La ricostruzione dei territori terremotati richiede l'intesa tra Stato e Regioni: lo ha sancito la Corte costituzionale con una sentenza depositata oggi, la quale però, per garantire la continuità dell'azione del commissario straordinario, "salva" i provvedimenti emergenziali già approvati.
E' stato dunque dichiarato incostituzionale il provvedimento voluto dal precedente governo Lega M5S che permetteva al commissario alla ricostruzione del Centro Italia, Piero Farabollini, di emanare le proprie ordinanze senza la «previa intesa» con i presidenti delle Regioni (al tempo tutti di centrosinistra) ma semplicemente avendoli «sentiti».
Il ricorso è stato presentato un anno fa dalle le regioni Marche e Umbria, che ritennero la modifica alla governance commissariale introdotta dal decreto Genova, in contrasto con il principio di collaborazione tra Stato e Regioni su materie concorrenti
La ricostruzione dei territori colpiti da terremoto - ha stabilito oggi la Consulta con la sentenza n. 246 - rientra nelle materie della "protezione civile" e del "governo del territorio", che appartengono alla competenza legislativa concorrente dello Stato e delle Regioni.
Perciò lo Stato, "nel regolare tale ricostruzione, non può prescindere dalla preventiva intesa con i Presidenti delle Regioni interessate ed è costituzionalmente illegittima la norma che invece dell'intesa richiede un semplice parere".
Con la stessa sentenza, "in considerazione dell'esigenza di continuità dell'azione del commissario straordinario, la Corte - scrive l'ufficio stampa della Consulta - ha fatto salvi gli effetti utili dell'azione amministrativa già posta in essere per la situazione emergenziale".