Questa mattina il nostro paese si è svegliato con la tragica notizia di quanto accaduto nella Regione Marche, in particolare le province colpite sono state quelle di Pesaro e Ancona.
L’alluvione che ha travolto questo territorio, dalle notizie che siamo riusciti a reperire fin o a questo momento, ha provocato 9 morti, 4 dispersi di cui due minorenni e Centinaia di sfollati.
L’evento meteorologico della scorsa notte è stato estremo, a confermarlo anche , il climatologo Coordinatore dell’Area Tematica sul Rischio Climatico della Società Italiana di Geologia Ambientale, Massimiliano Fazzini il quale ha dichiarato ““I 410 mm caduti a Cantiano (PU) sul versante occidentale del Monte Catria rappresentano il 29% della precipitazioni totali annuali su una serie storica molto estesa nel tempo, dunque adeguata per caratterizzare i clima pluviometrico”.
Inoltre Fazzini ha affermato che un importante elemento da prendere in considerazione è il contesto orografico locale che ha amplificato l’intensità delle precipitazioni.
Non possiamo non considerare questo evento tragico come un frutto dell’emergenza climatica che imperversa da decenni infatti il forte surriscaldamento delle acque superficiali dei mari che circondano la nostra penisola e le isole, all’arrivo delle prime avvezioni di aria piu fredda di origine atlantica o polare, i contrasti termodinamici tra le due masse d’aria potranno favorire lo sviluppo di sistemi perturbati caratterizzati da precipitazioni notevoli.
Anche Endro Martini, Coordinatore Nazionale Area Tematica Contratti di Fiume di SIGEA APS , è intervenuto nell’analisi di quanto accaduto, sostenendo “Il clima è cambiato - esistono due facce della stessa medaglia : Siccità e Alluvioni. Gli eventi estremi come quello che abbiamo avuto ieri nelle Marche trovano il sistema antropico ancora impreparato, e incapace di accoglierli. Stessa cosa quando abbiamo periodo siccitosi. È assolutamente urgente e necessario declinare programmi triennali con interventi strutturali e non strutturali, per attuare nel breve, medio e lungo termine una vera prevenzione e un adattamento del sistema antropico per accogliere gli eventi estremi senza subire danni.”
Gli scienziati, come anche gli attivisti ed in particolare i giovanissimi lo dicono da decenni. Il tempo non dà più tempo!
Stiamo pagando il nostro disinteresse nei confronti dell’emergenza climatica, e il prezzo che ci viene chiesto è decisamente troppo alto per restare a guardare.
È ora più che mai necessario prendere provvedimenti per cambiare il corso della storia, ma anche prevenire, come ha sostenuto Martini “dobbiamo andare verso una verso una gestione integrata e coordinata multirischio per “ alluvioni - siccità - incendi boschivi” non solo come puro adattamento ma come passaggio culturale dalla gestione delle crisi alla gestione preventiva del rischio anche attraverso strumenti partecipativi quali i Contratti di Fiume, incontri per individuare strategie territoriali e azioni congiunte per innalzare la resilienza delle aree, attività di animazione per rendere fattibile e disseminare progetti territoriali collettivi e condivisi di prevenzione, adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici nel territorio individuato. Un “Piano Nazionale di Gestione dell’Acqua”.
Le ricette ci sono, ora serve il coraggio delle scelte. “Chi ha tempo non aspetti tempo”, dice il proverbio, ma chi il tempo non ce l’ha deve affrettarsi ancor di più