Giovedì, 21 Luglio 2022 11:26

Acqua del Gran Sasso. Cittadinanzattiva: condotte differenti di Gsa e Ruzzo Reti

di  Redazione

Sulla vicenda che ha interessato l’aquilano, l’8 giugno scorso che ha decretato lo stop temporaneo all'erogazione di acqua potabile proveniente dalla sorgente del Gran Sasso per un ipotetico inquinamento da Toluene, poi escluso dalle successive analisi eseguite, Cittadinanzattiva Abruzzo ha trasmesso istanza di accesso civico ai soggetti coinvolti: Gran Sasso Acqua SpA, ASL 1 Avezzano Sulmona L’Aquila, Comune dell’Aquila e ARTA Abruzzo, quest’ultima l’unica a non fornire ancora una risposta all'associazione.

Nella nota di Cittadinanzattiva, si legge come “la Ruzzo Reti Spa con un proprio comunicato ha precisato che, in previsione dei lavori di verniciatura interni al Traforo del Gran Sasso d’Italia avendo preventivamente analizzato i rischi del caso, a partire dalle 9:50 (sicuramente da intendersi le 21:50), e quindi prima dell’inizio dei lavori programmati, ha messo a scarico l’acqua  evitando rischi di anomalie che invece si sono registrate nel versante aquilano".

"Si desume quindi – prosegue la nota - che con la modalità adottata, abbiano evitato di rifornire i serbatoi e quindi le utenze ed inoltre, - il SIAN della ASL di Teramo ha effettuato le analisi sui campioni prelevati più volte dall’acquedotto durante la giornata dell’8 giugno risultati tutti conformi ai requisiti di potabilità. Nel versante aquilano – dice il segretario Paola Federici -, sempre con riferimento ai pubblicati articoli di stampa, il gestore Gran Sasso Acqua Spa ha tenuto tutt’altro comportamento; difatti la GSA spa,  a seguito di queste lavorazioni, a scopo cautelativo, l’acqua è stata stoccata, evitando di metterla in rete, per garantire prima l’analisi della stessa acqua”.

Per l'associazione quindi "sembrerebbe che il gestore del versante aquilano, abbia adottato un differente modello comportamentale che ha privilegiato l’ipotesi di intervento solo in caso di inquinamento, a differenza di quello di Ruzzo Reti che è stato di tipo precauzionale dopo aver valutato i rischi che le lavorazioni avrebbero potuto comportare”.

“Quindi nel versante aquilano – prosegue la Federici -, la successione degli avvenimenti mostra, che nessuna azione preventiva a scopo cautelativo è stata adottata, ma che il sistema di prelievo dell’acqua dalla Sorgente è restato attivo provvedendo solo al monitoraggio della situazione, così come risulta dai documenti forniti da GSA SpA”.

“Risulta inoltre dalla documentazione acquisita - incalza l'associazione - che il toluene con una concentrazione pari a 20,25 microgrammi/litro è stato rilevato nel campione di acqua prelevato alle ore 12:20, e successivamente ancora presente nel campione prelevato alle 16:27 con una concentrazione di 0,59 microgrammi/litro. Con tale modus operandi, l’individuazione di eventuale inquinamento dell’acqua potabile è avvenuta a posteriori e con circa 5 ore di ritardo (tempo ipotizzato tra il prelievo e il risultato delle analisi), rispetto all’evento, e comunque in continuità di alimentazione dell’intero sistema idrico, non essendo stato previsto alcun provvedimento di sospensione cautelare, quale quello adottato da Ruzzo Reti per il versante teramano”.

Sempre secondo Cittadinanzattiva Abruzzo, “Dalla successione degli eventi desunta dal Verbale dell’unità di crisi convocata presso il Comune di L’Aquila, e dall’Ordinanza Sindacale di non potabilità dell’acqua emessa nella serata dell’8 giugno si può ipotizzare che per circa 7 ore e cioè dalle 12:20 ora del prelievo e sino all’esito delle analisi in cui la presenza di Toluene è risultata di 20,25 microgrammi/litro, l’acqua sia stata immessa quantomeno nei sistemi di accumulo”

"Se GSA– conclude la nota di Cittadinanzattiva -, all’esito delle analisi che hanno evidenziato la concentrazione del toluene pari al 20,25 microgrammi/litro, ha immediatamente ritenuto che potesse trattarsi di un valore anomalo e quindi ha assunto la decisione di ripetere le analisi con un nuovo prelievo effettuato alle ore 16:27 dal quale è risultata ancora la presenza di toluene con un valore di 0,59 microgrammi/litro e successivamente con un ulteriore prelievo delle 18:10 con esito < 0,1, perché mai - se sussisteva tale convinzione di errore nell’esito dei prelievi suddetti ha provveduto nel tardo pomeriggio a riversare sulla SS 17 Bis quel fiume di acqua?

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