Mercoledì, 03 Dicembre 2014 11:51

Allevatore porta zappe a Equitalia: "Zappe, fieno o vitelli: altro non ho"

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Dino Rossi, allevatore di Ofena (L'Aquila), non è sicuramente tra gli allevatori scelti da Mc Donald's per la fornitura dei panini con la carne dell'Appennino Centrale. Ma è uno dei tanti che, stretto a morsa tra la crisi del territorio colpito dal terremoto e quella nazionale e transnazionale, fatica sempre di più a svolgere il proprio lavoro.

Stamane, Dino Rossi, ha deciso di tornare nuovamente all'Aquila, a bordo del suo trattore, per manifestare - da solo - fuori la sede aquilana di Equitalia, l'ufficio dell'Agenzia delle Entrate incaricato di riscuotere i debiti maturati da privati e aziende. Non è la prima volta che l'allevatore mette in scena proteste clamorose: in questi mesi ha annunciato (senza farlo) di gettare letame di fronte alle vetrate dell'ufficio, ha minacciato il suicidio, e stamattina ha portato duemila zappe senza manico sul suo rimorchio agricolo e una zappa con tanto di manico e fiocco natalizio da consegnare alla direttrice di Equitalia L'Aquila.

Ad attenderlo Carabinieri, Polizia e Vigili Urbani, oltre che qualche giornalista, tra cui una troupe di una trasmissione di La7: "Se il latte mi costa 40 centesimi al litro e il gasolio 1 euro al litro, come posso pagare i miei debiti? I nostri vitelli non li chiede più nessuno".

Quella di Rossi è la storia di decine e decine di allevatori abruzzesi che - dopo il sisma del 2009 - hanno visto danneggiate le proprie strutture e, soprattutto, le proprie economie: "Nelle tendopoli protestai perché non prendevano i nostri prodotti - afferma ai microfoni di NewsTown - abbiamo dovuto buttare una mole enorme di produzione, perché nessuno la comprava in quel periodo, con un danno economico che nessuno ci ha riconosciuto".

Da allora Rossi, come altri, ha iniziato ad accumulare debiti relativi soprattutto a Irap e Iva e, non riuscendo a vendere come prima, i debiti hanno ricevuto ulteriori sanzioni da parte della temibile Equitalia: "Sanzioni dovute a un debito che io non ho potuto pagare per mancanza di soldi, come un circolo vizioso", lamenta.

Nell'immediato post-terremoto agli imprenditori agricoli è stato concesso di condonare i debiti verso lo Stato, in 120 rate e pagando solo la quota capitale, ma la decisione non è stata comunicata a dovere e l'occasione, per gli allevatori, è stata persa o solo parzialmente sfruttata. E così, arrivano gli atti di pignoramento "quando non si può più fare né pagare nulla".

"Ci dicono che dobbiamo pagare - ammonisce Rossi - ma io posso portare zappe, vitelli e fieno a Equitalia. Altro non ho". Come dicevamo, l'allevatore di Ofena non è l'unico a soffrire una crisi che sembra senza fine: "Qui sono solo, ma ci sono tante aziende agricole che si tengono tutto dentro, non escono allo scoperto, pur avendo l'ufficiale giudiziario dietro l'uscio. E lo Stato si fa forte di questo".

 

Ultima modifica il Mercoledì, 03 Dicembre 2014 13:48

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