Giovedì, 13 Novembre 2014 14:06

Grandi Rischi, il giorno della rabbia: gli aquilani in piazza per chiedere "Verità e Giustizia"

di 

"Il problema dello Stato che assolve se stesso crea un danno soprattutto se, come contrappeso, non c'è il riconoscimento di una verità storica, che è quella che tutti gli aquilani conoscono: la Commissione Grandi Rischi, il 31 marzo 2009, venne qui non per aiutare la popolazione a capire quello che stava succedendo ma semplicemente per dire 'State traquilli, state a casa perché tanto non succederà niente'".

Giustino Parisse analizza così la sentenza della Corte d'Appello che lunedì scorso ha assolto sei dei sette membri della Commissione Grandi Rischi, ribaltando il verdetto di primo grado che aveva inflitto a tutti la pena a sei anni di reclusione per omicidio colposo e reati collegati.

Il caporedattore del Centro, che nel terremoto perse i due figli e il padre, era uno dei circa mille aquilani che ieri hanno preso parte alla manifestazione "Verità e giustizia", tenutasi preso la Villa Comunale.

Una manifestazione dai toni pacati e sommessi, organizzata per ribadire i sentimenti di rabbia e indignazione dei cittadini aquilani per una sentenza che ha contraddetto una verità storica acclarata: e cioè che quella che si svolse all'Aquila il 31 marzo 2009 non fu una vera riunione ma una messa in scena architettata dalla politica. Una pantomima alla quale i sette scienziati finiti sotto processo si prestarono senza prendere le distanze, venendo meno così alla loro missione.

Un tribunale vi ha assolti, la storia vi condanna” recitava uno degli striscioni esposti. Durante il sit-in sono stati riproposti su un proiettore anche alcuni stralci della famosa telefonata tra Guido Bertolaso e Daniela Stati nella quale l'allora capo della Protezione civile disse senza mezzi termini che sull'Aquila bisognava fare "un'operazione mediatica per tranquillizzare le persone".

"Il danno più grave di questa sentenza" afferma Parisse "è che chiude definitivamente una luce su questa città. Il processo alla Grandi Rischi aveva lasciato acceso un faro sull'Aquila ma questa sentenza rischia di spegnerlo definitivamente e di fare un danno non solo alla città ma in prospettiva: uno Stato che si assolve è uno Stato che non ha più responsabilità nei confronti dei cittadini".

"Questo esito giudiziario evidenzia la sudditanza di una struttura consultiva di tipo scientifico al potere politico". A parlare è lo lo storico Walter Cavalieri, anch'egli presente in piazza. "Credo cha la responsabilità di fondo vada individuata nella Protezione civile, a tutti i livelli: da quello nazionale a quello regionale e locale. Sul discorso del diritto, credo che si possa evocare una responsabilità di tipo etico-morale da parte di questi operatori scientifici. Purtroppo non è la prima volta che la scienza si piega ai voleri della politica. Quando non lo ha fatto, ha pagato sempre prezzi altissimi, che evidentemente in questo caso nessuno era disposto a pagare".

Tra i presenti, oltre ai cittadini e ai familiari delle vittime, anche alcuni rappresentati della politica: le senatrici Stefania Pezzopane e Enza Blundo, consiglieri e assessori comunali, il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci. Assente, invece, il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente.

La manifestazione, dalla Villa, si è spostata davanti al vicino palazzo della Prefettura, su corso Federico II, e lì è terminata, dando appuntamento ai cittadini a domenica 23 novembre a piazza Duomo, quando si tornerà di nuovo a manifestare per chiedere giustizia per L'Aquila.

 

Il video della MediaCrew Casematte

 

La diretta Twitter

Ultima modifica il Sabato, 15 Novembre 2014 01:38

Articoli correlati (da tag)

Chiudi