I bambini e le bambine aquilane, insieme a genitori e insegnanti e ad ActionAid, sono andati ieri a Roma, per una lezione all’aperto davanti a Palazzo Montecitorio. Con penne, quaderni, grembiuli e caschetti gialli hanno chiesto al Premier Renzi di intervenire subito per dare avvio e assicurare la ricostruzione delle scuole del capoluogo abruzzese.
Non è scontato che decine di famiglie si muovano da una città terremotata, alla volta dei palazzi romani del potere. Famiglie e insegnanti delle scuole aquilane, però, se ne sono tornati in Abruzzo senza neanche un cenno di attenzione da parte del governo. Nonostante infatti il presidio sia continuato per ore, e sia stato chiesto dalla ong internazionale ActionAid un incontro ufficiale, il governo Renzi ha ritenuto di non dover neanche ricevere la delegazione. Non si è affacciato nessuno del governo. Non si è affacciato nessuno neanche della maggioranza che sostiene Renzi alla Camera e in Senato, ivi compresi i parlamentari abruzzesi.
D'Altronde, il premier non è mai venuto all'Aquila (almeno fino ad oggi) e si guarda bene dal compiere un'analisi pubblica dei complessi problemi della ricostruzione materiale, sociale ed economica del cratere sismico abruzzese. E' un tema troppo spinoso per uno dalla "comunicazione semplice" come Renzi.
Cinque anni dopo il terremoto, nel capoluogo abruzzese, sono 6mila i minori che all’avvio dell’anno scolastico non hanno ancora una scuola e stanno frequentando le lezioni in un MUSP (moduli ad uso scolastico provvisorio), con seri problemi di riscaldamento e di infiltrazioni. Molti di loro non sanno neanche cosa sia una vera scuola in muratura, perché dall’inizio della loro età scolare hanno frequentato le lezioni solo nei container.
L'unica azione proattiva del governo, ieri, è stata la consegna (sic!) di una busta alla delegazione scolastica, all'interno della quale i bambini e le bambine hanno inserito i disegni e i messaggi da consegnare al premier: "Renzi non ci arrendiamo e tu ci devi costruire per favore una scuola nuova", "Matteofaiscuola, vieni giù" si legge su alcuni dei messaggi.
"Chiediamo al Governo di intervenire subito per dare avvio e assicurare la ricostruzione delle scuole dell’Aquila: pur avendo stanziato già circa 40 milioni di euro, i progetti non vengono redatti e i lavori per la ricostruzione non partono. Il Governo può e deve garantire che il processo di ricostruzione sia più rapido, trasparente e partecipato - ha spiegato Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid Italia - Chiediamo al Premier di dimostrare un reale interesse per L’Aquila e i suoi cittadini: un gesto concreto è che venga rinominato immediatamente il vertice dell'Ufficio Speciale per la Ricostruzione dell'Aquila (USRA, sarà nominato a giorni, ndr), mantenendo la delega alla ricostruzione nella compagine governativa, fornendo le risorse che mancano e vigilando maggiormente su tutto il processo di ricostruzione pubblica". Infatti, a causa delle recenti dimissioni del direttore dell’USRA Paolo Aielli (promosso ai Poligrafici dello Stato), da qualche giorno tutte le attività dell’ufficio sono completamente bloccate.
Il presidio di ieri fa parte dell’appello #matteofaiscuola, lanciato a maggio 2014 e indirizzato al Presidente del Consiglio per avere una maggiore attenzione da parte del Governo sulla situazione delle scuole aquilane.
Oltre quattro mesi dopo, più di 6mila firme e molte iniziative organizzate all’Aquila, Renzi ancora non risponde, pur avendo annunciando ormai da mesi - tramite l'ormai consueto strumento del suo account Twitter - una visita nel cratere.
Il Partito Democratico aquilano, invece, per tenere buona l'opinione pubblica locale aveva annunciato una visita del Premier entro il mese di settembre. Ora, si parla del 15 o del 18 ottobre. Staremo a vedere.
La fotogallery (foto ActionAid Italia)