di Carla Cimoroni* - Sabato scorso si è tenuta presso l’Aula Magna del Dipartimento di Scienze Umane dell’Università dell’Aquila un'interessante iniziativa nell'ambito della settimana di mobilitazione internazionale promossa da Gaia (Global Alliance for Incinerator Alternatives) contro le politiche di incenerimento dei rifiuti. Ospite d'onore è stato Rossano Ercolini, Presidente di Zero Waste Europe e vincitore del Goldman Environmental Prize 2013, il maggior riconoscimento mondiale sui temi della sostenibilità e dell'ambientalismo.
Ercolini, maestro elementare a Capannori (Lucca), ha iniziato la sua battaglia, vincendola, venti anni fa, quando il territorio del suo Comune era stato individuato per la costruzione di un impianto che avrebbe dovuto bruciare rifiuti. Da allora non si è più fermato, ha girato l'Italia e il mondo per diffondere l'esperienza di una comunità che, a partire dall'opposizione a un inceneritore, si è "messa in movimento" verso l'obiettivo Rifiuti Zero, teorizzato, tra i primi, da Paul Connett e messo in pratica a San Francisco (Usa). Per la sua opera di divulgazione e per il suo impegno a fianco delle lotte contro gli inceneritori - non sempre vinte purtroppo, come nel caso di Acerra e Parma - Ercolini è stato insignito l’anno scorso del Goldman Environmental Prize, il cosiddetto "Nobel dell’ecologia": una storia avvincente raccontata nel libro di recente pubblicazione dal titolo "Non bruciamo il futuro".
Il Comune di Capannori è stato il primo in Italia ad aderire formalmente alla strategia Rifiuti Zero nel 2007 con una delibera di Consiglio che, oltre a stringenti obiettivi di raccolta differenziata e di riduzione della produzione dei rifiuti, prevedeva l'istituzione di un Osservatorio con il compito di monitorare in continuo il percorso verso Rifiuti Zero, indicando criticità e soluzioni per rendere tale percorso verificabile e partecipato. Trasparenza, dunque, per consentire a tutti di controllare i risultati, analisi e ricerca per intervenire laddove occorra correggere il tiro, e partecipazione delle cittadine e dei cittadini perché tutti si sentano coinvolti in un'esperienza che si fonda sulla responsabilità dell'intera popolazione e sull'orgoglio di contribuire a un processo virtuoso, sostenibile e in grado di favorire il lavoro e l'impresa locale: Rifiuti Zero, insomma, è tutt'altro che un approccio visionario o uno slogan buono per le campagne elettorali, fondandosi invece su criteri rigorosamente scientifici e su ineccepibili considerazioni di carattere economico.
Come ha precisato Enzo Favoino, coordinatore del Comitato scientifico di Zero Waste Europe, è l'Europa che per prima impone di spingere sul recupero di materia piuttosto che sull'incenerimento, in ragione da una parte della scarsità di materie prime, dall'altra della poca efficienza delle pratiche che producono energia bruciando i rifiuti. Il modello che si va affermando è dunque quello di un'economia circolare, in cui la materia che scarseggia viene continuamente recuperata e appunto rimessa in circolo. D’altronde, anche il caso di Parma parla chiaro: l’inceneritore realizzato a forza funziona solo per il 40% delle proprie potenzialità, confermando come non ci sia bisogno di impianti inquinanti e costosissimi per una moderna gestione dei rifiuti-risorse.
Ercolini ha poi lanciato più di una frecciata allo "Sblocca Italia" del governo Renzi e, in particolare, all'art. 35 che sdogana gli inceneritori come "opere di interesse strategico", cioè prioritarie e da realizzare attraverso procedure più snelle. Invocando piuttosto uno "sblocca cervelli", il maestro di Capannori ha invitato la vasta ed attenta platea a lanciare un appello a tutte le forze politiche che siedono in Parlamento affinché rifiutino categoricamente l'art. 35 e affrontino invece finalmente la discussione della Legge di iniziativa popolare Rifiuti Zero per cui molte firme sono state raccolte anche nella nostra regione.
La soluzione del Governo, tra l'altro, prevede che i rifiuti urbani possano tranquillamente viaggiare da regione a regione, sottraendone di fatto la gestione a Regioni e Comuni e quindi alle comunità locali. Peccato, dunque, che, nonostante l'iniziativa abbia ricevuto il patrocinio di Comune, Regione e ASM Spa, i rappresentanti istituzionali non si siano fatti vedere. Uniche eccezioni, il Presidente della Gran Sasso Acqua Spa Americo Di Benedetto, che pure ha patrocinato l'incontro, l'Assessora all'Ambiente del Comune di Montorio al Vomano (Teramo) - che ha appena aderito alla Strategia Rifiuti Zero e si attesta al 65% di raccolta differenziata - Agnese Testa, e il Consigliere di Appello per L'Aquila Ettore Di Cesare che, intervenuto nel dibattito finale, ha evidenziato gli scarsi risultati raggiunti nella nostra città. L'Aquila, infatti, anche per il 2013 è ferma al 26% di raccolta differenziata, a dispetto degli elevati costi del servizio e del contributo richiesto ai cittadini – i più alti nel 2012 tra i comuni abruzzesi con più di 20.000 abitanti.
Del resto in città e più in generale nel bacino aquilano mancano gli impianti di raccolta e di trattamento più elementari e i rifiuti vengono conferiti, a prezzi salati, agli impianti degli altri comprensori regionali. Una piattaforma dove trattare meccanicamente i preziosi scarti provenienti dalla raccolta differenziata, selezionandoli e valorizzandoli, è stata autorizzata in località Bazzano da oltre un anno, ma ancora non entra in funzione. Per non parlare dei centri di raccolta per il conferimento di rifiuti non pericolosi, per i quali sono previsti anche finanziamenti regionali: essendo di fatto degli snodi, agevolerebbero molto l’organizzazione della raccolta differenziata soprattutto degli ingombranti, ma non sembrano essere una priorità dell'amministrazione comunale.
Quanto alla Regione, se è vero che non sono presenti inceneritori sul territorio abruzzese, è anche vero che si produce CSS, ovvero combustibile dal trattamento dei rifiuti indifferenziati che viene poi bruciato nei cementifici. È allo studio in questi mesi l'aggiornamento del Piano Regionale dei Rifiuti: che strada prenderà l'Abruzzo?
L'incontro di sabato si è arricchito del contributo del Professor Mauro Bologna, che all'Università tiene da anni il corso di Patologia ambientale dedicato alla valutazione e prevenzione delle conseguenze delle trasformazioni imposte dall'uomo all'ambiente naturale, spesso in nome di facili guadagni economici. Anche grazie alla passione di Bologna, che ha descritto i danni alla salute causati dai prodotti della combustione dei rifiuti, in sala erano presenti molti giovani.
Nelle intenzioni dei promotori, la ricca iniziativa con Ercolini è solo l'inizio: l'idea è quella di avviare un coordinamento attivo di Associazioni, Comitati e cittadini che stimoli le Istituzioni e il territorio verso l’attuazione della strategia Rifiuti Zero a salvaguardia della salute, dell’ambiente e dell’occupazione. E' anche intorno a finalità virtuose come il percorso Rifiuti Zero che si (ri)costruisce una comunità più coesa e responsabile: in un territorio disgregato come il nostro, una ragione in più per meritare attenzione da parte delle Istituzioni.
*Presidente associazione L'Aquila in Comune