Mercoledì, 03 Dicembre 2014 14:06

Libera contro le mafie: "Lo strano affare della Soprintendenza unica per il cratere"

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"Il sequel del brutto film emergenziale del quale non vediamo l’ora di assistere alla fine": è durissima la nota della sezione abruzzese Libera - associazioni nomi e numeri contro le mafie riguardo il decreto ministeriale che dovrebbe istituire la Soprintendenza unica per il cratere sismico aquilano, per lavorare ad hoc sulla ricostruzione dei territori colpiti dal terremoto del 2009.

"L’operazione, dal punto di vista operativo e dei costi, è chiaramente irrazionale - si legge nella nota di Libera, per bocca del suo coordinatore abruzzese Angelo Venti - Risulta invece inquietante se si indagano le competenze che la nuova struttura avrà, perché concentra in poche mani un potere enorme".

"Seguendo l'odore dei soldi - si conclude nel duro comunicato - il sospetto che quella dell'istituzione della Soprintendenza Unica per il Cratere potrebbe risolversi nell’ennesima puntata di quella sfortunata ed opaca gestione dell'emergenza aquilana che anche in questi giorni continua a dare un pessimo spettacolo".

La nota integrale di Libera Abruzzo

Come coordinamento abruzzese di LIBERA associazioni nomi e numeri contro le mafie, lanciamo l’allarme sul decreto ministeriale – di prossima emanazione – con il quale il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, nel rimodulare la propria articolazione sull’intero territorio nazionale, riserva al cratere aquilano una nuova gemmazione di quel sistema emergenziale che ha sinora dato pessimi frutti.

Con la riorganizzazione in itinere, infatti, il Ministero prevede la creazione di una «Soprintendenza unica Archeologia, belle arti e paesaggio per la città dell’Aquila, istituita, fino al 31 dicembre 2019, ai sensi dell’articolo 54, comma 2-bis, del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300».

Si andrà così ad insediare una nuova struttura che assorbirà parte delle competenze sino ad oggi appannaggio della Soprintendenza Belle arti e paesaggio di L’Aquila, della Soprintendenza archeologica di Chieti (mentre addirittura la Soprintendenza archivistica viene inspiegabilmente trasferita da Pescara a L’Aquila) e che realizza, infine, un autentico duplicato con il Segretariato regionale (già Direzione regionale).

L’operazione, dal punto di vista operativo e dei costi, è chiaramente irrazionale. Risulta invece inquietante se si indagano le competenze che la nuova struttura avrà, perché concentra in poche mani un potere enorme.

Alla Soprintendenza Unica per il Cratere vengono infatti assegnate - oltre le competenze previste dall’art. 33 del DPCM 29 agosto 2014 e comuni per tutte le Soprintendenze d’Italia – anche quelle proprie dei Segretariati Regionali. In particolare:

e) pareri di competenza del ministero anche in sede di conferenza dei servizi per gli interventi di ambito regionale, che riguardano più Soprintendenze di settore;
l) stipula accordi e convenzioni con i proprietari di beni culturali;
o) funzioni di stazione appaltante per interventi con fondi dello Stato o affidati in gestione nonché per acquisti e forniture, servizi e lavori (si ritiene sia da escludere il secondo periodo del c. 2e) relativo al "supporto amministrativo a tutti gli uffici periferici…").

Nelle mani della Soprintendenza Unica per il Cratere si concentrano così poteri e prerogative configuranti un'ampia autonomia in relazione ad aspetti sensibili della tutela, in particolare nell’utilizzo dei fondi. Soprattutto, si riducono o eliminano le possibilità di controlli da parte delle altre strutture.

L'esperienza maturata dopo il 6 aprile 2009 – e la cronaca giudiziaria di questi anni - ci ha ammaestrati e vaccinati sui pericoli delle gestioni emergenziali post-sisma. Seguendo l'odore dei soldi, il sospetto che quella dell'istituzione della Soprintendenza Unica per il Cratere potrebbe risolversi nell’ennesima puntata di quella sfortunata ed opaca gestione dell'emergenza aquilana che anche in questi giorni continua a dare un pessimo spettacolo.

Il sequel del brutto film emergenziale del quale non vediamo l’ora di assistere alla fine.

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