Venerdì, 31 Ottobre 2014 14:57

Processo a CaseMatte: testimoniano Guzzanti, Cialente e Pezzopane

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Si è svolta stamane a Bazzano una nuova udienza nel processo a CaseMatte, lo spazio sociale all’interno dell’ex ospedale psichiatrico di Collemaggio all’Aquila. L’accusa per dodici imputati, appartenenti per lo più al Comitato 3e32, è di invasione dei locali di proprietà dell’Azienda Sanitaria Locale (Asl) n. 1 dell'Aquila-Avezzano-Sulmona, abbandonati già prima del terremoto.

Oggi di fronte al giudice sono apparsi i testimoni chiamati dalla difesa. Il primo a presentarsi in aula è stato, nel corso della mattinata, il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente: "So che il 3e32 è rimasto uno dei pochi comitati attivi, tra quelli formatisi dopo il sisma - ha esordito il primo cittadino - vidi di buon occhio, sul finire dell'estate 2009, lo spostamento del comitato dal Parco Unicef di Via Strinella a Collemaggio". Il Sindaco ha poi ammesso, a precisa domanda degli avvocati difensori, di essere stato più volte a CaseMatte, anche recentemente, in occasione di un'assemblea pubblica sul destino dell'area. Poi, l'attenzione si è focalizzata su una lettera scritta dal Comune dell'Aquila alla Asl presieduta dal manager Giancarlo Silveri, cui però l'Azienda Sanitaria non avrebbe mai risposto: "In quella lettera - ha asserito Cialente - facevo riferimento alla valenza sociale di quel luogo per l'aggregazione giovanile della città, soprattutto in quel periodo (la missiva risale all'aprile 2011, ndr). Proponevo alla Asl la locazione a tempo indeterminato e a canone simbolico di una parte dell'ex ospedale psichiatrico. Volevo che all'Aquila ci fosse uno spazio di aggregazione e, contestualmente, tentavo di togliere responsabilità per la situazione a Silveri".

Nel pomeriggio, invece, hanno sfilato gli altri testimoni delle difese. La più attesa era sicuramente la regista Sabina Guzzanti (nella foto in basso, con Cialente), che ebbe modo di conoscere con profondità molti degli attivisti di 3e32, in occasione delle riprese del docufilm Draquila. L'attrice romana arrivò all'Aquila il 25 luglio 2009 e si stabilizzò a lungo nel campo-tenda autogestito dal 3e32 a via Strinella, per poi tornare nei sette mesi successivi a filmare diversi eventi anche dentro lo spazio di CaseMatte: "I ragazzi e le ragazze di 3e32 sono stati i primi con cui sono entrata in contatto all'Aquila - ha dichiarato al giudice Sabina Guzzanti - e i primi che mi hanno messo al corrente dei fatti che stavano succedendo nelle tendopoli, della gestione militarizzata nei campi e di tutto quello che poi mostrai in Draquila". Guzzanti, insomma, ha riferito del contesto sociale ed emergenziale dentro il quale sarebbe avvenuta la riqualificazione di quello che, diversi anni prima, era il bar del manicomio. Lo stato di necessità, cardine della strategia degli avvocati difensori dei dodici imputati. Uno stato di eccezione e di necessità di aggregazione sociale (ma anche di esigenza abitativa) che oggi è stato definito un "dato già chiarito e pacifico del processo" dal giudice Giuseppe Grieco.

cialente guzzantiA confermare questa tesi è stata anche la senatrice aquilana Stefania Pezzopane, all'epoca presidente della Provincia dell'Aquila e successivamente assessora comunale alle Politiche sociali: "Ricordo che un cittadino, in mancanza di alternative, prese anche la residenza lì - ha sottolineato durante la sua testimonianza - molti degli spazi all'interno dell'area di Collemaggio erano già dismessi da anni prima del terremoto del 2009, per scelte interne della Asl". Pezzopane ha poi ricordato che, durante il suo mandato da Assessora al sociale del Comune dell'Aquila, dall'ente partì una lettera indirizzata a Silveri, in cui si chiedeva la costituzione di un tavolo, con lo scopo di acquisire l'area per fini culturali e sociali: "Informalmente dall'Azienda ci dissero 'mandateci una lettera' - ha evidenziato la Senatrice - noi lo facemmo, non ricevemmo nessuna risposta. Non c'è mai stata la formalizzazione della posizione della Asl in merito a CaseMatte".

E a proposito dell'azienda sanitaria (di proprietà della Regione), testimonianza importante ai fini del prosieguo del processo è stata quella di Roberto Marzetti, all'epoca direttore generale della Asl. Marzetti rimase il numero uno dell'azienda sanitaria aquilana fino al 30 settembre 2009. Dal giorno successivo partì il commissariamento di Silveri, che traghettò l'unificazione delle Asl di L'Aquila, Avezzano e Sulmona in un'azienda sola, dal gennaio successivo guidata dallo stesso manager romano. "Al momento del terremoto i locali oggetto del processo erano abbandonati da diversi mesi - ha esordito Marzetti - incaricai Eucentre (che faceva le verifiche dell'agibilità sismica per conto della Protezione Civile, ndr) affinché potesse emettere un parere di agibilità per quello spazio, che il Comitato 3e32 mi aveva chiesto, attraverso telefonate e incontri. Poi, a fine settembre, sono stato destituito da direttore generale e quindi non si formalizzò mai una certa volontà, da parte mia, di voler concedere in fitto quello stabile. Previo il parere di agibilità, non avrei avuto problemi a concedere in uso la struttura, che comunque fino ad allora non era stata utilizzata".

Marzetti non è stato l'unico appartenente alla Asl ad essere chiamato a testimoniare dalle difese. Alessandro Sirolli, all'epoca direttore dell'unità operativa del Centro diurno psichiatrico, è stato eloquente di fronte a Grieco: "Dopo il congedo, nel novembre 2009, dalla tendopoli del Globo, il centro che dirigevo si trasferì in un container dentro l'area di Collemaggio. Per gli utenti fu traumatico tornare in quel luogo manicomiale: per questo fu fondamentale il supporto di una struttura di aggregazione e socialità come CaseMatte, per quella che chiamiamo contaminazione sociale positiva". Per Sirolli la presenza di CaseMatte permise di attivare "risorse di resilienza da parte dei pazienti che, avendo disturbi mentali, avevano subito il sisma con un disagio maggiore rispetto alla media della popolazione". Lo psicologo aquilano ha riferito oggi anche di due borse lavoro - frutto di una donazione della Fondazione Basaglia - che propose a Silveri di utilizzare come strumento di collaborazione con il Comitato 3e32: "Informalmente il direttore generale mi disse che ne avremmo potuto parlare - ha ribadito Sirolli - ma poi non firmò l'atto di deliberazione che feci preparare, perché avrebbe legittimato l'esistenza di CaseMatte". Uno spazio che, in qualche modo, ha messo a nudo anche le mancanze della Asl nell'area manicomiale di Collemaggio, all'interno del quale - a cinque anni e mezzo dal terremoto - ancora persistono servizi sanitari essenziali all'interno di strutture fatiscenti, come container.

La lunga giornata al tribunale di Bazzano si è conclusa con la testimonianza dell'antropologo Antonello Ciccozzi, ricercatore dell'Università dell'Aquila e studioso delle dinamiche sociali e antropologiche del comprensorio aquilano dopo il terremoto del 2009: "La funzione che svolgeva e svolge quello spazio - ha sottolineato Ciccozzi - è di natura sociale e politica. Ricordo che, nell'autunno del 2009, qualcuno a CaseMatte disse che la Asl avesse chiesto di scegliere l'alternativa tra l'ex bar e un altro stabile. Questo per me era la prova della non occupazione". Poi, il professore aquilano, ha continuato con una metafora calzante: "E' come se mi si prestasse una macchina, e subito dopo mi si denunciasse per furto".

"In una situazione di emergenza - ha aggiunto Ciccozzi - quando tutti i nessi di socialità tendono a saltare, trovare luoghi di aggregazione significa anche praticare cittadinanza in modo attivo. In una cornice di eccezionalità, lo stato di eccezione fa saltare l'ordinarietà solo alle istituzioni o anche a tutti coloro che si trovano in quella eccezionalità?".

Il processo è stato aggiornato al prossimo 6 febbraio, quando continueranno a sfilare di fronte al giudice altri testimoni della difesa. Nel frattempo lo spazio sociale di CaseMatte continua a organizzare le proprie attività politiche, sociali e culturali: domani, 1 novembre, ci sarà dal pomeriggio una giornata di giochi, proiezioni e musica per festeggiare il quinto compleanno dello spazio che, nonostante i processi, continua a rimanere un punto di riferimento per molti giovani (e non) della città che cambia.

Ultima modifica il Venerdì, 31 Ottobre 2014 18:55

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