti in diverse città italiane, tutti appartenenti ad una struttura associativa unitaria facente capo, in Italia, al predetto nigeriano stanziale a L’Aquila.
Nonostante il tentativo di adottare un basso profilo da parte del capo del gruppo criminale Zonal Head Italia, le indagini avevano messo in luce la presenza di un’organizzazione gerarchica, caratterizzata da aggressività e violenza, dotata di rigide regole di condotta che ne disciplinano l’accesso e dalle quali discendono, per gli appartenenti, precisi obblighi la cui osservanza è finalizzata al rafforzamento della consorteria e del vincolo associativo.
Ieri sono arrivate le prime condanne.